Carlos Alcaraz punge Sinner: “Non l’ho sentito durante la squalifica. Amareggiato? Non siamo amici”
Clima rovente alla vigilia dell’attesissimo scontro totale tra Jannik Sinner e lo spagnolo Carlos Alcaraz, che si affronteranno domenica 18 maggio (ore 17.00) nella finale degli Internazionali d’Italia. Il numero 1 del mondo e il prossimo numero 2 del ranking ATP (lo sarà ufficialmente da lunedì) si fronteggeranno sulla terra rossa del Foro Italico di […]

Clima rovente alla vigilia dell’attesissimo scontro totale tra Jannik Sinner e lo spagnolo Carlos Alcaraz, che si affronteranno domenica 18 maggio (ore 17.00) nella finale degli Internazionali d’Italia. Il numero 1 del mondo e il prossimo numero 2 del ranking ATP (lo sarà ufficialmente da lunedì) si fronteggeranno sulla terra rossa del Foro Italico di Roma nell’incontro che metterà in palio il trofeo: sarà l’undicesimo atto ufficiale sul circuito maggiore tra i due grandi rivali del tennis internazionale.
Il fuoriclasse iberico ha parlato proprio della rivalità con il nostro portacolori durante la conferenza stampa che ha preceduto il confronto di domani ed è stato più chiaro che mai: i due giocatori sono impegnati in un duello rovente che si protrarrà nel prossimo decennio e naturalmente è impossibile essere amici, sarebbe totalmente innaturale e non avrebbe senso considerando che ci si affronterà a ripetizione per raggiungere i massimi traguardi sportivi.
A Carlos Alcaraz è stato chiesto se si fosse sentito con Jannik Sinner durante i tre mesi di squalifica che il fenomeno altoatesino ha dovuto scontare e il Campione in carica di Wimbledon e Roland Garros ha risposto con un lapidario “no”. Forse l’azzurro si riferiva a lui quando ha dichiarato di esserci rimasto male perché alcuni colleghi non si erano fatti sentire durante lo stop dovuto al concordato con la WADA?
Il tennista spagnolo ha poi proseguito: “Alla fine ognuno di noi guarda a se stesso. Non ho parlato con lui durante la squalifica. Facciamo parte di un circuito, abbiamo un buon rapporto ma non siamo poi così vicini, non posso avere un’amicizia stretta con una persona che voglio battere. Siamo rivali ma sono contento che sia tornato in campo e stia bene. Posso capire che sia un po’ amareggiato che alcuni non siano fatti vivi, ma è così“.