Autista del bus aggredito: “Preso alle spalle e picchiato a sangue. Così non si va più avanti”
L’aggressore è un trentenne ben noto sui pullman. I sindacati chiedono “più controlli a bordo”. L’azienda rilancia il piano sicurezza: “Telecamere su tutti i bus”

Arezzo, 10 maggio 2025 – “Un dolore fortissimo al volto, il sangue che usciva dalla ferita sulla testa, poi il buio per qualche minuto”. Simone Pennacchini ha 54 anni, e l’esperienza sulle spalle di chi fa questo mestiere da venti anni. Eppure, quei pugni in faccia lo hanno “steso” moralmente. “Non me l’aspettavo, sono rimasto spiazzato e non ho potuto difendermi”. Perché l’aggressore lo ha colpito di spalle, mentre era seduto al volante e stava per partire: ogni giorno lo stesso percorso, da Arezzo a Sansepolcro sul pullman di Autolinee Toscane. Ieri mattina la seconda visita di controllo al Pronto soccorso dove era arrivato il giorno prima con il volto tumefatto.
“Erano le 14,30 e stavo per partire. Il percorso di questa linea extraurbana prevede il tragitto lungo la provinciale della Libbia. Sul bus è salito un giovane sui trent’anni, già conosciuto da noi autisti e dalle forze dell’ordine per le sue intemperanze. Sale sui mezzi senza biglietto e ha un atteggiamento arrogante. Stavo per avvertirlo che la corsa del bus non prevedeva il tragitto che di solito fa per tornare a casa e lui si è scagliato con violenza contro di me, urlando”. Poi l’aggressione: “Ho sentito un colpo fortissimo in pieno volto seguito da una botta altrettanto forte in testa. Il secondo pugno sferrato con un anello di metallo, mi ha provocato una ferita alla testa e il sangue è fuoriuscito in maniera copiosa. In quel momento mi sono sentito debole, frastornato e per alcuni minuto non vedevo nulla”. Sul pullman in quel momento c’erano una ventina di passeggeri “terrorizzati dalla violenza di questo giovane che nel frattempo era fuggito. Qualcuno mi ha consigliato di tamponare il sangue: sono riuscito a scendere dal bus e ho raggiunto la sala degli autisti, al terminal, dove i colleghi mi hanno soccorso e hanno dato l’allarme”. La corsa in ospedale con l’ambulanza e le indagini della polizia che ha individuato l’aggressore nella zona della stazione e lo ha bloccato.
“Non è la prima volta che subisco violenza verbale e fisica sugli autobus, ma questa volta è stata davvero molto brutta”, racconta e rilancia “la necessità di controlli costanti a bordo dei pullman di linea: sono sempre più frequenti i casi di passeggeri che salgono senza pagare il ticket e se provi a dire qualcosa ti aggrediscono. Così non si può andare avanti”. La stessa sollecitazione che i sindacati ribadiscono con nettezza: “Non vediamo le verifiche a bordo degli autobus, e ci preoccupa l’atteggiamento dell’azienda che a nostro parere non investe sui controlli, necessari per far rispettare le regole sul pagamento dei ticket e combattere il fenomeno dell’evasione sempre più diffuso e all’origine delle reazioni violente contro gli autisti” spiega Luigi Mori a nome di Cgil, Cisl, Uil, Faisa e Ugl.
“Il progetto Toscana Sicura di Autolinee Toscane vede attivo il sistema di videosorveglianza che permette di registrare filmati a bordo e di fornirli alle forze dell’ordine. Tutti i mezzi hanno 5-7 telecamere al loro interno”, fa sapere l’azienda impegnata sl fronte della sicurezza. Il piano per Arezzo? “Stiamo lavorando ad allestire la flotta bus, i veicoli meno recenti, con la cabina chiusa a protezione degli autisti. I futuri mezzi saranno dotati di una cabina chiusa che non consente di entrare in contatto con il personale di guida. Crediamo che l’attivazione di tutti i sistemi di controllo e deterrenza siano fondamentali, consapevoli che il problema non riguarda il trasporto pubblico ma l’intera società”.