Amianto, la strage silenziosa continua: Italia prima in Europa con 7mila morti l’anno, scuole e ospedali ancora contaminati

Oggi, nella Giornata mondiale in memoria delle vittime dell’amianto, il dolore si mescola al silenzio di chi non può più raccontare. Sono più di 200.000 le morti stimate ogni anno nel mondo, secondo l’ONU. Una cifra impressionante — e largamente sottostimata, perché tanti Stati semplicemente scelgono di non vedere, non contare, non registrare. In Italia,...

Apr 28, 2025 - 12:33
 0
Amianto, la strage silenziosa continua: Italia prima in Europa con 7mila morti l’anno, scuole e ospedali ancora contaminati

Oggi, nella Giornata mondiale in memoria delle vittime dell’amianto, il dolore si mescola al silenzio di chi non può più raccontare. Sono più di 200.000 le morti stimate ogni anno nel mondo, secondo l’ONU. Una cifra impressionante — e largamente sottostimata, perché tanti Stati semplicemente scelgono di non vedere, non contare, non registrare.

In Italia, prima in Europa per numero di decessi causati dall’esposizione all’amianto, la ferita è ancora aperta: 7.000 decessi solo nell’ultimo anno. Volti, storie, famiglie spezzate. Non numeri astratti, ma una strage moderna nascosta dietro la normalità di scuole, ospedali, case.
L’amianto, ufficialmente bandito in Italia dal 1992, in realtà non ha ancora messo al bando l’Italia.

“Questa giornata non è solo memoria. È un grido. È un richiamo alla responsabilità, alla bonifica, alla giustizia”, denuncia Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA). “Non è più accettabile che profitto e lobby rallentino una bonifica vitale per il nostro Paese”.

Secondo l’ONA, in Italia ci sono circa 1 milione di siti e micro siti con amianto, ma quelli ufficialmente censiti sono appena 100.000. Cinquantotto i milioni di metri quadrati di tetti e coperture ancora intrisi di fibre assassine, 40 milioni di tonnellate di materiali contaminati che aspettano, da decenni, di essere rimossi.

Nelle scuole, negli ospedali, perfino negli asili nido, si respira ancora polvere di amianto. E intanto arrivano nuove diagnosi: quattro nuovi casi di mesotelioma tra insegnanti solo nelle ultime settimane.

La mappa nascosta della tragedia

Dietro ogni statistica, c’è un volto. Una famiglia. Un vuoto che si allarga.

Nel solo 2024, in Italia, oltre 2.000 persone hanno ricevuto una diagnosi di mesotelioma, un cancro spietato che lascia poche possibilità: 93% di mortalità entro cinque anni. Accanto a loro, altri 4.000 hanno sviluppato un tumore polmonare per avere respirato polvere d’amianto: quasi nove su dieci non supereranno il quinquennio. E ancora, 600 nuove vittime di asbestosi, una malattia che soffoca lentamente i polmoni. E oltre 10.000 casi di placche pleuriche, fibrosi, ispessimenti: condizioni che non sempre uccidono subito, ma che segnano la vita per sempre.

Eppure, questi numeri raccontano solo una parte della verità.
Perché nelle statistiche ufficiali dell’ONU vengono conteggiate solo alcune malattie, ignorando l’onda lunga dell’amianto: tumori della laringe, della faringe, dello stomaco, del colon, delle ovaie.
Un catalogo dell’orrore che la scienza ha documentato (IARC) ma che spesso non vogliamo vedere.

E mentre i decessi si accumulano, sotto i nostri piedi scorre una rete idrica fatiscente: 300.000 chilometri di tubazioni realizzate con cemento-amianto. Invisibili, ma potenzialmente letali.

L’Italia spezzata dall’amianto

Non tutte le regioni soffrono allo stesso modo.
In Lombardia, sono state registrati oltre 2.000 decessi in un solo anno, mezzo migliaio solo per mesotelioma.
Segue il Piemonte, con circa 1.000 morti, mentre Emilia-Romagna (660), Liguria (600) e Lazio (500) si confermano altri focolai di dolore.

Ci sono, però, segnali di speranza. Alcune regioni si stanno muovendo: la Lombardia guida le bonifiche con oltre un terzo del totale nazionale, il Friuli Venezia Giulia si distingue come modello virtuoso avendo erogato oltre 18 milioni di euro per interventi di rimozione dal 2017 al 2023, mentre per il triennio 2024-2026 sono stati stanziati ulteriori 2,8 milioni di euro.
Ma il resto del Paese arranca, schiacciato da burocrazia, carenze di fondi, indifferenza politica.

I confini di una battaglia globale

A oltre trent’anni dalla messa al bando dell’amianto in Italia, il mondo resta pericolosamente diviso.
Solo 62 nazioni hanno vietato l’amianto.
Russia, India, Cina — tre giganti economici — continuano a produrlo, venderlo e persino esportarlo.
Così succede che aerei con componenti in amianto atterrino nei nostri aeroporti, disperdendo fibre invisibili sulla pista. E che merci contaminate attraversino ancora i nostri confini.

Oggi, il nostro pensiero va ai “caduti invisibili” dell’amianto, ricordando che ogni edificio bonificato, ogni chilometro di rete idrica risanato, ogni voce che si leva contro il silenzio può salvare vite.

Non vuoi perdere le nostre notizie ?

Leggi anche: