Argentina, Galles, Kurdistan: il Festival di Trento premia storie lontane dalle Alpi
Resilienza, cambiamento climatico, il difficile rapporto tra gli abitanti della Terra e il pianeta che li circonda. Questi i temi dei film premiati a Trento. L’unica storia di arrampicata, Adra di Emma Crome, è ambientata sulle rocce del Galles L'articolo Argentina, Galles, Kurdistan: il Festival di Trento premia storie lontane dalle Alpi proviene da Montagna.TV.



Le Alpi non ispirano più il cinema di montagna? Potrebbe essere questa la chiave per leggere il palmarès dell’edizione numero 73 del Trento Film Festival.
La Giuria internazionale del Festival, composta da Selene Caramazza (Italia), Michael Dillon (Australia), Beatrice Fiorentino (Italia), Celina Murga (Argentina), Sean Villanueva O’Driscoll (Spagna e Irlanda) ha infatti assegnato i premi ufficiali a pellicole ambientate in Argentina, in Galles, sulle aspre montagne del Kurdistan, in Groenlandia e in altri ambienti, certamente spettacolari e selvaggi ma lontani dalle Dolomiti e dal Monte Bianco.
Hanno avuto destinazioni analoghe anche molti dei numerosi premi “privati” della rassegna trentina, assegnati da istituzioni, associazioni e aziende come la Fondazione Dolomiti UNESCO, la sede RAI di Trento, Ritter Sport e il MUSE, il Museo delle Scienze del Trentino.
“Dai film premiati in quest’edizione emergono i temi della resilienza e del legame tra le persone e il territorio” commenta Mauro Leveghi, Direttore del Film Festival di Trento. “Nelle scelte della Giuria torna il bianco e nero del manifesto di questa edizione, con la sua foto di Sebastião Salgado. Ci sono resistenza e scoraggiamento, libertà e sopraffazione, giustizia e sopruso, inclusione e diversità” aggiunge la direttrice Luana Bisesti.
“E’ uno splendido palmarès che premia la varietà delle proposte del Concorso di quest’anno. Sono particolarmente felice che siano due i cortometraggi premiati, perché sono da sempre convinto che nel “formato breve” vada cercato il futuro del cinema” conclude Mauro Gervasini, responsabile del programma cinematografico del Festival.
Vincitore assoluto della rassegna trentina è Donde los árboles dan carne (Dove gli alberi danno carne), del regista argentino Alexis Franco, al quale è stata assegnata la Genziana d’Oro per il Miglior film-Gran Premio Città di Trento. Un film che celebra la resilienza del gaucho Omar e della sua famiglia che vive nel cuore della Pampa, di fronte alle conseguenze del cambiamento climatico e a una vita rurale sempre più aspra. Un premio che s’intona all’omaggio che l’edizione 2025 del Festival dedica ai paesaggi, alla natura, alle vette, alla cultura e al vino dell’Argentina.
La Genziana d’Oro per il Miglior film di Alpinismo, Popolazioni e Vita di montagna e il Premio CAI vengono invece attribuiti ad Adra, una pellicola della giovane regista britannica Emma Crome, che parte dalle pareti intorno allo Llanberis Pass, con le loro storiche vie dove vediamo arrampicare Zoe Wood e Lewis Perrin Williams, e aiuta a riflettere sui concetti di comunità e di identità in una terra che conosciamo meno dell’Inghilterra e della Scozia.
“I paesaggi del nord del Galles, tra falesie e miniere, rendono Adra uno spaccato di comunità e appartenenza che mantiene vivo e attuale il ricordo degli splendori del Regno Unito degli anni ‘80 che ancora si ritrovano a Llanberis” afferma Antonio Montani, presidente generale del Club Alpino Italiano. “L’arrampicata ha il ruolo di collante generazionale, attaccamento e amore per il territorio, oltre che di amicizia e condivisione”.
La Genziana d’Oro per il Miglior film di Esplorazione o Avventura – Premio Città di Bolzano è stata assegnata a All the Mountains Give (Quello che le montagne danno) dell’iraniano Araksh Rakhsha. Girato nell’arco di sei anni, è ambientato tra i Kolbar, i contrabbandieri di etnia curda che attraversano le montagne al confine tra l’Iraq e l’Iran. La motivazione del premio sottolinea anche la qualità della musica e del montaggio.
La Genziana d’Argento per il Miglior contributo tecnico-artistico va a Perfectly a Strangeness (Una stranezza perfetta) della regista canadese Alison McAlpine. “Attraverso un originale uso del time-lapse e una fotografia iperrealista”, il film “trasforma il deserto cileno in un paesaggio sospeso, in cui l’estrema nitidezza dell’immagine alimenta il senso di stupore di fronte alla grandezza del cosmo” recita la motivazione, che cita anche il direttore della fotografia Nicolas Canniccioni.
La Genziana d’Argento per il Miglior cortometraggio va ad Anngerdaardardor (Il ladro) di Cristoffer Rizvanovic Stenbakken. Un film ambientato nella Groenlandia orientale, e che racconta il rapporto di Kaali, un ragazzo autistico, con il suo cane che viene rapito da ignoti.
Il Premio della Giuria è stato assegnato a The Wolves Always Come at Night (I lupi arrivano sempre di notte) della regista australiana Gabrielle Brady. Il film, a metà tra un documentario e una fiction, è ambientato in Mongolia, una terra mitica per i viaggiatori. Racconta la storia di una famiglia di allevatori, che il cambiamento climatico costringe a trasferirsi in città.
Chiude la carrellata dei riconoscimenti ufficiali il Premio T4future assegnato a Tête en l’air (Testa in aria), del francese Rémi Durin, che ha per protagonista una famiglia di scoiattoli. Una pellicola, spiegano i giurati, che “ci ha colpiti, oltre che per la grafica curata, per il messaggio che lancia, che invita a osservare anche le cose più piccole che altri ignorano. Si tratta di un corto adatto a tutte le età: i più piccoli possono lasciarsi coinvolgere da una storia di per sé intrigante, mentre gli adulti possono cogliere i significati più profondi che vi si nascondono”.
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