Alla guida del tir senza riposo. Il giudice annulla la sanzione
Un’errata lettura del tachigrafo aveva portato l’Ispettorato del lavoro a multare l’azienda. Il tribunale ha fortemente ridotto la somma riconoscendo l’inesatta valutazione dell’ente.

Novanta ore alla guida di un tir, senza mai fermarsi. È una delle tante presunte violazioni che aveva portato l’ispettorato del Lavoro a sanzionare con oltre 28mila euro un’azienda di trasporti, ’colpevole’ di non aver annotato e retribuito correttamente il lavoro straordinario che sarebbe stato eseguito dal proprio dipendente. Una multa stabilita sulla base dell’esame del disco cronotachigrafo. Peccato però che la lettura dei dispositivi fosse errata e incompleta, e tanto è bastato al giudice Giampiero Panico per ridimensionare fortemente le pretese dell’Ispettorato, riducendo la sanzione da 28.608 a 312 euro. La sentenza, emessa a seguito del ricorso proposto da una società spezzina che opera nel campo del trasporto merci – assistita dall’avvocato Simona Tedeschi – segue quella con cui il Giudice di Pace nei mesi scorsi aveva annullato un’altra sanzione, inerente la presunta violazione del codice della strada posta alla base dell’ingiunzione dell’Ispettorato.
L’ente di controllo e vigilanza sul lavoro aveva imputato all’azienda di trasporti di aver fatto lavorare il camionista alle sue dipendenze giorno e notte, festivi e Natale inclusi, perché dall’ispezione, del disco tachigrafo – avvenuta con un software ad hoc – era risultato che il lavoratore era di fatto sempre a lavoro. In realtà, l’errata lettura sarebbe dipesa da un errore del camionista nell’uso del cronotachigrafo, che di fatto rilevava un lavoro a ciclo continuo. Tuttavia, affidandosi esclusivamente alle risultanze del software, l’Ispettorato del lavoro aveva comminato all’azienda una sanzione altissima per la mancata annotazione di lavoro straordinario e mancato rispetto della normativa del lavoro. Il giudice, accogliendo le ragioni dedotte dall’avvocato Simona tedeschi, ha invece ritenuto logico che il lavoratore non avesse potuto guidare continuamente per sei mesi senza sosta, ed ha ridotto la sanzione a 312 euro.
"È sempre necessario verificare nel merito le sanzioni comminate – dice l’avvocato tedeschi – che spesso vengono applicate senza un controllo umano, senza conoscenza specifica della materia e, soprattutto, in dispregio delle richieste in autotutela che dovrebbero, in determinati casi, essere subito accolte nonostante la rilevanza economica della sanzione pecuniaria".