Biglietti di treni e pullman più cari a Pasqua, penalizzati i fuorisede
A Pasqua 2025 il caro trasporti viaggia anche via terra, con treni e pullman a prezzi record: Assoutenti accusa rincari speculativi e chiede l'intervento del Governo

Torna puntuale come un orologio svizzero il caro trasporti pasquale, perché anche nel 2025 chi vuole viaggiare e spostarsi durante festività deve fare i conti con tariffe alle stelle, non solo per i voli ma anche per treni e pullman.
Il fenomeno, ormai ciclico, è stato denunciato da Assoutenti con un report che fotografa un Paese in cui muoversi lungo la Penisola nei giorni di Pasqua può costare quanto – o più – di un volo intercontinentale.
Il costo dei biglietti sale a Pasqua
I numeri parlano chiaro. Se si prova a partire il 18 aprile, venerdì prima di Pasqua, sono carissimi i biglietti dei treni per le tratte lunghe:
- da Torino a Reggio Calabria fino a 360 euro;
- da Milano a Reggio Calabria fino a 345 euro;
- da Milano a Lecce fino a 320 euro;
- da Torino a Lecce fino a 311 euro;
- da Genova a Lecce fino a 338 euro;
- da Milano a Salerno fino a 310 euro.
Non va meglio con i pullman, da sempre considerati l’alternativa low cost per eccellenza. Anche qui i rincari sono evidenti:
- da Milano o Torino a Reggio Calabria oltre 120 euro;
- da Roma a Reggio Calabria 56 euro;
- da Roma a Lecce 51 euro.
Si tratta di speculazione?
Non è un caso isolato e avevamo già parlato degli aumenti dei prezzi dei biglietti per Pasqua. Secondo il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso, ci troviamo di fronte ancora una volta a rincari speculativi che sfruttano la domanda concentrata dei periodi festivi, a discapito dei cittadini. ma questa Melluso denuncia aumenti fino al +312% sui treni rispetto ai giorni normali – è il caso della tratta Genova-Salerno.
Una vera e propria impennata dei costi, che si ripete puntualmente in occasione delle principali festività, anche per hotel e B&B, e colpisce anche chi si sposta via terra per tornare a casa a Pasqua – di fatto, è questo il caso più diffuso di chi si sposta da Nord a Sud durante questo periodo. A essere più penalizzati non sono dunque i viaggiatori occasionali, ma i fuorisede che vorrebbero riabbracciare le proprie famiglie.
L’intervento richiesto al Governo
Il problema non è solo di tipo economico, ma anche sociale. Per molti, soprattutto per chi ha famiglia al Sud, tornare a casa diventa un lusso, con costi che impattano duramente sui salari bassi e sulle fasce fragili della popolazione, tra cui anche gli studenti senza reddito proprio. In assenza di alternative sostenibili, l’aumento dei prezzi si traduce in disuguaglianza di mobilità, tra chi può permettersi di rientrare e chi no.
Per questo motivo, Assoutenti ha proposto al Governo di:
- calmierare i prezzi nei giorni festivi, come già avviene in altri Paesi europei;
- chiedere alle compagnie aeree e alle società ferroviarie un potenziamento dei collegamenti nelle giornate a maggiore domanda.
Lasciare il mercato completamente libero di agire in questi contesti porta a distorsioni che penalizzano gli utenti e accentuano le divisioni territoriali. In un Paese che continua a proclamare l’importanza della coesione sociale e della mobilità sostenibile, non si può ignorare il peso crescente del caro trasporti. E se anche viaggiare in pullman, che è storicamente l’opzione più economica, diventa proibitivo, allora vuol dire che il problema è davvero arrivato a destinazione.