In India le donne rischiano la vita per andare in bagno: ecco la rivoluzione rosa che le sta salvando

Un racconto (divertentissimo) di Selvaggia Lucarelli ci ha fatto conoscere una realtà in India di cui non si parla molto: in India quasi il 70% delle famiglie non ha un bagno in casa, il che significa che le città e le zone rurali sono spesso ridotte in condizioni igienico-sanitarie precarie. Precarietà e pericoli, soprattutto per le...

Mag 12, 2025 - 16:08
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In India le donne rischiano la vita per andare in bagno: ecco la rivoluzione rosa che le sta salvando

Un racconto (divertentissimo) di Selvaggia Lucarelli ci ha fatto conoscere una realtà in India di cui non si parla molto: in India quasi il 70% delle famiglie non ha un bagno in casa, il che significa che le città e le zone rurali sono spesso ridotte in condizioni igienico-sanitarie precarie.

Precarietà e pericoli, soprattutto per le donne: qui, fino a tempi recentissimi, la questione dei servizi igienici femminili era un’emergenza nazionale tanto silenziosa quanto drammatica. Un Paese con oltre un miliardo e mezzo di abitanti e megalopoli da oltre 20 milioni di persone non garantiva, in gran parte del territorio, l’accesso a servizi igienici pubblici.

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Secondo il censimento del 2011, solo il 32,7% delle famiglie indiane disponeva di un bagno all’interno della propria abitazione. Il resto della popolazione – e in particolare le donne – era costretto ad arrangiarsi: andare nei campi, svegliarsi prima dell’alba o aspettare la notte per non essere viste, trattenere i bisogni per ore durante la giornata lavorativa. Con tutti i rischi che si corrono.

Questa realtà, oltre a incidere profondamente sulla salute femminile (infezioni urinarie, complicanze renali, problemi legati alla gestione del ciclo mestruale), esponeva le donne anche a gravi pericoli di sicurezza.

Pink Toilet, i bagni rosa

Tra le tante iniziative nate in risposta, una delle più simboliche è senz’altro quella dei Pink Toilets: servizi igienici pubblici dedicati alle donne, progettati secondo standard di accoglienza e sicurezza, che mirano non solo a rispondere a bisogni fisiologici, ma anche a restituire dignità e autonomia alle utenti.

L’iniziativa è partita nel 2018 a Vikaspuri, sobborgo di Delhi, grazie a una collaborazione tra PVR NEST (l’anima filantropica del colosso cinematografico PVR), la National Commission for Protection of Child Rights (NCPCR) e la Municipal Corporation of Delhi (MCD). L’esperimento ha avuto un successo tale da convincere il MCD ad affidare a PVR NEST altri 20 bagni pubblici per trasformarli in “pink centres”.

Ma cosa rende questi centri così diversi dai soliti bagni pubblici, spesso inospitali, sporchi, trascurati? Anzitutto la posizione: non più relegati in angoli bui o periferici, ma collocati in zone commerciali e ben visibili, simbolo di un cambio di paradigma nella gestione della sanità urbana. I pink centres offrono:

  • distributori di assorbenti
  • spazi per l’allattamento e la cura del corpo
  • aree per il cambio pannolino e per la toilette dei bambini
  • stanze per cambiarsi d’abito
  • docce (in alcune sedi)
  • personale formato, chiamato WASH champions
  • servizi gratuiti di giorno

Un’attenzione particolare è stata rivolta proprio al personale addetto alla pulizia e manutenzione, spesso considerato “invisibile” e marginalizzato. Grazie a questo progetto, questi lavoratori sono stati valorizzati, ricevendo formazione in comunicazione, leadership, alfabetizzazione digitale e finanziaria, gestione del ciclo mestruale, nozioni base di idraulica e difesa personale. Non solo: le uniformi rosa, progettate dal National Institute of Fashion Design, sono diventate un simbolo di orgoglio e riconoscimento sociale.

Il progressivo cambiamento culturale è anche diventato un film. La pellicola del 2017 Toilet: A Love Story il ha portato sul grande schermo la lotta quotidiana di milioni di donne. Racconta la storia vera di una sposa che decide di lasciare il marito perché in casa non c’è un bagno, e di un uomo che, per amore, si ribella alle convenzioni sociali pur di costruirne uno. Un’opera apparentemente romantica, ma in realtà profondamente politica e sociale, capace di smuovere le coscienze di milioni di spettatori.

Ancora oggi, in molte famiglie indù, la costruzione di un bagno in casa è vista con sospetto, per motivi religiosi: defecare all’interno delle mura domestiche è considerato impuro. Eppure, il cambiamento è in atto. Nel 2016, una donna ha ottenuto il divorzio perché il marito si rifiutava da anni di costruire un bagno; il giudice le ha dato ragione, definendo l’assenza di servizi igienici una forma di “crudeltà” e “oltraggio alla dignità femminile”.

Le Pink Toilets e i Pink Centres non sono semplici luoghi, ma simboli di una rivoluzione culturale che parte dal basso e si costruisce – mattone dopo mattone – attorno a un’idea semplice: fare pipì, in sicurezza e con dignità, è un diritto umano fondamentale.

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