Ciao Fognini: non ti ho amato, ma senza di te il tennis italiano sarebbe morto
Presi dall’entusiasmo per il rientro di Jannik Sinner, per gli esordi di Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini, pare che ci sia una certa irriconoscenza nei confronti di Fabio Fognini e del suo addio a Roma e agli Internazionali di tennis. E lo dice uno che il “Fogna” non l’hai mai amato. Tifato sì, certamente. Ma […] L'articolo Ciao Fognini: non ti ho amato, ma senza di te il tennis italiano sarebbe morto proviene da Il Fatto Quotidiano.

Presi dall’entusiasmo per il rientro di Jannik Sinner, per gli esordi di Lorenzo Musetti e Matteo Berrettini, pare che ci sia una certa irriconoscenza nei confronti di Fabio Fognini e del suo addio a Roma e agli Internazionali di tennis. E lo dice uno che il “Fogna” non l’hai mai amato. Tifato sì, certamente. Ma mal sopportando certi atteggiamenti, in campo e fuori.
Qualcuno dice che solo il carattere lo ha privato di risultati sportivi ancora più importanti. Un’esagerazione: Fognini ha un talento sconfinato nei tocchi di fino, ma per arrivare più in alto gli sono sempre mancati la potenza e soprattutto il servizio. Non la determinazione e l’impegno, altrimenti non arrivi nella top 10 del tennis mondiale e non vinci un Masters 1000 (Montecarlo 2019) e altri 8 titoli Atp. Numeri che forse oggi a qualcuno sembrano normali o banali, vedendo quel che fa Sinner. Ma nell’epoca di Federer, Nadal e Djokovic non lo erano, soprattutto per il tennis italiano. Che, senza Fognini, sarebbe morto. Sparito.
In Italia la passione per la racchetta – che oggi è uscita allo scoperto – non è una reale sorpresa: è sempre esistita, ma è rimasta nascosta, latente. Nel nuovo millennio gli appassionati italiani si sono spellati le mani ad applaudire Federer e/o Nadal, a seconda del tifo. E pensare che un tennista azzurro si potesse anche solo avvicinare a quei campionissimi sembrava più che un sogno. Impossibile. Restavano solo i racconti dei successi di Pietrangeli e Panatta, della Coppa Davis 1976. Fognini è stato il primo a rompere questo tabù, a riportare l’Italia ai vertici del tennis. Ma non sono solo la top 10 e i titoli. Senza il ligure – ma è d’obbligo citare anche Andreas Seppi – la racchetta azzurra non sarebbe nemmeno pervenuta. Per anni, se non ci fossero stati loro due, semplicemente l’Italia non avrebbe nemmeno partecipato allo spettacolo. Nessuno avrebbe tenuta accesa la fiammella della speranza, raccolta poi da Berrettini, seguito da Sinner e ora anche da Musetti.
Viviamo l’era del boom del tennis italiano, ma senza Fognini non ci sarebbe stato nemmeno un terreno sul quale costruire questa epoca di talenti e successi. E questo gli va riconosciuto, al di là dei limiti caratteriali e non del “Fogna”. Che peraltro ha riconosciuto lui stesso: “Ho sbagliato, ma dalla mia bocca è sempre uscita la parola scusa e di questo ne vado fiero”. Chi scrive non ha mai apprezzato alcuni atteggiamenti che sembrano tradire poca umiltà. E alcune polemiche, fuori dal campo, davvero inutili. L’ultima persino durante l’addio al Foro Italico, quando ha per forza dovuto rimarcare la sua assenza dalla squadra che ha vinto la Coppa Davis 2023. Comprensibile che sia “una ferita aperta“. Vero che avrebbe meritato di esserci, per la sua carriera. Ma esistono anche delle logiche di squadra da rispettare.
Anche in questo però traspare tutta l’umanità del tennista ligure. Salutando Roma, indossava una felpa con la scritta: “Siamo tutti un po’ Fognini”. È vero: le sue sfuriate, la sua indolenza, le sue polemiche rappresentano l’atteggiamento della maggior parte dei tennisti che popolano i campi lungo la penisola. Quasi tutti ci arrabbiamo appena sbagliamo un punto, quasi tutti ce la prendiamo con la sfiga. Sinner, d’altronde, è così vincente anche perché è così diverso dalla maggior parte di noi. Ma guai a ridimensionare ciò che ha fatto Fognini: alla fine del suo viaggio con la racchetta in mano merita solo un grazie. Per lo spettacolo che ha regalato, per aver tenuto a galla il tennis italiano quando non c’era quasi nessun altro a farlo.
L'articolo Ciao Fognini: non ti ho amato, ma senza di te il tennis italiano sarebbe morto proviene da Il Fatto Quotidiano.