7 cose che non sapevi sui campi in terra rossa

Dietro la terra rossa del tennis si nasconde un mondo sorprendente: scienza, storia, ingegno e passione in 7 curiosità che ti faranno guardare il campo con altri occhi.

Mag 14, 2025 - 17:10
 0
7 cose che non sapevi sui campi in terra rossa
Polvere di mattoni, geometrie drenanti e persino una protezione per le ginocchia nelle scivolate: dietro ogni campo da tennis in terra battuta (o terra rossa) si nasconde un piccolo universo di scienza dei materiali, fisica applicata e innovazione.Scopriamo sette cose (poco note) su questa superficie iconica del tennis, dalla sua origine storica fino alle versioni ibride del futuro. 1. La terra rossa è nata in Costa Azzurra (da vasi rotti) Nel 1880 i fratelli William ed Ernest Renshaw, pionieri del tennis britannico, cercavano una soluzione per proteggere dal sole cocente i campi da tennis in erba della loro residenza di vacanza a Cannes. Ebbero un'idea semplice quanto geniale: coprirli con polvere di terracotta ottenuta da vasi frantumati. Così nacque la prima forma di campo da tennis in terra battuta, destinata a diventare lo standard dei tornei europei come il Roland Garros di Parigi. Fonte: ITF Museum, Roland Garros Archives. 2. Non è vera argilla: sono mattoni frantumati I campi in "terra battuta" (così vengono anche chiamati i campi in terra rossa) potrebbero far pensare all'argilla cruda compatta: in inglese questi campi si chiamano proprio così, clay ground, che starebbe per campi d'argilla. In realtà i veri campi da tennis in terra rossa sono costruiti con... mattoni: proprio così, laterizi d'argilla cotta, macinati fino a diventare polvere. Questo materiale ha proprietà ideali: non trattiene troppa acqua, è stabile sotto i piedi ed è abrasivo il giusto per generare effetto e rimbalzi controllati. Fonte: ITF Technical Centre 3. Un campo da tennis in terra battuta è fatto a strati Sotto la superficie visibile di un campo in terra rossa si cela un sistema multistrato: sopra un fondo drenante, si posano circa 30 cm di ghiaia grossa, seguiti da 7-8 cm di clinker (residui di carbone o cenere vulcanica), quindi 6-7 cm di pietra calcarea frantumata, e infine il top di pochi millimetri di polvere di mattone che conferisce il tipico colore ocra. Questa struttura ingegneristica garantisce il drenaggio dell'acqua piovana e mantiene il campo asciutto e omogeneo anche dopo un temporale. Fonte: FFT Roland Garros Manual 4. La terra rossa rallenta la palla ma alza il rimbalzo Le caratteristiche della terra battuta rendono il tennis più lento e strategico. La superficie assorbe parte dell'energia orizzontale della pallina, ma restituisce più spinta verticale, con rimbalzi alti e imprevedibili. In altre parole è come se la terra "trattenesse" un po' la pallina, come se la inghiottisse per un attimo, ma poi la respinge più in alto che in avanti. Se poi la pallina è colpita con topspin (cioè ruota in avanti su sé stessa), il campo "aggancia" meglio le fibre del feltro grazie alla sua abrasività: questo fa alzare ancora di più il rimbalzo, ma accorcia la traiettoria, rendendo i colpi più difficili da anticipare. È uno dei motivi per cui il tennis su terra è più lento, ma anche più tecnico e imprevedibile. Fonte: ITF Surface Pace Ratings. 5. Scivolare sulla terra battuta protegge le articolazioni Nei campi in terra rossa, i tennisti imparano a scivolare in frenata: una tecnica che, dal punto di vista biomeccanico, riduce il carico sulle ginocchia distribuendo l'energia d'impatto. Diversi studi mostrano che gli infortuni agli arti inferiori sono meno frequenti su terra battuta rispetto a cemento o sintetico. Non a caso il campione spagnolo Nadal (ora non più in attività) ha spesso dichiarato che la terra gli avesse "allungato la carriera". Fonte: British Journal of Sports Medicine. 6. Zero discussioni (o quasi): sulla terra battuta la pallina lascia il segno A differenza di cemento ed erba la terra battuta nel tennis conserva il segno del rimbalzo della pallina. Per questo gli arbitri possono verificare a occhio se la palla era dentro o fuori. Il Roland Garros di Parigi ha mantenuto a lungo questa prassi, rinunciando alla tecnologia Hawk-Eye, l'occhio di falco, in favore dell'antico – e affascinante – controllo visivo del segno. Fonte: ITF Rules of Tennis, ATP Tour 7. Non solo rossa: ci sono anche la terra blu, verde e quella sintetica Nel 2012, Madrid provò a rivoluzionare i campi in terra battuta tingendoli di blu, per migliorare la resa della visione televisiva. Ma la nuova superficie si rivelò troppo scivolosa e fu abbandonata. Negli USA è invece diffusa la green clay (Har-Tru), una terra verdastra ricavata da roccia basaltica, più veloce e resistente. Oggi la nuova frontiera è la terra battuta sintetica: superfici ibride con polvere di laterizio su manti drenanti, che offrono sensazioni simili ma con minori costi di manutenzione (ITF Surface Report 2023)..