Antisemita o antisionista? Ecco la differenza che tutti dovremmo conoscere per capire (meglio) il conflitto israelo-palestinese

La Striscia di Gaza continua a essere teatro di una crisi umanitaria senza precedenti. L’11 maggio 2025, un bombardamento dell’IDF (Israel Defense Forces, cioè le Forze di difesa israeliane) alla città palestinese di Khan Younis ha causato dieci vittime, secondo quanto riportato dalla Protezione civile palestinese. Contemporaneamente, Hamas ha diffuso un video riguardante due ostaggi...

Mag 12, 2025 - 16:08
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Antisemita o antisionista? Ecco la differenza che tutti dovremmo conoscere per capire (meglio) il conflitto israelo-palestinese

La Striscia di Gaza continua a essere teatro di una crisi umanitaria senza precedenti. L’11 maggio 2025, un bombardamento dell’IDF (Israel Defense Forces, cioè le Forze di difesa israeliane) alla città palestinese di Khan Younis ha causato dieci vittime, secondo quanto riportato dalla Protezione civile palestinese. Contemporaneamente, Hamas ha diffuso un video riguardante due ostaggi israeliani, Elkana Bohbot e Yosef-Haim Ohana, catturati nell’ottobre 2023.

Sul fronte diplomatico, Papa Leone XIV ha lanciato un nuovo appello per la cessazione delle ostilità – “Cessi immediatamente il fuoco, arrivino gli aiuti e siano liberati gli ostaggi” – mentre si registrano colloqui tra Hamas e Stati Uniti per la possibile liberazione di un ostaggio americano, il soldato Edan Alexander, come riferiscono Ynet e Reuters.

In questo scenario complesso, comprendere la differenza tra antisionismo e antisemitismo diventa essenziale per analizzare correttamente gli eventi in corso.

Linguaggio e significati

Nel dibattito sul conflitto israelo-palestinese, i termini “antisemita” e “antisionista” vengono spesso confusi o usati come sinonimi, generando malintesi e polemiche improduttive. È necessario invece definire chiaramente questi concetti, pur riconoscendo le possibili zone d’ombra e i rischi di strumentalizzazione.

Cos’è l’antisionismo

L’antisionismo nasce come opposizione al sionismo, movimento politico di fine Ottocento che mirava alla creazione di uno Stato ebraico in Palestina. Questo progetto, originato dal desiderio di autodeterminazione e dalla necessità di trovare riparo dalle persecuzioni, non fu condiviso unanimemente neanche all’interno della comunità ebraica. Molti ebrei ortodossi ritenevano che la rinascita politica del popolo ebraico potesse avvenire solo con l’avvento dell’era messianica. Altri, integrati nelle società europee, non percepivano l’urgenza di uno Stato ebraico. Anche movimenti come il Bund (socialismo ebraico) si opponevano al sionismo, promuovendo invece un’autonomia culturale nella diaspora.

Dopo la fondazione di Israele nel 1948, l’antisionismo ha assunto connotazioni più ampie, esprimendo spesso contrarietà all’esistenza stessa dello Stato ebraico, alla sua politica e al suo diritto alla sicurezza. Questa opposizione si è sviluppata principalmente in difesa dei diritti dei palestinesi, colpiti dai conflitti e dalla creazione dello Stato israeliano.

Cosa significa antisemitismo

L’antisemitismo, termine coniato nel XIX secolo dal filologo ebreo Steinschneider e poi popolarizzato dal politico tedesco Wilhelm Marr, indica specificamente l’ostilità, il pregiudizio o l’odio verso gli ebrei in quanto gruppo. Nonostante l’etimologia suggerisca una contrarietà verso i popoli semiti in generale (le lingue che appartengono al gruppo semitico sono anche l’arabo, l’ebraico, l’aramaico e l’amarico) il termine si riferisce esclusivamente all’avversione verso gli ebrei.

La storia dell’antisemitismo è lunga e tragica: dall’antigiudaismo religioso medievale, che accusava gli ebrei di deicidio, fino all’antisemitismo politico e razziale culminato nell’Olocausto. Questo sentimento si fonda su stereotipi negativi e accuse infondate, come quella di cospirare per dominare il mondo o di essere responsabili di crisi sociali ed economiche.

Una distinzione necessaria

Concettualmente, la differenza tra antisionismo e antisemitismo è chiara. Tuttavia, il confine tra le due posizioni può diventare sottile. L‘antisionismo rischia di trasformarsi in antisemitismo quando, ad esempio, la critica a Israele oltrepassa la sfera politica e nega il diritto all’esistenza dello Stato ebraico. Quando si utilizzano stereotipi tipici dell’odio antiebraico per delegittimare Israele e i suoi cittadini. Quando si nega agli ebrei, diversamente da altre minoranze, il diritto di definire la propria identità collettiva, in cui il legame con Israele può essere significativo. In questi casi, l’antisionismo può diventare una forma mascherata di antisemitismo, negando agli ebrei diritti fondamentali riconosciuti ad altri popoli.

Uno sguardo al futuro

La crisi umanitaria nella Striscia di Gaza continua a peggiorare, con un tragico bilancio che supera le 52.810 vittime dal 7 ottobre 2023, secondo i dati forniti dal Ministero della Salute di Gaza aggiornati all’11 maggio 2025.

Mentre assistiamo agli sforzi diplomatici in corso, come i colloqui tra Iran e Stati Uniti in Oman (definiti “difficili ma utili” e “incoraggianti” dalle rispettive parti), e ascoltiamo gli appelli per la pace di leader spirituali come Papa Leone XIV, la distinzione tra critica alle politiche israeliane e ostilità verso gli ebrei rimane cruciale.

Una comprensione più profonda di questa differenza può contribuire a un dibattito più costruttivo e a una maggiore consapevolezza delle dinamiche in atto, nella speranza di trovare soluzioni che garantiscano giustizia e sicurezza per tutti i popoli coinvolti.

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