Cosa (non) ha fatto Papa Francesco per le donne nella Chiesa

Papa Francesco ha sottolineato come le donne siano indispensabili e una loro presenza più incisiva nella Chiesa in ruoli di pari dignità dei maschi è fondamentale, tuttavia, resta ancora molto da fare. L’intervento di Alessandra Servidori

Apr 28, 2025 - 11:21
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Cosa (non) ha fatto Papa Francesco per le donne nella Chiesa

Papa Francesco ha sottolineato come le donne siano indispensabili e una loro presenza più incisiva nella Chiesa in ruoli di pari dignità dei maschi è fondamentale, tuttavia, resta ancora molto da fare. L’intervento di Alessandra Servidori

 

Papa Francesco ora riposa in Santa Maria Maggiore e come cattolica, un po’ fuori dal coro, consapevole di assumermi la responsabilità che comunque si paga in termini di dissenso, lascio andare le mie riflessioni più sincere.

Ho avuto come pecora il privilegio di crescere in tarda età con un maestro unico come Giacomo Biffi che mi ha fatto da pastore fino ad assolvermi dei miei peccati che altri non hanno mai capito quanto dolore e pentimento possono aver massacrato la vita di una donna. Giacomo Biffi, teologo eccelso, sarebbe potuto essere un ottimo Pontefice ma avversato dalle correnti del clero ne parlava comunque serenamente e ha lasciato questa terra concedendomi il tempo utile per imparare il Vangelo. Da San Luca, Sant’Agostino, San Matteo e oltre, il Cardinale ha sempre valorizzato il ruolo delle donne della Chiesa e mi ha insegnato quanto ancora di strada nei secoli a venire si poteva fare e non si è fatto e non si farà.

Dunque ho letto con interesse Lucetta Scaraffia, docente di storia contemporanea che per anni ha collaborato con l’Osservatore romano, ha scritto decine di libri e si è espressa in questi giorni (come sempre) molto direttamente e in contrasto con il pontificato di Francesco. Certo è che Papa Bergoglio ha lasciato un’eredità pesante al suo successore e condivido la verità sulla presenza delle donne nella Chiesa e, nonostante i gesti simbolici di Francesco, il peso della presenza femminile non è cambiato.

A cominciare dalle congregazioni che si stanno riunendo prima del Conclave e questa assenza prova che alle donne è riservato solo il ruolo di esecutrici anche se nella Chiesa Cattolica lavoriamo, pensiamo, proponiamo, discutiamo, stimoliamo e Papa Francesco lo aveva capito. Da subito ha lavato i piedi di una carcerata musulmana e poi ancora negli anni ha sempre privilegiato questo gesto, accompagnato da una visione molto innovatrice per il ruolo femminile che doveva essere oltre la presidenza della Caritas e nelle parrocchie come perpetue: nella Evangelii Gaudium ha sottolineato come le donne sono indispensabili e una loro presenza più incisiva nella Chiesa in ruoli di pari dignità dei maschi è fondamentale.

Per il Giubileo del 2015 ha aiutato con carità a promuovere la possibilità di una donna che ha abortito di confessarsi con un sacerdote sciogliendo il vincolo odioso che la gerarchia ecclesiastica dimostra tuttora nei confronti di coloro che hanno interrotto una gravidanza. E ancora, il riconoscimento di Maria Maddalena come apostola tra gli apostoli, aprendo nuove possibilità al riconoscimento dell’identità e dignità femminile e in seguito l’apertura di due ministeri – accolitato e lettorato – alle letture femminili al servizio all’altare e la catechesi che è da secoli gestito da cattoliche.

Io mi auguro che la nuova Commissione voluta da Francesco per il diaconato femminile lavori ad un percorso di crescita della consapevolezza che la presenza nella Chiesa anche a seguito di tante cattoliche nominate da Lui sia un processo inarrestabile.

La questione della violenza e degli abusi sessuali in seno alla Chiesa cattolica è una verità seria che va affrontata con l’impulso che ha dato Francesco. Prese dal Vangelo di Matteo, sono il titolo e le prime parole del nuovo Motu proprio di Francesco dedicato alla lotta agli abusi sessuali commessi da chierici e religiosi, nonché alle azioni o alle omissioni dei vescovi e dei superiori religiosi «dirette a interferire o eludere» le indagini sugli abusi, anche a carico di suore. Il Papa ricorda che i «crimini di abuso sessuale offendono Nostro Signore, causano danni fisici, psicologici e spirituali alle vittime e ledono la comunità dei fedeli», e menziona la particolare responsabilità che hanno i successori degli apostoli nel prevenire questi reati ed il documento stabilisce nuove norme procedurali per combattere gli abusi sessuali e assicurare che vescovi e superiori religiosi rendano conto del loro operato. È una normativa universale, che si applica all’intera Chiesa cattolica.

Vos estis lux mundi pone l’accento sull’importanza di tutelare i minori (persone con meno di 18 anni) e le persone vulnerabili. Viene infatti ampliata la nozione di “persona vulnerabile”, non più ristretta alle sole persone che non hanno “l’uso abituale” della ragione, fino a comprendere anche i casi occasionali e transitori di incapacità di intendere e di volere, nonché le disabilità di ordine fisico. Non più silenzio omertoso, dunque, e affidiamo soprattutto alle giovani donne la speranza e gli strumenti per aprire nuove possibilità di una presenza autorevole e indispensabile.