Zuppi torna a Bologna: "Basta tifoserie . Il Papa è servo di tutti"

La tappa in diocesi prima di entrare in Conclave. L’arcivescovo celebra messe e cresime.

Mag 5, 2025 - 06:14
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Zuppi torna a Bologna: "Basta tifoserie . Il Papa è servo di tutti"

La messa, le cresime e un colloquio con i vicari, nella sua terra di Bologna. Il cardinale Matteo Zuppi ha passato così l’ultima domenica prima del Conclave, tornando a sorpresa in città e provincia per alcune ore. Tra fedeli, persone con disabilità e colleghi di fiducia. Prima ha presieduto la messa nella chiesa di Pegola, frazione nel comune di Malalbergo, dove ha amministrato le cresime. Poi, accompagnato dal suo segretario, don Sebastiano Tori, si è spostato in Valsamoggia, sempre per celebrare una messa, questa volta al Villaggio Senza Barriere ’Pastor Angelicus’.

"Nei giorni prossimi i cardinali sceglieranno il successore di Pietro – ha detto nell’omelia –. Dobbiamo ringraziare Dio per il dono di papa Francesco. Lasciamo da parte gli ’ismi’, è la raccomandazione per noi tutti e per i cardinali che dovranno scegliere il successore di Pietro". Nei vari passaggi ha citato quasi sempre Bergoglio: "Sia il progressismo che si accoda al mondo, sia il tradizionalismo che rimpiange un mondo passato, non sono prove d’amore, ma di infedeltà. Sono egoismi pelagiani, che antepongono i propri gusti e i propri piani all’amore che piace a Dio, quello semplice, umile e fedele che Gesù ha domandato a Pietro. Mi ami tu? Ridiamo il primato a Dio e all’essenziale: a una Chiesa che sia pazza di amore per il suo Signore e per tutti gli uomini, da lui amati; a una Chiesa che sia ricca di Gesù e povera di mezzi; a una Chiesa che sia libera e liberante. Non cediamo alla tentazione della polarizzazione. Quante volte, dopo il Concilio, i cristiani si sono dati da fare per scegliere una parte nella Chiesa. Quante volte si è preferito essere ’tifosi del proprio gruppo’ anziché servi di tutti, progressisti e conservatori piuttosto che fratelli e sorelle, ’di destra’ o ’di sinistra’ più che di Gesù; ergersi a ’custodi della verità’ o a ’solisti della novità’, anziché riconoscersi figli umili e grati della santa Madre Chiesa. Il Signore non ci vuole così. Noi siamo le sue pecore, il suo gregge, e lo siamo solo insieme, uniti". Ha parlato poi "dell’amore con gioia" che chiedeva Bergoglio. E poi "la ricerca disperata della pace". Sempre richiamando l’impegno di papa Francesco ha parlato di "un mondo dove comandano i soldi, gli interessi, le dipendenze, la forza, tanto che avere cuore per il prossimo sembra una perdita per l’io". Poi, ancora durante l’omelia, ha richiamato Alessandro Manzoni: "Amare servendo e pensandoci insieme al prossimo, non come quel personaggio dei Promessi Sposi che apparecchiò per gli ospiti ma non per sedersi con loro. Il Papa è il servo dei servi e ci ricorda che grande è colui che serve e papa Francesco ci ha aiutato ad essere umili per davvero, mostrandoci la bellezza di stare a tavola insieme, a visitare i prigionieri, come ha voluto fare fino all’ultimo respiro".

Dopo l’omelia, intorno alle 13, si è spostato a Bologna, dove nella sede della curia Arcivescovile ha incontrato i vicari monsignor Stefano Ottani e monsignor Giovanni Silvagni. Tempo di pranzare in loro compagnia, all’interno del palazzo di via Altabella, e poi è ripartito a bordo di un’auto Volkswagen blu direzione Roma. A il Resto del Carlino, all’uscita, ha detto: "Avete mangiato? Buon lavoro".

Nicholas Masetti