Affinati sul “Cammino della pace“. Lo scrittore fa tappa nel Senese
Il tragitto da Milano a Roma per raccogliere suggestioni e scrivere una lettera per il nuovo Papa

Nei giorni del Conclave per l’elezione del nuovo Papa in terra di Siena c’è una persona speciale che sta raccogliendo idee e suggestioni per scrivere una lettera al successore di Francesco. Quella persona è Eraldo Affinati, scrittore, educatore, fondatore con Anna Luce Lenzi della Penny Wirton, la scuola per insegnare gratuitamente l’italiano agli stranieri, un’esperienza nata sul nobile modello della scuola di Barbiana e di Don Milani e che in Valdelsa è partita nel 2015, la prima in Toscana. Tre giorni fa Eraldo e gli studenti e le studentesse delle Penny sono invece partiti per un’altra impresa: un "Cammino della pace" Milano-Roma.
"L’obiettivo – racconta – è di arrivare a piazza San Pietro il 14 maggio per consegnare la missiva al nuovo Papa che sarà eletto". Oggi Eraldo Affinati e i suoi compagni di viaggio faranno tappa al Monastero di Cellole, a San Gimignano. E alle 20 sarà possibile incontrarlo, confrontarsi con lui, ascoltare le sue parole di misericordia per gli ultimi della terra. Una conversazione dal titolo emblematico, "Intessere la pace: dialogo e accoglienza", costruita con la Comunità monastica di Cellole, che segue la regola di Bose. Quello con Eraldo Affinati è il primo dei due incontri di eccezione organizzati dall’associazione "La Scintilla" per festeggiare i dieci anni di vita della Scuola Penny Wirton di Poggibonsi (l’altro ci sarà domani allHb di Poggibonsi con la scrittrice Espérance Hakuzwimana, che presenterà, in dialogo con Simona Del Bravo, il suo "Tra i bianchi di scuola. Voci per un’educazione accogliente)" per festeggiare i dieci anni di vita della Scuola Penny Wirton di Poggibonsi.
La lettera che sarà consegnata al nuovo pontefice prende spunto da quella trovata il 29 luglio 1999 nelle tasche di due adolescenti africani, Yaguine Koita e Fodé Tounkara, morti di freddo nel carrello di un aereo partito da Conakry, capitale della Guinea e atterrato a Bruxelles. Una lettera in cui quei due poveri ragazzi, con parole semplici dettate dalla disperazione, si rivolgevano ai governanti del mondo chiedendo istruzione, cibo e medicine. Parole al vento o che comunque non hanno scalfito il muro dell’indifferenza. "Chiederò ai migranti che frequentano la nostra rete di scuole di aiutarmi a riscrivere il testo con il contributo delle volontarie che li seguono". Questo l’intento di Eraldo Affinati e dei suoi compagni di cammino. Una lettera corale che approderà nelle mani del nuovo Papa. Il grido di aiuto di chi è nato nella parte sbagliata del pianeta.