Bangkok Motor Show 2025: auto elettriche, misticismo e una Cina sempre più padrona – FOTO
Bangkok, metropoli dove il caos si trasforma in ordine con una logica tutta sua. Una giungla urbana fatta di grattacieli che sfidano il cielo e templi dorati che resistono al tempo, mentre fiumi di traffico scorrono incessanti come arterie di un organismo vivo. Qui, dove il motorino diventa un’estensione del corpo e la viabilità è […] L'articolo Bangkok Motor Show 2025: auto elettriche, misticismo e una Cina sempre più padrona – FOTO proviene da Il Fatto Quotidiano.








Bangkok, metropoli dove il caos si trasforma in ordine con una logica tutta sua. Una giungla urbana fatta di grattacieli che sfidano il cielo e templi dorati che resistono al tempo, mentre fiumi di traffico scorrono incessanti come arterie di un organismo vivo. Qui, dove il motorino diventa un’estensione del corpo e la viabilità è una sfida quotidiana, va in scena la 46ª edizione del Bangkok International Motor Show. Un evento che non si limita a esporre automobili, ma racconta un intero modo di concepirle, tra innovazione, tradizione e un pizzico di mistica.
Perché in Thailandia l’auto non è solo un mezzo di trasporto: è status, investimento, amuleto portafortuna. La numerazione della targa può determinare la sorte di un affare, il colore giusto attira energie positive, la benedizione al tempio è quasi un rito obbligato dopo ogni acquisto importante. Tra gli stand del Motor Show, questo aspetto emerge con angoli dedicati alla protezione spirituale del veicolo, a dimostrazione di come l’auto, qui, sia quasi un’estensione dell’anima.
Dentro gli immensi padiglioni dell’IMPACT Challenger Hall, struttura fieristica alle porte della Capitale, la presenza europea resiste con fierezza. Stellantis schiera tre punte di diamante: Peugeot, Maserati e Jeep. Il Leone francese spinge sulla tecnologia, la casa del Tridente sul lusso puro, il marchio americano sulla libertà assoluta. Un messaggio chiaro: il Vecchio Continente vuole rimanere in partita.
Ma i veri dominatori qui hanno gli occhi a mandorla e idee chiare su come conquistare il mondo. BYD non si accontenta di essere presente: vuole essere protagonista assoluta. Lo stand è il più grande, il più affollato, il più ambizioso. Eventi dedicati ai media, workshop di approfondimento, un vero e proprio show per dimostrare che la Cina non sta solo partecipando alla partita: la sta dominando. E lo fa con strategia. Ha costruito uno stabilimento in Thailandia in appena 16 mesi, aggirando così i dazi doganali e riuscendo a contenere i prezzi. Risultato? Una penetrazione di mercato fulminea di tutta la gamma, facilitata da una produzione locale che rende i modelli cinesi ancora più competitivi.
A farle da damigelle d’onore, Zeekr, Chery, Geely, Omoda & Jaecoo: marchi che fino a pochi anni fa sembravano sigle sconosciute e che oggi riempiono le strade di Bangkok con modelli elettrici, ibridi e prezzi capaci di mettere all’angolo i giganti occidentali. E se l’elettrico non basta, la Cina guarda avanti con Deepal, che al traffico risponde con un’alternativa futuristica: un drone capace di volare sopra la congestione cittadina. Più di un concept, una visione concreta di come il trasporto individuale potrebbe evolversi.
Girando per le strade della capitale thailandese, l’impressione è che il futuro sia già arrivato. Le auto elettriche sono ovunque, le colonnine di ricarica non mancano nei parcheggi dei condomini e nei centri commerciali, l’infrastruttura è avanti anni luce rispetto a molte capitali europee. Anche il parco auto, nonostante la crisi degli stipendi che attraversa il Paese, si sta svecchiando grazie a contributi governativi nel settore.
E poi c’è il mercato dell’usato. Al BIMS gli spazi dedicati ai veicoli di seconda mano sono ben strutturati, i venditori promettono affari d’oro, auto impeccabili, chilometri garantiti. La realtà? Il rischio è sempre dietro l’angolo, tra contachilometri ritoccati e storie mai del tutto trasparenti. Un mondo da esplorare con attenzione, dove le occasioni esistono, ma bisogna saperle riconoscere.
Un altro aspetto colpisce: il culto dell’auto come compagna di avventure. Tra gli stand abbondano accessori pensati per chi non si accontenta di guidare, ma vuole vivere il viaggio in modo totale. Tende da tetto, moduli campeggio per pick-up, soluzioni per il fuoristrada estremo. Un mercato che risponde a una cultura diversa dalla nostra, dove la macchina non è solo un mezzo, ma una parte dell’esperienza.
Eppure, tra elettrico e tecnologia, il paradosso rimane. L’aria di Bangkok continua a essere irrespirabile. Lo smog è un ospite costante, capace di lasciare il segno: basta guardare il colletto della camicia a fine giornata per rendersi conto che la transizione green, qui, non ha ancora vinto la battaglia più importante. L’elettrico avanza, ma la città resta soffocata da emissioni che non scompaiono dall’oggi al domani.
Il Bangkok Motor Show, in conclusione, non è solo un’esposizione di automobili. È una fotografia di un mondo che si muove veloce, la Cina guida il cambiamento con pragmatismo e visione. L’Occidente saprà tenere il passo?
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