Atletica, l’Italia non tradisce mai. Anche a Nanchino azzurri protagonisti e vincenti ma ci sono ancora punti deboli

I numeri sono da urlo e su questo ci sono pochi dubbi. Anche a Nanchino l’Italia dell’atletica leggera rientra tra le grandi protagoniste a livello mondiale, batte record e infiamma gli appassionati che sono ogni giorno di più. Mai gli azzurri avevano conquistato due ori nella stessa edizione della rassegna iridata indoor e a Nanchino […]

Mar 24, 2025 - 09:32
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Atletica, l’Italia non tradisce mai. Anche a Nanchino azzurri protagonisti e vincenti ma ci sono ancora punti deboli

I numeri sono da urlo e su questo ci sono pochi dubbi. Anche a Nanchino l’Italia dell’atletica leggera rientra tra le grandi protagoniste a livello mondiale, batte record e infiamma gli appassionati che sono ogni giorno di più. Mai gli azzurri avevano conquistato due ori nella stessa edizione della rassegna iridata indoor e a Nanchino sono arrivati quelli di Andy Diaz nel triplo e Mattia Furlani nel lungo. L’Italia ha chiuso al quinto posto nel medagliere e addirittura al quarto nella classifica per Nazioni che tiene conto dei piazzamenti da finale: sono numeri da potenza mondiale e questa inizia ad essere una dolce routine.

Non sono tutte rose e fiori, in casa azzurra, questo va detto, però le eccellenze sono tante, c’è ricambio e l’Italia si può permettere di ottenere questi grandi risultati, nonostante le assenze di alcuni big assoluti, come Marcell Jacobs e tutti i componenti della staffetta 4×100, a Gianmarco Tamberi, a Nadia Battocletti e, a Nanchino, a Larissa Iapichino, tanto per fare qualche nome altisonante.

La stagione indoor lascia sempre un po’ il tempo che trova nei bilanci stagionali ma il fatto che alcuni super campioni prendano queste gare molto sul serio fa crescere sicuramente la considerazione generale riguardo questi eventi (quest’anno sono stati addirittura due) che non sono certo più passatempi in attesa che arrivi il meteo favorevole ma creano grande interesse. A Nanchino sono arrivate due prime volte: la prima vittoria a livello globale di Mattia Furlani, in una gara dove c’erano praticamente tutti gli atleti di alto livello, compreso il campione di tutto Tentoglou, sicuramente in una versione un po’ offuscata e il primo oro mondiale con la maglia azzurra di Andy Diaz che ha dominato il salto triplo anche se qui i rivali più temuti (che sono due ex connazionali cubani) non c’erano.

L’argento di Zaynab Dosso ha lasciato un pizzico di amaro in bocca e questo già dà l’idea del livello raggiunto dalla primatista italiana che era lei per prima rammaricata per aver mancato il bis d’oro dopo il trionfo agli Europei. Dosso comunque esce dalla stagione invernale in un’altra dimensione e la curiosità sarà vedere se riuscirà a migliorarsi così tanto e a tenere questa continuità di rendimento anche nelle gare all’aperto che si allungano di 40 metri. La sconfitta subita in rimonta contro la svizzera Kambundji potrebbe far scattare qualche molla importante nell’azzurra che deve lavorare soprattutto sulla capacità di gestione delle emozioni che stavolta le hanno giocato un brutto scherzo, anche se le rivali erano più o meno le stesse di Apeldoorn.

Nanchino ha sancito anche il ritorno ad altissimi livelli di Lorenzo Simonelli che, dopo l’argento iridato dello scorso anno e l’oro europeo a Roma sui 110 ostacoli, arrivava dalla prestazione non straordinaria a Parigi e da una partecipazione all’acqua di rose ad Apeldoorn a seguito di qualche problema fisico. A Nanchino, nonostante la benzina non fosse sufficiente, Simonelli ha sfiorato il podio dimostrando di essere fra i migliori interpreti mondiali della specialità e quella che l’attende è un’estate molto importante in chiave crescita. A proposito di ritorni e riscatti c’è da registrare anche la gara di Leonardo Fabbri che è uscito con le ossa rotte da Apeldoorn e che ha sfiorato il podio a Nanchino. Non è stato l’inverno che attendeva il pesista fiorentino, così come non lo è stato per Zane Weir, però questa gara in crescita alla fine di un periodo non semplice può essere un buon viatico per la stagione estiva.

Troppo poco mezzofondo per la squadra azzurra. Dietro ai big, come Battocletti o, in misura minore, Tecuceanu, al momento non c’è tantissimo in pista e qui andrà concentrato il lavoro. È vero, Pietro Arese, i Riva, Crippa se deciderà di proseguire nelle lunghe distanze in pista, sono ottimi prospetti ma serve qualcosa in più per tornare competitivi ai massimi livelli anche in questa tipologia di gare. L’Italia dell’atletica ha dimostrato negli ultimi anni che volere è potere ed è giusto aver fiducia nello staff tecnico azzurro e nei vari centri giovanili che stanno sfornando prospetti interessanti un po’ su tutti i fronti.