Aree idonee, la proposta dell’Abruzzo all’esame dell’Aula

Il progetto di legge dell’Abruzzo sulle aree idonee approda oggi (11 marzo) nell’Aula del Consiglio regionale. Si tratta dell’atto n. 45/2024 presentato lo scorso dicembre dalla Giunta con carattere di urgenza. Rispetto alla prima versione ci sono state alcune modifiche attraverso emendamenti in commissione Territorio. Tra queste, la possibilità di installare fotovoltaico anche con moduli a […] The post Aree idonee, la proposta dell’Abruzzo all’esame dell’Aula first appeared on QualEnergia.it.

Mar 11, 2025 - 12:33
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Aree idonee, la proposta dell’Abruzzo all’esame dell’Aula

Il progetto di legge dell’Abruzzo sulle aree idonee approda oggi (11 marzo) nell’Aula del Consiglio regionale. Si tratta dell’atto n. 45/2024 presentato lo scorso dicembre dalla Giunta con carattere di urgenza.

Rispetto alla prima versione ci sono state alcune modifiche attraverso emendamenti in commissione Territorio.

Tra queste, la possibilità di installare fotovoltaico anche con moduli a terra e impianti di produzione di biometano in aree interne ai siti industriali e agli stabilimenti, oltre che in aree agricole che siano comprese entro un perimetro di 500 metri dagli impianti industriali, collocate entro 300 metri dalle autostrade o che rientrino tra le aree irrigue servite dai consorzi di bonifica.

Le aree idonee e non idonee

Secondo il testo (link in basso), sono da considerarsi idonee a ospitare Fer i siti in cui sono già installati impianti della stessa fonte e in cui vengono realizzati interventi di modifica che non comportino una variazione dell’area occupata superiore al 20%. Tale limite percentuale non si applica agli impianti fotovoltaici, in relazione ai quali gli interventi sono ammissibili esclusivamente senza incremento dell’area occupata dai pannelli.

Ancora, sono idonee le cave e le miniere ripristinate, anche se ricadono nella fascia di rispetto dal perimetro dei beni tutelati. Per i soli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra, via libera in zone classificate come “agricole” dai piani urbanistici vigenti che non rientrino tra le aree e superfici non idonee, le discariche o i lotti di discarica chiusi o ripristinati.

Ci sono poi i siti e gli impianti nella disponibilità delle società del gruppo Ferrovie dello Stato, delle società concessionarie autostradali e di quelle di gestione aeroportuale.

In ultimo, le coperture di fabbricati rurali, di edifici a uso produttivo e di edifici residenziali o le aree adiacenti alle centrali di trasformazione delle linee elettriche della rete di trasmissione nazionale, entro una distanza non superiore a trecento metri.

Sono considerate non idonee, oltre alle varie aree tutelate per motivi paesaggistici o perché ospitano beni culturali, le zone agricole con colture permanenti (vigneti, frutteti, tartufaie e oliveti, questi ultimi con densità superiore a 100 piante per ettaro e una superficie superiore a cinquemila metri quadrati) e quelle che hanno ottenuto contributi regionali, nazionali o europei.

Va sottolineato che l’Abruzzo è in ritardo sugli obiettivi di installazioni di nuovi impianti Fer. Secondo il report “Scacco matto alle rinnovabili 2025” presentato recentemente da Legambiente, considerando i 366 MW di installazioni realizzati tra il 2021 e il 2024, ad oggi la regione è in deficit di 88 MW rispetto ai 454 MW previsti per il 2024 dal decreto Aree idonee ed è solo al 17,5% dell’obiettivo di 2.092 MW di nuove installazioni previsto per il 2030.

Tenendo conto della media di installazioni degli ultimi quattro anni, all’attuale velocità occorreranno 18,9 anni per realizzare i 1.541,6 MW mancanti.

La legge del Friuli entra in vigore

Intanto, lo scorso 7 marzo è entrata in vigore la legge sulle aree idonee del Friuli Venezia Giulia, pubblicata sul supplemento del Bollettino ufficiale della Regione il 6 marzo (link in basso). Questa Regione diventa dunque la seconda, dopo la Sardegna, ad avere legiferato sul tema.

In particolare, specifica il Consiglio regionale in una nota, il provvedimento definisce “idonee” le superfici già costruite, di minor pregio, degradate o non idonee ad altri usi, prevedendo disposizioni specifiche per la salvaguardia di zone classificate agricole, aree tutelate ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio e siti regionali Unesco, nonché di aree naturali protette regionali, siti della rete Natura 2000 e prati stabili.

Quanto alla cartografia delle aree, la legge prevede una distinzione. Quella relativa alle superfici e aree idonee e a quelle non idonee ricomprese nei perimetri di beni culturali e paesaggistici sottoposti a tutela sarà disponibile contestualmente all’entrata in vigore del disegno di legge e tenuta costantemente aggiornata in modo automatico.

Quella relativa alle superfici e aree non idonee distinte per categoria di tutela e alla fascia di rispetto dal perimetro dei beni culturali, invece, sarà disponibile entro dodici mesi dall’entrata in vigore del disegno di legge.

La legge dispone inoltre un monitoraggio annuale sul suo stato di attuazione attraverso la presentazione al Consiglio regionale di una relazione che attesti, in particolare, i progressi nel raggiungimento dell’obiettivo di potenza Fer complessiva assegnato alla Regione dal DM 21 giugno 2024, che impone un incremento al 2030 di 1,96 GW rispetto al 31 dicembre 2020.

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