Dai crampi di Sinner alla protesta di Zverev: perché la tecnologia fa cilecca sulla terra rossa

Quella svista, tanto clamorosa quando decisiva, aveva provocato la classica levata di scudi: serve la tecnologia anche sulla terra rossa. Era la semifinale di Montecarlo 2024. Stefanos Tsitsipas, alle corde contro Jannik Sinner nel terzo e decisivo set, tira una seconda di servizio lunga di almeno 20 centimetri. Sarebbe doppio fallo e secondo break per […] L'articolo Dai crampi di Sinner alla protesta di Zverev: perché la tecnologia fa cilecca sulla terra rossa proviene da Il Fatto Quotidiano.

Apr 28, 2025 - 13:26
 0
Dai crampi di Sinner alla protesta di Zverev: perché la tecnologia fa cilecca sulla terra rossa

Quella svista, tanto clamorosa quando decisiva, aveva provocato la classica levata di scudi: serve la tecnologia anche sulla terra rossa. Era la semifinale di Montecarlo 2024. Stefanos Tsitsipas, alle corde contro Jannik Sinner nel terzo e decisivo set, tira una seconda di servizio lunga di almeno 20 centimetri. Sarebbe doppio fallo e secondo break per l’azzurro. Ma né il giudice di linea né la giudice di sedia, Aurélie Tourte, si accorgono di nulla. Sinner perde il punto, poi il game: arrivano i crampi e Tsitsipas vince una partita che aveva già perso. Ma, dicono tutti, episodi del genere non accadranno mai più: dal 2025 anche sulla terra rossa diventa ufficiale l’utilizzo della Electronic Line Calling Live, ossia del sistema di chiamate elettroniche, l’evoluzione del celebre “occhio di falco” (Hawk-Eye). Addio sviste dei giudici, addio chiamate dubbie e segni contestati. Eppure, anche in questa stagione con l’arrivo della terra rossa sono tornare pure le polemiche per le palline in o out: da Sabalenka a Zverev, ora i giocatori contestano proprio gli errori della tecnologia.

Perché accade tutto ciò? Effettivamente, l’occhio di falco e poi l’Electronic Line Calling Live (che ha sostituito completamente i giudici di linea) funzionano benissimo sul cemento e anche sull’erba. Sembrava assurdo non utilizzare la tecnologia anche quando si gioca sulla superficie classica, sul mattone tritato. Eppure, proprio gli ultimi episodi hanno messo in luce i malfunzionamento del “falco” sulla terra rossa: la pallina fotografata da Alexander Zverev al Masters 1000 di Madrid nel match contro Alejandro Davidovich Fokina sembrava effettivamente fuori, come detto dal tedesco. I giocatori sembrano non fidarsi della tecnologia quando giocano sulla terra. E il motivo è proprio lo stesso che aveva portato, nella passate stagioni, ad evitare di introdurre l’occhio di falco o l’Electronic Line Calling Live.

Il sistema HawkEye consiste in una decina di telecamere installate intorno al terreno di gioco che colgono il movimento della pallina da più punti di vista. Un computer elabora le immagini e calcola la traiettoria con un margine di errore che si aggira tra i 2 e 3 millimetri. Nella maggior parte dei tornei sulla terra battuta però, fino all’anno scorso, si utilizzava il segno visibile lasciato dalle palline perché l’occhio del giudice era ritenuto più affidabile. Il motivo? Un problema tecnico: i campi di terra rossa infatti sono più soggetti ad alterazioni della loro superficie rispetto a quelli in erba o in cemento. Con l’introduzione del sistema chiamato “Electronic Line Calling”, che consente di visualizzare il reale rimbalzo della palla, le micro-variazioni del terreno non dovrebbero condizionare l’efficacia della tecnologia. I test sono cominciati proprio nel Masters 1000 di Madrid a partire dal 2021 e hanno dato esiti positivi, fino alla decisione di estendere il sistema a tutti i tornei. A Zverev però è rimasto più di qualche dubbio.

L'articolo Dai crampi di Sinner alla protesta di Zverev: perché la tecnologia fa cilecca sulla terra rossa proviene da Il Fatto Quotidiano.