Dalla fumata bianca all’Habemus Papam: ecco cosa succede esattamente in questi minuti
Dentro la Cappella Sistina: l’accettazione e la scelta del nome

L’elezione di un nuovo Papa è uno dei momenti più solenni e attesi nella storia della Chiesa cattolica, un evento che unisce tradizione secolare, simbolismo e una complessa organizzazione. Quando dalla Cappella Sistina si leva la fumata bianca, il mondo trattiene il fiato: un nuovo Pontefice è stato scelto. Ma cosa accade esattamente nei minuti e nelle ore che seguono, tra quel segnale di fumo e l’annuncio ufficiale dal balcone di San Pietro? Questo articolo esplora in dettaglio ogni fase di questo processo.
La fumata bianca: il segnale atteso
La fumata bianca è il simbolo universale dell’elezione papale, un segnale che risale al XIX secolo e che oggi cattura l’attenzione di milioni di persone in Piazza San Pietro e davanti agli schermi di tutto il mondo. Quando i 133 cardinali elettori riuniti nel Conclave 2025 raggiungono il quorum di due terzi (89 voti) per eleggere il successore di Papa Francesco, le schede vengono bruciate con una sostanza chimica che produce il fumo bianco, visibile dal comignolo della Cappella Sistina.
Ma la fumata non è solo un segnale per il pubblico: è anche l’inizio di una serie di passaggi rituali e organizzativi all’interno della Sistina. L’attesa in Piazza San Pietro si carica di emozione, con i fedeli che scrutano il cielo e i media che iniziano a speculare sui possibili nomi del nuovo Pontefice. Tuttavia, tra la fumata e l’apparizione del Papa al balcone centrale della Basilica di San Pietro, trascorre circa un’ora, un intervallo ricco di momenti significativi.
Dentro la Cappella Sistina: l’accettazione dell’eletto
Una volta raggiunto il quorum, il cardinale decano, Giovanni Battista Re, si avvicina al cardinale eletto e gli pone la domanda rituale in latino: “Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?” (“Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?”). Questo è un momento cruciale: l’eletto può, in teoria, rifiutare, anche se nella storia moderna ciò non è mai accaduto. Se accetta, diventa immediatamente Papa, anche prima di qualsiasi annuncio pubblico.
Subito dopo, il nuovo Pontefice sceglie il suo nome papale, una decisione che riflette spesso un’intenzione programmatica o un omaggio a un predecessore. Ad esempio, Jorge Mario Bergoglio scelse il nome Francesco nel 2013 per evocare la semplicità e l’attenzione ai poveri di San Francesco d’Assisi. Il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, presente nella Sistina, prende nota del nome scelto e prepara i documenti ufficiali.
La stanza delle lacrime: un momento di riflessione
Dopo aver accettato l’elezione e scelto il nome, il nuovo Papa viene condotto nella Stanza delle Lacrime, un piccolo locale adiacente alla Cappella Sistina. Il nome di questa stanza deriva dall’intensa emozione che spesso accompagna questo momento: il peso della responsabilità di guidare la Chiesa universale può sopraffare anche i cardinali più preparati. Qui, il Pontefice indossa per la prima volta le vesti papali, scegliendo tra tre taglie di talare bianca già pronte (piccola, media e grande). La vestizione è curata dal personale della sartoria vaticana, che adatta rapidamente l’abito alle misure del nuovo Papa.
Questo momento di solitudine è anche un’occasione per il Pontefice di pregare e riflettere prima di presentarsi al mondo. Secondo alcune ricostruzioni, Papa Giovanni Paolo II, eletto nel 1978, usò questi minuti per prepararsi mentalmente al suo ruolo, mentre Papa Benedetto XVI, nel 2005, descrisse la sensazione come quella di una “ghigliottina” che gli cadeva addosso.
I primi atti del nuovo Papa
Mentre il Papa si prepara nella Stanza delle Lacrime, nella Cappella Sistina si svolgono altri rituali. Le schede elettorali vengono conservate per essere archiviate, garantendo la segretezza del voto. Nel frattempo, il cardinale protodiacono, il più anziano dei cardinali diaconi presenti, si prepara per il compito di annunciare il nuovo Papa al mondo. Nel Conclave 2025, questo ruolo potrebbe essere ricoperto da un cardinale come Renato Martino o Gianfranco Ravasi, a seconda della composizione del collegio cardinalizio.
Parallelamente, il suono delle campane di San Pietro si attiva per confermare la fumata bianca, un segnale uditivo che si affianca a quello visivo. Questo dettaglio è particolarmente importante per evitare confusioni, come avvenne nel 1958, quando una fumata grigiastra fu inizialmente interpretata in modo errato.
L’annuncio: Habemus Papam
Circa 45-60 minuti dopo la fumata bianca, il cardinale protodiacono appare al balcone centrale della Basilica di San Pietro e pronuncia la formula latina che il mondo attende: “Annuntio vobis gaudium magnum: Habemus Papam!” (“Vi annuncio una grande gioia: abbiamo un Papa!”). Seguono i dettagli sull’identità del nuovo Pontefice: il suo nome di battesimo, il nome papale scelto e il titolo cardinalizio che ricopriva. Ad esempio, nel 2013 fu annunciato: “Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum, Dominum Georgium Marium, Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Bergoglio, qui sibi nomen imposuit Franciscum”.
L’annuncio è un momento di giubilo per i fedeli in piazza, ma anche di sorpresa, poiché il nome del Papa è spesso inaspettato. Nel Conclave 2025, i nomi più discussi includono cardinali come Pietro Parolin, Matteo Zuppi e Luis Antonio Tagle, ma la storia insegna che i Conclavi possono riservare sorprese.
L’apparizione del Papa e la benedizione urbi et orbi
Dopo l’annuncio, il nuovo Papa appare al balcone per la prima volta, accolto da un’ovazione. Indossa la stola papale e, spesso, pronuncia un breve discorso. Questo momento è cruciale per stabilire un primo contatto con i fedeli: Papa Giovanni Paolo II, nel 1978, ruppe la tradizione con un discorso informale in italiano, mentre Papa Francesco, nel 2013, iniziò con un semplice “Buonasera” che conquistò immediatamente il pubblico.
Il Pontefice conclude la sua prima apparizione con la benedizione Urbi et Orbi (“alla città e al mondo”), un gesto che concede l’indulgenza plenaria ai presenti e a chi segue l’evento tramite i media. Questo atto segna l’inizio ufficiale del pontificato, anche se la cerimonia di insediamento formale, la Messa di inaugurazione, avverrà nei giorni successivi.
Organizzazione e logistica: il ruolo del Vaticano
Mentre il Papa si prepara per l’annuncio, il Vaticano attiva una macchina organizzativa complessa. La Sala Stampa della Santa Sede diffonde i primi comunicati ufficiali, mentre il personale della Basilica di San Pietro gestisce la folla in piazza, che può contare decine di migliaia di persone. Nel Conclave 2025, si stima che almeno 50.000 fedeli siano presenti in Piazza San Pietro per la fumata bianca, con un afflusso continuo da Via della Conciliazione.
Le forze dell’ordine, coordinate con il piano sicurezza messo in campo per il Conclave (che prevede quattromila agenti), garantiscono l’ordine pubblico. Inoltre, i media internazionali, con telecamere puntate sul comignolo e sul balcone, trasmettono l’evento in diretta, amplificando l’impatto globale dell’elezione.
Curiosità e simbolismi
Non mancano momenti di leggerezza o curiosità. Nel Conclave 2025, un gabbiano appollaiato sul comignolo della Cappella Sistina è diventato virale sui social, con meme che lo hanno scherzosamente incoronato “nuovo Papa”. Questo episodio ricorda come, anche in un evento solenne, la modernità e l’ironia trovino spazio.
Inoltre, la scelta del nome papale e il primo discorso del Pontefice sono analizzati minuziosamente per cogliere indizi sul futuro pontificato. Un Papa che scegliesse, ad esempio, il nome Giovanni Paolo III potrebbe voler evocare il carisma di Karol Wojtyła, mentre un nome come Clemente potrebbe suggerire un approccio più tradizionale.
Un nuovo capitolo per la Chiesa
Il processo che va dalla fumata bianca all’annuncio del nuovo Papa è un intreccio di rituali antichi e adattamenti moderni, un momento in cui la Chiesa cattolica si mostra al mondo nella sua complessità e universalità. Ogni gesto, dalla scelta del nome alla benedizione Urbi et Orbi, è carico di significato e prepara il terreno per il pontificato che verrà. Nel Conclave 2025, mentre i fedeli attendono di conoscere il successore di Papa Francesco, questi momenti rimarranno impressi nella storia, segnando l’inizio di un nuovo capitolo per la Chiesa.