Alberto Razzetti: “Mi aspettavo di più dagli Assoluti. Grosse differenze nell’allenarsi in Australia”
Alberto Razzetti è uno degli uomini di punta della straordinaria nazionale azzurra di nuoto. Il ligure è reduce da un Assoluto con qualche difficoltà, ma che non va sicuramente ad intralciare il suo cammino verso i Mondiali. Razzetti è stato ospite dell’ultima puntata di Swim Zone, il programma condotto da Enrico Spada ed Aglaia Pezzato […]

Alberto Razzetti è uno degli uomini di punta della straordinaria nazionale azzurra di nuoto. Il ligure è reduce da un Assoluto con qualche difficoltà, ma che non va sicuramente ad intralciare il suo cammino verso i Mondiali. Razzetti è stato ospite dell’ultima puntata di Swim Zone, il programma condotto da Enrico Spada ed Aglaia Pezzato sul canale YouTube di OA Sport, e ha parlato anche dei mesi trascorsi in Australia insieme anche a Thomas Ceccon e Leon Marchand.
Sul suo rendimento agli ultimi Assoluti di Riccione: “Mi aspettavo di meglio dagli Assoluti, perchè mi ero allenato bene e pensavo di dimostrare già qualcosa. Poi in quei giorni di gara non mi sono sentito bene e sicuramente questa cosa ha influito. Di conseguenza non è venuto fuori quello che cercavo, ma posso comunque prendere qualcosa di positivo anche da questi Assoluti”.
Il nuotatore azzurro prova a spiegare quali problemi ha avuto: “Io sono molto allergico e probabilmente questo l’ho pagato agli Assoluti. Non siamo sicuri di cosa sia capitato, però speriamo solo quello. Gareggiare ad aprile non è mai facilissimo, forse potrebbe anche aver inciso il cambiamento dall’Australia, ma proprio per come mi sono allenato speravo di ottenere qualcosa di meglio“.
Razzetti parla dell’esperienza in Australia e delle differenze di allenamento che ci sono con l’Italia: “Un’esperienza che mi è piaciuta molto. Il gruppo che si allena li è fenomenale e l’aggiunta di Leon (Marchand, ndr) e Thomas (Ceccon, ndr) lo ha portato a un livello altissimo. Questo mi è piaciuto tantissimo, è stato davvero stimolante, anche perchè quasi in ogni allenamento c’era anche un po’ di gara, perchè volevi arrivare davanti a gente di questo calibro. Non c’erano corsie fisse. In base a come veniva strutturato l’allenamento allora si andavano a decidere. La differenza rispetto a noi è che ci si allena veramente molto presto la mattina, partendo già alle 6.45, cominciando con una serie di lavori prima di entrare in acqua, che è un’altra grossa differenza rispetto a noi. Inoltre per due volte la settimana facevamo mezz’ora di bici alla sera dopo gli allenamenti. Poi chiaramente la palestra tre giorni alla settimana, seguiti da un preparatore atletico“.
Uno stravolgimento importante della propria routine: “Chiaramente allenarsi presto cambia completamente la routine. Alle 9.30 dopo gli allenamenti tornavi a casa e ti trovi in una situazione che non sei abituato. Io ero in casa con Leon e magari facevamo colazione dopo lo sforzo fisico e riposo e pranzo prima di tornare nuovamente in piscina al pomeriggio per le 15”.
Allenarsi con un campione del calibro di Leon Marchand: “Leon ha un talento smisurato. Sicuramente da quando lui è andato in America ha fatto un ulteriore salto di qualità. Si tratta di una perfetta combinazione tra grande allenatore e grande atleta. Sono stato veramente contento di allenarmi con lui, perchè è sicuramente importante mettersi sempre a confronto con campioni del genere. Ho visto che lui fa sempre le subacquee lunghe anche quando deve fare magari un lavoro di scarico e ho provato a seguire questa cosa e poi anche altre piccole che possono sempre aiutare”.
Il ligure spiega come è nata l’idea di andare a lavorare in Australia: “L’idea di andare in Australia è arrivata in un periodo diverso rispetto a quello di Thomas, visto che lui aveva già scelto prima. Durante la Coppa del Mondo mi sono allenato un po’ con Leon, visto che ero da solo e quindi ci siamo legati. Dopo le gare ha saputo che Thomas andava in Australia e si è poi riuscito ad organizzare. Abbiamo cercato la zona giusta e il gruppo di allenamento e alla fine abbiamo individuato proprio la zona vicina a Brisbane, con anche gli atleti giusti con cui lavorare. Credo sia stata veramente la scelta migliore”.
Che anno sarà per Razzetti?: “Non mi è mai piaciuta la definizione di anno post olimpico, come anno dove non frega niente a nessuno. Chi vince le Olimpiadi magari se lo prende anche ed è giusto, però, per me ogni occasione è veramente importante. Io credo che sia importante prendere ogni cosa e costruire pezzettino per pezzettino il percorso che poi ha chiaramente nelle Olimpiadi il traguardo finale. Sicuramente lo considero un anno importante anche questo”.
A Parigi è mancata davvero solo la medaglia ed è il grande obiettivo. Razzetti, però, mantiene sempre la stessa linea sul suo programma da seguire. “Sicuramente la medaglia olimpica è il massimo che si può raggiungere. Lo avevo sognato a Parigi. Non so se specializzarmi su una cosa può aiutarmi, perchè personalmente mi è sempre piaciuto variare molto. Se posso cerco sempre di tenere più ampio il programma e tenermi le mie gare. Magari anche inserire qualche volta una 4×200 o una 4×100 mista, perchè mi piace sempre correre in staffetta e sono sempre delle occasioni da prendersi e sfruttare”.
Sul nuovo corso del nuoto azzurro: “Sono molto contento di vedere come l’Italia continua a sfornare talenti. E’ uno sport individuale, ma è sempre importante che la squadra vada bene. Sicuramente può essere stimolante, perchè c’è qualcuno dietro che ti porta sempre a migliorare. Può davvero essere una cosa positiva sia per i giovani sia per i veterani”.
I prossimi obiettivi, con il Mondiale di Singapore all’orizzonte: “Ci saranno delle tappe intermedie come il Mare Nostrum e poi il Settecolli lo considero sempre importante e ci tengo a farlo sempre bene. Chiaramente non scaricherò per il Settecolli, visto che l’obiettivo è proprio il Mondiale di Singapore“.
Su Katie Ledecky: “Sinceramente è impressionante. Lei è veramente l’espressione di dominare. Quando parte la gara con lei sai che si lotta per il secondo posto. Fa veramente impressione e poi inoltre ha solo 28 anni. Con il gap che ha soprattutto nei 1500 stile può vincere ancora per moltissimi anni”.
INTERVISTA ALBERTO RAZZETTI A SWIM ZONE