A 99 anni appena compiuti, David Attenborough lancia “Ocean”, il film più urgente della sua vita, che potrebbe essere l’ultimo
Il più grande narratore della natura che il mondo abbia mai conosciuto compie 99 anni e sceglie di celebrare questo traguardo lanciando quello che lui stesso definisce “uno dei film più importanti della mia carriera”. David Attenborough festeggia il suo compleanno l’8 maggio con l’uscita di “Ocean“, un documentario che rappresenta non solo una celebrazione...

Il più grande narratore della natura che il mondo abbia mai conosciuto compie 99 anni e sceglie di celebrare questo traguardo lanciando quello che lui stesso definisce “uno dei film più importanti della mia carriera”. David Attenborough festeggia il suo compleanno l’8 maggio con l’uscita di “Ocean“, un documentario che rappresenta non solo una celebrazione della vita marina, ma soprattutto un urgente grido d’allarme per la salvaguardia degli ecosistemi acquatici.
“Dopo quasi 100 anni trascorsi sul Pianeta, ora capisco che il posto più importante sulla Terra non è la terraferma, ma il mare“, ha raccontato Sir David nel film, condensando quasi un secolo di esperienza e osservazione del mondo naturale. “Ocean” non è il tipico documentario naturalistico a cui Attenborough ci ha abituati. Come spiega alla BBC Toby Nowlan, produttore del film, “Non si tratta di osservare comportamenti naturali inediti. È il messaggio più grande che abbia mai”.
Diretto da Keith Scholey, Nowlan e Colin Butfield, il documentario racconta il legame profondo tra oceano e vita sulla terra, mostrando la bellezza e la ricchezza, ma anche la fragilità degli ecosistemi marini. Attraverso sequenze spettacolari di barriere coralline, foreste di alghe kelp e oceano aperto, il film rivela non solo la meraviglia della vita sottomarina, ma anche le minacce che ne compromettono l’esistenza.
Dalla meraviglia alla devastazione
Sir David ricorda nel film la sua prima immersione nella Grande Barriera Corallina nel lontano 1957: “Ero così sbalordito dallo spettacolo che mi si presentava davanti che per un attimo dimenticai di respirare”. Da allora, si è verificato un declino catastrofico della vita negli oceani del mondo. “Siamo quasi fuori tempo massimo”, avverte nel documentario.
Per la prima volta nella sua carriera, Attenborough mostra senza filtri le conseguenze devastanti della pesca industriale. “Ocean” contiene alcune delle immagini più esplicite dei danni che la pesca a strascico può arrecare ai fondali marini. Le riprese mostrano come le catene trascinate dai pescherecci devastino il fondale, costringendo ogni creatura a entrare nelle reti. “È difficile immaginare un modo più dispendioso per pescare”, commenta amaramente.
Un messaggio di speranza
Ma “Ocean” non è solo un atto d’accusa. Fedele al suo approccio che ha sempre bilanciato la denuncia con la speranza, Attenborough evidenzia come l’oceano possa “riprendersi più velocemente di quanto avessimo mai immaginato”. La storia delle balene nel mondo rappresenta per lui una fonte di enorme ottimismo.
Si stima che l’industria baleniera abbia ucciso 2,9 milioni di balene solo nel XX secolo, spingendo quasi tutte le specie sull’orlo dell’estinzione. “Ricordo di aver pensato che era finita. Non c’era modo di tornare indietro, avevamo perso le grandi balene”, racconta Attenborough. Ma nel 1986 il divieto della caccia commerciale alle balene ha permesso una rapida ripresa delle popolazioni, dimostrando la straordinaria capacità di rigenerazione degli ecosistemi marini, se lasciati in pace.
Un evento globale
Dopo la première mondiale svoltasi a Londra, con la presenza del Re d’Inghilterra, il film arriva in Italia. La prima nazionale si terrà a Genova sabato 10 maggio, grazie alla Fondazione Friends of Genoa, che ha scelto la capitale del mare e della blue economy per questo evento esclusivo e unico nel nostro Paese. La proiezione vedrà la partecipazione di ospiti illustri a livello nazionale e internazionale, oltre a giovani e studenti universitari interessati alle tematiche ambientali.
L’eredità di un maestro
Keith Scholey, che ha lavorato con Sir David per 44 anni, racconta alla CNN: “Quando ho incontrato David per la prima volta, indossavo pantaloncini corti. Era il 1981, due anni dopo che si era dimesso da direttore dei programmi della BBC. Aveva fatto una carriera, e ora stava per iniziare la successiva”. Nonostante l’età avanzata, Attenborough mantiene un’energia straordinaria: “Ogni volta che lavori con David, impari qualcosa di nuovo”, dice Scholey. “È davvero divertente. Ma David ti tiene sempre al passo con i tempi, perché è davvero in gamba”.
Un appello all’azione
L’uscita del film precede la Giornata mondiale degli Oceani e la Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani del giugno 2025 a Nizza. In questo contesto, “Ocean” vuole essere un potente strumento di sensibilizzazione per spingere i leader ad agire con fermezza sulla promessa di proteggere un terzo degli oceani del mondo.
“L’oceano può tornare in vita”, afferma Sir David con convinzione. “Se lasciato in pace, potrebbe non solo riprendersi, ma prosperare più di quanto chiunque altro abbia mai visto”.
“Abbiamo di fronte l’opportunità di proteggere il nostro clima, il nostro cibo, la nostra casa”, conclude Attenborough. E mentre festeggia il suo 99° compleanno, continua instancabilmente la sua missione: proteggere il mondo naturale e mostrarcelo in tutta la sua verità spesso anche difficile da accettare. Un testimone del tempo che, con il lavoro di una vita, ci ha donato non solo immagini di immenso valore ma soprattutto la consapevolezza che possiamo ancora salvare l’oceano e, con esso, il nostro futuro.
Non vuoi perdere le nostre notizie?
- Iscriviti ai nostri canali Whatsapp e Telegram
- Siamo anche su Google News, attiva la stella per inserirci tra le fonti preferite
Ti potrebbe interessare anche: