Ambu punta sulla bioplastica. Endoscopia più sostenibile

AMBU SCOMMETTE sulla sostenibilità. A partire dal 2025, infatti, tutti gli endoscopi monouso prodotti dall’azienda – leader nella fornitura di...

Apr 28, 2025 - 05:39
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Ambu punta sulla bioplastica. Endoscopia più sostenibile

AMBU SCOMMETTE sulla sostenibilità. A partire dal 2025, infatti, tutti gli endoscopi monouso prodotti dall’azienda – leader nella fornitura di soluzioni medtech innovative per i professionisti della sanità – sono ancora più green grazie all’uso delle bioplastiche per la realizzazione dei manipoli, all’assenza di Pvc e ftalati e all’adozione di imballaggi secondari completamente riciclabili. Una scelta concreta che risponde alla sfida del cambiamento climatico, grazie a un minor consumo di risorse ambientali, a cui Ambu può dare un contributo importante, visto che solo nel 2024 ha venduto 1,5 milioni di endoscopi.

Partendo dal fatto che le plastiche convenzionali sono spesso ottenute da risorse fossili e non rinnovabili, il team di ricerca e sviluppo di Ambu ha esplorato nuovi modi per limitare la dipendenza da materiali a base fossile, con l’obiettivo di ridurre l’impronta di carbonio dei propri dispositivi. Questo impegno verso l’innovazione sostenibile si riflette in particolare nell’impiego di materiali alternativi, come la bioplastica, utilizzati da Ambu per la realizzazione di alcune parti delle soluzioni endoscopiche e nei proteggi cuffie delle maschere laringee.

Ma cos’è la bioplastica? Si tratta di una sostanza derivata dalla miscela di materie prime tradizionali e materie prime di seconda generazione a base biologica, come l’olio da cucina usato o altri rifiuti alimentari che non competono con la produzione alimentare e agricola. Questa pratica riduce l’uso di plastica vergine di origine fossile, senza compromettere le prestazioni, la sicurezza e la qualità dei prodotti e allo stesso tempo genera un’impronta di carbonio inferiore del 70%. Sebbene attualmente il riciclo completo dei dispositivi medicI non sia possibile, Ambu ha l’ambizioso obiettivo a lungo termine di sviluppare programmi di recupero per i propri prodotti. Attraverso alcuni progetti pilota, l’azienda intende esplorare soluzioni innovative con l’obiettivo di estenderle ai principali mercati entro la fine di quest’anno. I ricercatori Ambu ritengono che questo, a sua volta, contribuirà in futuro a un’industria sanitaria più circolare, in cui i prodotti potranno essere riciclati e avere una seconda vita.

Ambu è diventata famosa nel 1956, quando il primo pallone rianimatore autoinsufflante per ventilazione al mondo, sviluppato insieme all’anestesista Henning Ruben, viene lanciato sul mercato. Oggi vi lavorano 4.500 persone, accomunate dall’obiettivo di migliorare la cura dei pazienti e salvare vite umane. Il suo impegno è riconosciuto dalle principali agenzie mondiali di rating Esg, che hanno valutato con giudizio positivo le azioni portate avanti dell’azienda nell’ambito della sostenibilità. Un esempio è il Committment Badge rilasciato da EcoVadis, una delle più importanti piattaforme internazionali di rating della sostenibilità. Tale riconoscimento attesta il ruolo di Ambu in qualità di leader nella gestione delle emissioni di carbonio, collocandola nel 24% delle prime aziende del settore. Inoltre, Il Financial Times ha inserito l’impresa nella lista dei “Leader Climatici Europei 2024“, che raccoglie 600 aziende europee distintesi per i significativi progressi nella riduzione delle emissioni di gas serra e per l’impegno in iniziative ambientali, coniugando sostenibilità e crescita economica.

"In Ambu – commenta l’ad Milko Volanti – ci poniamo l’obiettivo di fornire soluzioni che non solo migliorino l’assistenza sanitaria per professionisti e pazienti, ma che possano permettere ai clienti di ridurre l’impronta di carbonio nello sforzo condiviso di tutelare il nostro pianeta".