Zagrebelsky a La7: “Da Ronzulli e Donzelli orrori del linguaggio. Se usi parole volgari, sei volgare”

“Friedrich Schiller diceva che noi usiamo la lingua per comunicare con gli altri, ma la lingua parla di noi. Se io uso un linguaggio volgare, sono un uomo volgare. Tu sei le parole che usi”. Così a In altre parole (La7) l’ex presidente della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky commenta quelli che definisce “orrori preoccupanti del […] L'articolo Zagrebelsky a La7: “Da Ronzulli e Donzelli orrori del linguaggio. Se usi parole volgari, sei volgare” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 31, 2025 - 13:00
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Zagrebelsky a La7: “Da Ronzulli e Donzelli orrori del linguaggio. Se usi parole volgari, sei volgare”

Friedrich Schiller diceva che noi usiamo la lingua per comunicare con gli altri, ma la lingua parla di noi. Se io uso un linguaggio volgare, sono un uomo volgare. Tu sei le parole che usi”. Così a In altre parole (La7) l’ex presidente della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky commenta quelli che definisce “orrori preoccupanti del linguaggio”, incarnati da tre recenti episodi di cronaca politica: l’insulto del deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli all’indirizzo del giornalista del Fatto Quotidiano Giacomo Salvini, l’espressione utilizzata in Aula dalla vicepresidente del Senato Licia Ronzulli su Matteo Renzi, il linguaggio triviale del presidente americano Donald Trump.

Il costituzionalista non nasconde la sua indignazione per quanto accaduto, scatenando più volte la reazione sconcertata del conduttore Massimo Gramellini che lo rimbrotta bonariamente: “Professore, non l’ho mai sentito parlare così”.
“Per una volta mi sfogo, però usando parole altrui”, risponde ironicamente il giurista.

Zagrebelsky si sofferma quindi sull’improperio lanciato dal responsabile nazionale di Fdi contro Giacomo Salvini: “Donzelli ha dato del ‘pezzo di merda’ a un giornalista che stava svolgendo la sua professione e che naturalmente non gli piaceva. Dicendo ‘pezzo di merda’ e ‘non parlo con lui’, Donzelli voleva dire: siccome non sono d’accordo con quel giornalista, io lo considero un pezzo di merda”.
E aggiunge: “Questo divide il campo tra i pezzi di merda e i non pezzi di merda: quello che usa quelle espressioni naturalmente si considera nella seconda categoria, cioè quella dei non pezzi di merda. Ma quando tu introduci questo linguaggio e queste categorie – conclude – chi ti dice che anche l’altro non consideri te un pezzo di merda? Allora, a questo punto, la comunicazione politica degradata a quel livello diventa una specie di frullato di merda, cioè calunnie e insulti che perdono l’aggancio con i problemi reali e che trasformano il dibattito politico in un ring basato sulla volgarità”.

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