Cracker: tracce di pesticidi e zero fibre nei marchi più popolari (Gran Pavesi e Tuc i peggiori del test svizzero)

Pratici, croccanti e versatili: i cracker rappresentano uno degli snack più diffusi sulle nostre tavole. Che sia per uno spuntino veloce o per accompagnare un aperitivo, questi prodotti hanno conquistato un posto fisso nei carrelli della spesa degli italiani. Ma cosa si nasconde dietro quella croccantezza così invitante? La rivista svizzera K-Tipp ha condotto un’analisi...

Mag 9, 2025 - 08:15
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Cracker: tracce di pesticidi e zero fibre nei marchi più popolari (Gran Pavesi e Tuc i peggiori del test svizzero)

Pratici, croccanti e versatili: i cracker rappresentano uno degli snack più diffusi sulle nostre tavole. Che sia per uno spuntino veloce o per accompagnare un aperitivo, questi prodotti hanno conquistato un posto fisso nei carrelli della spesa degli italiani. Ma cosa si nasconde dietro quella croccantezza così invitante?

La rivista svizzera K-Tipp ha condotto un’analisi approfondita su 12 varietà di cracker a base di cereali, rivelando differenze sostanziali che potrebbero sorprendere molti consumatori.

Il test

L’indagine è stata affidata al rinomato laboratorio alimentare Dr. Wirts + Partner di Kiel (Germania), che ha esaminato i prodotti secondo parametri specifici:

  • Contenuto di fibre alimentari: utilizzando un metodo che simula la digestione umana per distinguere gli elementi assimilabili da quelli non digeribili
  • Quantità di grassi: parametro fondamentale considerando il limite giornaliero consigliato di 60-80 grammi
    Residui di pesticidi: identificati attraverso tecniche avanzate di cromatografia che hanno permesso di ricercare ben 640 sostanze chimiche
  • Presenza di acrilammide: sostanza potenzialmente cancerogena che si forma durante la cottura ad alte temperature di alimenti ricchi di amido
  • Tossine della muffa: sebbene potenzialmente presenti nei cereali, non sono stati rilevati livelli anomali in nessun campione

Integrali vs farina bianca: una differenza cruciale

I risultati del test hanno evidenziato una netta distinzione tra i cracker integrali e quelli prodotti con farina bianca:
Cracker integrali:

  • Maggiore ricchezza di fibre (circa 10%, paragonabile all’avena)
  • Minore contenuto di grassi
  • Assenza di residui pericolosi

Cracker di farina bianca:

  • Basso contenuto di fibre (solo un terzo rispetto agli integrali, simile al pane tostato bianco)
  • Maggiore presenza di grassi
  • Contaminazione da pesticidi o acrilammide in alcuni casi

Si salvano solo 4 su 12

crackers migliori test

@K-Tipp

Dei dodici prodotti esaminati, solo quattro hanno ricevuto una valutazione positiva. Il primo classificato è risultato il “Bio Original Spelt” di Dar-Vida Naturaplan, un prodotto tipico del mercato svizzero che si distingue per tre caratteristiche fondamentali:

  • Elevato contenuto di fibre
  • Bassa quantità di grassi
  • Totale assenza di pesticidi

Un risultato significativo, considerando che una dieta ricca di fibre (almeno 30 grammi al giorno per un adulto) aiuta a prevenire patologie come diabete, problemi digestivi e malattie cardiovascolari.

I bocciati

cracker peggiori test

@K-Tipp

Le sorprese più amare del test riguardano alcune marche molto popolari anche in Italia:

Ultimi in classifica i TUC

famosi Tuc si sono piazzati all’ultimo posto della classifica, penalizzati per:

  • Contenuto elevato di grassi: oltre 20 grammi per 100g di prodotto
  • Alta presenza di acrilammide: pur restando entro i limiti legali svizzeri (400 μg/kg), i Tuc hanno mostrato valori che superano la metà del limite consentito
  • Residui di sostanze chimiche: rilevata la presenza di deltametrina (sospettata di interferire con l’equilibrio ormonale) e piperonilbutossido (potenzialmente dannoso per reni e fegato)

Penultimi: GRAN PAVESI

Nonostante il bassissimo contenuto di acrilammide (appena 30 μg/kg), i Gran Pavesi si sono classificati al penultimo posto per:

  • Residui di pirimifosmetile: un pesticida potenzialmente dannoso per gli organi a lungo termine
  • Scarso contenuto di fibre: paragonabile a quello del pane bianco

L’acrilammide: un rischio evitabile

La presenza di acrilammide nei cracker rappresenta una preoccupazione significativa, soprattutto considerando che questi prodotti sono spesso consumati anche dai bambini. Questa sostanza è classificata come probabile cancerogena e, secondo alcuni studi, potrebbe avere effetti negativi sul sistema nervoso e sulla riproduzione.

I risultati del test dimostrano però che è possibile ridurre significativamente la presenza di acrilammide nei cracker attraverso scelte produttive più attente. Alcuni prodotti esaminati contenevano appena 30 μg/kg di acrilammide, ben al di sotto del limite legale di 400 μg/kg:

  • “Nature Vollkorn” di Dar-Vida
  • “Nature” di Country
  • “Cracker Nature” di Snack Fun
  • “Il Cracker Salato” di Gran Pavesi

Presenza di pesticidi

In metà dei prodotti analizzati sono stati rilevati residui di pesticidi, sebbene nessuno abbia superato i limiti legali. In particolare:

  • Pirimifosmetile: trovato nei Gran Pavesi, potenzialmente dannoso per gli organi a lungo termine
  • Deltametrina: rilevata nei Tuc, sospettata di interferire con l’equilibrio ormonale
  • Piperonilbutossido: presente nei Tuc, può causare danni a reni e fegato
  • Trinexapac: un regolatore della crescita usato nella coltivazione del grano, trovato in altri due prodotti

Secondo l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, tutte queste sostanze sono altamente tossiche per gli organismi acquatici. I produttori coinvolti sostengono che le quantità rilevate siano molto basse, ma gli esperti sottolineano che gli alimenti destinati al consumo quotidiano, particolarmente da parte dei bambini, dovrebbero idealmente esserne privi.

Come scegliere consapevolmente i cracker

Il test della rivista K-Tipp offre indicazioni preziose per i consumatori. In base ai risultati, è consigliabile preferire i cracker integrali, naturalmente più ricchi di fibre e generalmente meno contaminati da sostanze nocive. È importante controllare attentamente l’etichetta per verificare il contenuto di grassi, optando per prodotti con valori inferiori. Quando possibile, è preferibile scegliere prodotti biologici per ridurre l’esposizione ai pesticidi e altre sostanze chimiche. Infine, è sempre consigliabile variare il consumo di snack per limitare l’assunzione di eventuali sostanze indesiderate, evitando di consumare sempre lo stesso tipo di prodotto.

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