Atleti sul ring contro il cyberbullismo. “Giustizia per Vincent Plicchi”
Bologna, tra gli organizzatori dell’evento anche il padre del 23enne tiktoker suicida in diretta perché travolto da false accuse

Bologna, 3 maggio 2025 - Cyberbullismo, a Bologna si combatte (anche) sul ring. Nel ricordo di Vincent Plicchi (Inquisitor Ghost), giovane content creator bolognese vittima di cyberbullismo.
Il 23 maggio alle 18 alla Kappao Factory in via Zanardi 84/3a, si terrà una serata speciale dove fighters, atleti e amici della palestra si affronteranno sul ring per incontri di sparring con l’obiettivo di mandare un messaggio forte e chiaro contro il fenomeno del cyberbullismo. “Lasciali parlare”, è il titolo eloquente dell’iniziativa. Il ricavato sarà destinato all’Aics, Associazione italiana di prevenzione al cyberbullismo e al sexting.
Chi era Vincent Plicchi
Vincent Plicchi aveva 23 anni. Si è suicidato in diretta su TikTok la sera di martedì 10 ottobre 2023. Il web era il suo mondo: influencer seguitissimo, aveva 300mila follower. E proprio questo successo è stata la sua condanna a morte. Travolto da false accuse di pedofilia, si è ucciso. “Non ce la faccio più”, ha lasciato scritto. L’inchiesta per istigazione al suicidio è stata archiviata, resta aperta quella per diffamazione. “Giustizia per Vincent”, chiedono il manifesto dell’evento e il padre del 23enne, Matteo, che non si è mai arreso.
Sul ring contro il cyberbullismo
La battaglia di questo papà, che è stato anche pugile, continua su molte strade, una è quella dell’impegno sociale. Anche per questo ha aderito all’idea dei soci di Kappao Factory - Nicolò Dall’Olmo (che è stato allenatore di Vincent), Mario Zanotti, Giacomo Berti Arnoaldi Veli e Francesco Chili - di portare la battaglia contro il cyberbullismo in palestra.
“Negli sport da combattimento non c’è spazio per bulli e leoni da tastiera - è la convinzione degli organizzatori - perché alla fine sul ring non contano le chiacchiere, ma vincono la preparazione e il coraggio dell’atleta, che non sarà mai autorizzato a prendersela con persone più deboli, ma si confronterà sempre con atleti del proprio livello. Per questa ragione si dice che salire sul ring sia già di per sé una vittoria: hai vinto sulla paura di non farcela, di non essere adeguato, stai dimostrando con i fatti che hai le qualità per vincere…sul ring e nella vita”.
Il cyberbullo, nemico anonimo
Mentre “il bullo si approfitta delle debolezze altrui e cerca sempre di ‘schivare’ il confronto alla pari con le sue vittime. Il cyberbullo si nasconde dietro l’anonimato di un nickname, perseguita in maniera sistematica chi ha messo nel mirino, lo diffama e ferisce con parole che sono come coltelli, privatamente e pubblicamente. Un nemico invisibile, diabolico, onnipresente”. Invece “gli sport da combattimento forgiano fisico e spirito”, perché “superare fatica, paura e stress ogni volta che si decide di ‘combattere’ crea consapevolezza dei propri mezzi nel corpo, ma soprattutto nell’anima”. E “tutto deve sempre avvenire con il sorriso, divertendosi, è bellissimo vedere due atleti che se le sono ‘suonate’ fino a pochi istanti prima abbracciarsi e rincuorarsi per la bella prestazione, un confronto costruttivo, quello che bulli e cyberbulli cercano sempre di evitare”.