Cosa si dice in Italia sul piano europeo per il riarmo

Sul riarmo d’Europa in Italia è polemica per partito preso.  Il taccuino di Guiglia.

Mar 7, 2025 - 18:16
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Cosa si dice in Italia sul piano europeo per il riarmo

Sul riarmo d’Europa in Italia è polemica per partito preso.  l taccuino di Guiglia

Sono passati ottant’anni dall’ultima volta che un europeo ha combattuto in una guerra mondiale contro un altro europeo. Ma l’aggressione armata di Vladimir Putin allo Stato sovrano dell’Ucraina e l’annunciato disimpegno di Donald Trump dal fronte occidentale – con o senza Nato poco importa: il presidente americano non è più disposto a battersi per un Paese che non sia il suo -, insomma la realtà delle cose mai viste finora, sta imponendo il risveglio dell’Europa. Che Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, associa a una scelta inevitabile: investire 800 miliardi di euro per difendere la conquista della pace sancita dagli europei nel 1945. All’indomani, cioè, di decine di milioni di morti, oltre che di feriti e di invalidi nell’Europa delle rovine dopo due conflitti continentali nel giro di vent’anni.

Ma il combinato e sorprendente disposto di Putin che invade e di Trump che si ritira, dimostra che la pace acquisita dalla nuova coscienza degli europei non è per sempre. La pace va salvaguardata e curata come un fiore che non può appassire. Specialmente quando nel cuore geografico dell’Europa, Ucraina, è in corso da tre anni lo sradicamento di tutti i fiori.

Che la proposta di Ursula sia di drammatica attualità, lo conferma Friedrich Merz, il cancelliere in pectore di una Germania dalla tradizione ovviamente neutralista sul tema militare, dopo quel che ha storicamente combinato in Europa. Ma ora la Germania è pronta financo a indebitarsi per il riarmo.

Già ci si pone la questione se sarà la Francia, unica potenza nucleare e perciò deterrente nell’Unione, a prendere il ruolo dell’ombrello statunitense, se e quando Trump ci avrà salutati. “Chi crede che la Russia si fermerà all’Ucraina?”, chiede il presidente francese, Emmanuel Macron, ai suoi connazionali alla vigilia del vertice Ue straordinario di oggi. E avverte: si sta entrando “in una nuova era”. Si muove la Gran Bretagna, protagonista del dopo crisi forse rientrato con Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino preso a male parole da Trump (e costretto ad accordarsi con l’America sulle “terre rare” della sua nazione, pur di non perderne la protezione economico-militare).

Sul riarmo d’Europa in Italia è polemica per partito preso. Si va dal ministro leghista Giancarlo Giorgetti, che a differenza dei suoi alleati di governo giudica il piano “frettoloso e senza logica”, alla leader del Pd, Elly Schlein, per la quale la priorità sarebbe la difesa comune e non il riarmo. Ma il riarmo prospettato dal piano è proprio per la difesa comune. Che nell’importante rapporto-Draghi era stata sollecitata con urgenza.

Tuttavia, non è il caso di cavillare: grossomodo il centrodestra italo-europeo sostiene l’iniziativa di Ursula e il centrosinistra la critica.

Certo è che ci sono 800 miliardi di ragioni perché la libera Europa non sottovaluti le altrui prepotenze armate (Putin coi suoi missili) o economiche (Trump coi suoi dazi).

Col piano-Ursula, di sicuro migliorabile facendo tesoro delle considerazioni di tutti, l’Europa almeno ha compreso quanto sia grave e decisiva la posta in gioco.

(Pubblicato su L’Arena di Verona, Il Giornale di Vicenza, Bresciaoggi e Gazzetta di Mantova)
www.federicoguiglia.com