Detenuto pugnala un collega e fugge. Paura per una donna scomparsa

Milano, condannato per omicidio era fuori per lavorare in un hotel dove ha aggredito l’uomo. Le telecamere lo hanno ripreso con una 50enne e, subito dopo, da solo. Poi lo scontro tra i due dipendenti.

Mag 11, 2025 - 05:57
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Detenuto pugnala un collega e fugge. Paura per una donna scomparsa

Un uomo accoltellato e ridotto in fin di vita. E una donna scomparsa nel nulla, col terribile sospetto che le sia accaduto qualcosa di tragico. È la scia di violenza che si è portato dietro di sé Emanuele De Maria, trentacinquenne napoletano, detenuto a Bollate per omicidio e ammesso al lavoro esterno all’hotel Berna, a due passi dalla Stazione Centrale di Milano. Il pregiudicato è in fuga: dopo il delitto del 2016 a Castel Volturno, per il quale è stato condannato a 15 anni, era stato catturato in Germania. Questo lascia ipotizzare che possa essere scappato in quella direzione, anche se al momento si tratta solo di una delle piste battute dai poliziotti della Squadra mobile e dai carabinieri del Nucleo investigativo, coordinati dal pm Francesco De Tommasi e guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia e dal colonnello Antonio Coppola. Il timore è che possa aver fatto del male anche alla 50enne cingalese Chamila Dona Wijesuriya, pure lei dipendente del Berna e con la quale potrebbe aver iniziato una relazione (o forse era invaghito della collega).

I due si sarebbero visti attorno alle 14 di venerdì al confine tra Milano e Cinisello Balsamo (dove la donna risiede): le telecamere li mostrano insieme e rimandano le immagini di un incontro sereno. Si incamminano verso il Parco Nord, ma dopo un paio d’ore gli stessi occhi elettronici filmano solo il ritorno di De Maria, che prende il metrò 5 al capolinea Bignami. Che fine ha fatto Chamila? Ieri i militari hanno passato al setaccio l’area verde, senza esito; non è escluso che i due si siano diretti verso un appartamento della zona. Sta di fatto che lei non si trova.

La ricostruzione parte dalla fine. Ore 6.20 di ieri, via Napo Torriani 18. Il 50enne egiziano Hani Nasr F.A. si sta recando al lavoro al Berna: da una decina d’anni si occupa della caffetteria del bar interno. Ad attenderlo c’è un uomo nell’ombra: conosce i suoi orari perché lì fa il receptionist dal 29 novembre 2023. È De Maria, che piomba addosso al collega con una lama in mano: la vittima reagisce, l’aggressore lo rincorre e gli sferra cinque fendenti. Il ferito si rifugia nella hall per chiedere aiuto, prima di cadere: è ricoverato in Terapia intensiva al Niguarda, dopo un lungo intervento.

Gli accertamenti della Mobile scattano immediatamente, con un identikit preciso: quello di De Maria, che il giorno prima non si è presentato al lavoro (aveva il turno dalle 14.30 alle 23.30) e che non è rientrato in cella. Qualche ora dopo, emerge un ulteriore tassello: dal pomeriggio di venerdì, non si hanno più notizie di Chamila, che ha le stesse mansioni del coetaneo Hani. Ad allarmare i parenti è stata l’inattesa visita degli agenti della penitenziaria, che dopo l’alert sull’assenza di De Maria sono andati a casa della donna, inserita dal detenuto tra le persone da contattare in caso di bisogno. Lei non c’è: in palestra e in albergo non è mai arrivata. All’appuntamento con De Maria sì, ma dopo averlo visto è sparita. Se il movente della possibile aggressione alla donna andrebbe eventualmente ricondotto al loro rapporto, quello del raid contro l’egiziano potrebbe essere legato a liti in albergo, magari proprio innescate dal legame tra i due colleghi.