Crosetto contestato da Pro Pal a Salone del libro di Torino: "Tutti possono manifestare"
Il gruppo di contestatori ha esposto cartelli con la scritta 'Stop al riarmo' e una bandiera della Palestina. "Penso che a un Salone del Libro e della cultura tutti debbano poter parlare. Non c'è nessuno che abbia l'autorità morale di decidere chi sta zitto e chi possa parlare. Mi hanno detto di non passare davanti allo stand Rai perché c'erano manifestanti pro Palestina, ma io sono passato perché non ci vedo nulla di male né a passare, né a manifestare", ha detto il ministro della Difesa

Al grido di "Crosetto, Crosetto in guerra vacci tu" alcuni giovani, per lo più attivisti Pro Palestina, hanno contestato oggi il ministro della Difesa mentre visitava lo stand del ministero al Salone del libro di Torino. Il gruppo di contestatori ha esposto cartelli con la scritta 'Stop al riarmo' e una bandiera della Palestina. I contestatori sono poi stati allontanati dalle forze dell'ordine.
"Penso che a un Salone del Libro e della cultura tutti debbano poter parlare. Non c'è nessuno che abbia l'autorità morale di decidere chi sta zitto e chi possa parlare. Mi hanno detto di non passare davanti allo stand Rai perché c'erano manifestanti pro Palestina, ma io sono passato perché non ci vedo nulla di male né a passare, né a manifestare", ha detto Guido Crosetto sulle proteste dei pro Palestina. Il ministro della Difesa ha ricordato gli aiuti dell'Italia a Gaza e rimarcato "la posizione italiana, senza se e senza ma, al fianco della popolazione palestinese". "Nessuno mi ha detto nulla, ma se qualcuno mentre passavo avesse espresso in modo civile il proprio pensiero non mi avrebbe toccato. Avrei sorriso, lo avrei ringraziato. Accetto qualunque cosa", ha detto il ministro. "Dovrebbero però ricordarsi che, in questi giorni, come in tanti altri, decine di bambini palestinesi sono arrivati in Italia grazie alla Difesa - ha sottolineato Crosetto -, così come aiuti umanitari continuano ad arrivare anche quando c'è la guerra, anche quando cadono le bombe israeliane in quei territori grazie agli uomini e alle donne della Difesa. Il primo ospedale che è arrivato quando è scoppiata la guerra è stato quello a bordo della nave Vulcano mandato dalla Difesa italiana. Ci sono molti motivi per cui non essere orgogliosi in questo Paese, ma ce ne sono tanti, anche in questa bruttissima guerra che non capisco più da mesi, di cui dovremmo essere fieri come la posizione italiana di essere senza se e senza ma a fianco della popolazione palestinese, donne e bambini che hanno subito una violenza che non meritavano. Io ho sempre distinto tra il destino della Palestina e quello di Hamas che sono due cose diverse e continuo a sperare che prima o poi nasca uno Stato palestinese dove possano vivere in pace milioni di palestinesi che lo meritano".