Berlino si allontana da Washington
Berlino va avanti sugli investimenti per la difesa. Il Consiglio federale tedesco ha votato a favore dell’emendamento costituzionale che, approvato martedì dal Bundestag, abroga il freno al debito nel settore delle spese militari e infrastrutturali. Adesso sarà quindi possibile finanziare il piano da circa 500 miliardi di euro, caldeggiato dal prossimo cancelliere, Friedrich Merz. Un piano che, per essere approvato, ha ottenuto l’appoggio dei Verdi, i quali hanno avuto come contropartita 100 miliardi di investimenti climatici. Si tratta di una svolta attuata dal parlamento tedesco uscente, con cui Merz ha lasciato intendere di voler sostanzialmente allentare i rapporti di Berlino con Washington. “La mia priorità assoluta sarà rafforzare l'Europa il più rapidamente possibile affinché, passo dopo passo, possiamo davvero raggiungere l'indipendenza dagli Stati Uniti”, aveva dichiarato il diretto interessato subito dopo le ultime elezioni federali. Non solo. Merz ha anche sbattuto una porta in faccia a JD Vance che, parlando a febbraio alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, aveva fatto capire che la Casa Bianca avrebbe visto di buon occhio una coalizione politica, costituita da Cdu e Afd: una soluzione che il prossimo cancelliere ha invece escluso, preferendo un’alleanza con i socialdemocratici. Il che, per l’amministrazione Trump, è doppiamente problematico. Ritiene infatti innanzitutto che una simile coalizione non darà origine a un esecutivo stabile. In secondo luogo, teme, non del tutto a torto, che il governo Merz, alla fine, non invertirà la linea filocinese, portata avanti tanto da Olaf Scholz quanto da Angela Merkel.Tra l’altro, il mega pacchetto approvato dalla Germania avrà probabilmente un peso nell’orientare la politica di Bruxelles rispetto agli Stati Uniti. Non a caso, il via libera, arrivato dal Bundestag martedì, era stato salutato favorevolmente dal presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, la quale, ricordiamolo, fu ministro della Difesa tedesco dal 2013 al 2019, durante il cancellierato della Merkel. Insomma, il rischio è che, anziché cercare dei compromessi attraverso dei negoziati con la Casa Bianca, l’Ue, spinta soprattutto da Berlino, finisca con l’aggravare le tensioni transatlantiche. Uno scenario, questo, che condannerebbe Bruxelles a ulteriore irrilevanza geopolitica, soprattutto mentre gli Stati Uniti stanno guardando con sempre maggiore attenzione al Sud Globale.


Berlino va avanti sugli investimenti per la difesa. Il Consiglio federale tedesco ha votato a favore dell’emendamento costituzionale che, approvato martedì dal Bundestag, abroga il freno al debito nel settore delle spese militari e infrastrutturali. Adesso sarà quindi possibile finanziare il piano da circa 500 miliardi di euro, caldeggiato dal prossimo cancelliere, Friedrich Merz. Un piano che, per essere approvato, ha ottenuto l’appoggio dei Verdi, i quali hanno avuto come contropartita 100 miliardi di investimenti climatici.
Si tratta di una svolta attuata dal parlamento tedesco uscente, con cui Merz ha lasciato intendere di voler sostanzialmente allentare i rapporti di Berlino con Washington. “La mia priorità assoluta sarà rafforzare l'Europa il più rapidamente possibile affinché, passo dopo passo, possiamo davvero raggiungere l'indipendenza dagli Stati Uniti”, aveva dichiarato il diretto interessato subito dopo le ultime elezioni federali.
Non solo. Merz ha anche sbattuto una porta in faccia a JD Vance che, parlando a febbraio alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, aveva fatto capire che la Casa Bianca avrebbe visto di buon occhio una coalizione politica, costituita da Cdu e Afd: una soluzione che il prossimo cancelliere ha invece escluso, preferendo un’alleanza con i socialdemocratici. Il che, per l’amministrazione Trump, è doppiamente problematico. Ritiene infatti innanzitutto che una simile coalizione non darà origine a un esecutivo stabile. In secondo luogo, teme, non del tutto a torto, che il governo Merz, alla fine, non invertirà la linea filocinese, portata avanti tanto da Olaf Scholz quanto da Angela Merkel.
Tra l’altro, il mega pacchetto approvato dalla Germania avrà probabilmente un peso nell’orientare la politica di Bruxelles rispetto agli Stati Uniti. Non a caso, il via libera, arrivato dal Bundestag martedì, era stato salutato favorevolmente dal presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, la quale, ricordiamolo, fu ministro della Difesa tedesco dal 2013 al 2019, durante il cancellierato della Merkel.
Insomma, il rischio è che, anziché cercare dei compromessi attraverso dei negoziati con la Casa Bianca, l’Ue, spinta soprattutto da Berlino, finisca con l’aggravare le tensioni transatlantiche. Uno scenario, questo, che condannerebbe Bruxelles a ulteriore irrilevanza geopolitica, soprattutto mentre gli Stati Uniti stanno guardando con sempre maggiore attenzione al Sud Globale.