Bosch, guadagni ridimensionati e tagli dei costi. Ma il 2025 è iniziato in crescita

“Non possiamo più permetterci ritardi, poiché ciò indebolirebbe ulteriormente la nostra posizione competitiva”, ammette Stefan Hartung, amministratore delegato di Bosch, la multinazionale tedesca della fornitura dell’industria automobilistica, che lo scorso anno ha ridotto a meno di 418.000 persone il numero dei collaboratori (-2,7%, oltre 11.500 addetti) e ha dovuto contabilizzare una flessione dell’1,4% dei ricavi, […] L'articolo Bosch, guadagni ridimensionati e tagli dei costi. Ma il 2025 è iniziato in crescita proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 8, 2025 - 15:49
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Bosch, guadagni ridimensionati e tagli dei costi. Ma il 2025 è iniziato in crescita

“Non possiamo più permetterci ritardi, poiché ciò indebolirebbe ulteriormente la nostra posizione competitiva”, ammette Stefan Hartung, amministratore delegato di Bosch, la multinazionale tedesca della fornitura dell’industria automobilistica, che lo scorso anno ha ridotto a meno di 418.000 persone il numero dei collaboratori (-2,7%, oltre 11.500 addetti) e ha dovuto contabilizzare una flessione dell’1,4% dei ricavi, che si sono attestati a 90,3 miliardi. Il bilancio è stato penalizzato in particolare dal Vecchio Continente, che vale la metà del totale (44,5 miliardi) dove il fatturato è sceso del 4,9%, mentre nelle Americhe è cresciuto del 4,8% e nell’Asia-Pacifico dello 0,7%. L’utile netto prima degli oneri finanziari e delle imposte (EBIT) è stato di 3,1 miliardi di euro, in calo del 35% rispetto ai 4,8 miliardi dell’esercizio precedente.

Bosch è rimasta sotto le aspettative: un anno fa, sempre in occasione della conferenza di bilancio, la società aveva anticipato di aspettarsi per il 2024 ricavi in crescita tra il 5 e il 7% e anche un EBIT superiore, che nel 2026 dovrebbe diventare del 7%. Ciò nonostante Hartung ha affermato che “nel 2024 abbiamo realizzato progressi importanti in termini di costi, strutture e portafoglio. Ci atteniamo ai nostri ambiziosi obiettivi di continuare a crescere e rafforzare la nostra indipendenza finanziaria. La nostra ‘Strategia 2030‘ ci permette di orientarci, specialmente in un periodo di instabilità globale, nel percorso per diventare uno dei tre principali fornitori nei nostri mercati chiave entro cinque anni al massimo”. L’obiettivo è una “crescita annuale media tra il 6 e l’8% fino al 2030”.

Per la società il primo trimestre di quest’anno è stato incoraggiante perché il fatturato è aumentato del 4%, anche al netto degli effetti valutari. Bosch insiste nella propria politica di riorganizzazione e ha già annunciato “aggiustamenti strutturali e riduzione del personale in varie aree”, per migliorare la competitività dell’azienda. “L’azienda – chiarisce una nota – è in contatto con i rappresentanti sindacali e li sta esortando a raggiungere rapidamente un accordo per avviarne il processo di attuazione”. La difficile congiuntura rischia di comportare ridimensionamenti in anche in Italia: Bosch ha già fatto sapere che il numero di posti di lavoro “continuerà a diminuire, in particolare in Germania e in Europa”.

Bosch prova a rispondere alla “crisi” con un investimento di 250 milioni nelle start-up per confermare la propria leadership tecnologica: “Il nostro alto livello di innovazione ci aprirà numerose opportunità future, anche in un ambiente ostile”, ha sintetizzato Hartung. Nel 2024 Bosch ha registrato oltre 6.700 brevetti, che valgono alla società di Stoccarda un posto fra le 100 aziende più innovative al mondo.

Gli investimenti in ricerca e sviluppo hanno raggiunto i 7,8 miliardi, pari all’8,6% dei ricavi, in crescita rispetto ai 7,3 del 2023 (8%), e hanno bilanciato il calo delle spese in conto capitale (5,1 miliardi, 400 milioni in meno). Il momento difficile non deresponsabilizza Bosch, che ha confermato l’obiettivo di contenere ulteriormente le emissioni di carbonio entro il 2030, scadenza entro la quale intende raddoppiare il proprio target di riduzione della CO2 corrispondente rispetto al 2018, portandolo dal 15 al 30%. “Il cambiamento climatico non sparisce solo perché l’economia globale ha altri problemi di cui occuparsi”, ha sottolineato Hartung.

Circa il 2025, il Ceo fatica ad esprimersi perché “le conseguenze di ulteriori dazi e i possibili effetti economici degli investimenti nell’infrastruttura europea e tedesca rendono più difficile fare una stima”. La crescita viene immaginata modesta, dal 2,25% al 2,75% e Bosch prevede il proprio fatturato in aumento tra l’1 e il 3%, con un “miglioramento significativo” dell’EBIT. Secondo il Cfo Markus Forschner, se la prevista acquisizione di parti delle attività di Johnson Controls e Hitachi “verrà completata entro la metà dell’anno, le vendite totali dovrebbero addirittura aumentare di uno o due punti percentuali nel 2025”.

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