Zafesova: “Russia e Ucraina, tregua molto difficile. Nessuno vuole mollare”
L’analista: “Putin in posizione complicata. Non andare a Non andare Istanbul significherebbe fare la figura del codardo gli occhi del suo popolo e non incontrare il presidente Trump, cosa a cui tiene tantissimo

Roma, 14 maggio 2025 – Un presidente Putin in difficoltà, stretto fra le pressioni di Zelensky e le aspettative di Washington. E un vertice, dal quale, se avrà luogo, non uscirà nulla. Anna Zafesova (foto), analista specializzata sulla Russia e l’area ex sovietica e in libreria con il suo nuovo libro, ‘Russia. L’impero che non sa morire’ (Rizzoli), ha spiegato perché a Mosca sono più nervosi che a Kiev in vista dell’incontro di domani.
Anna Zafesova, domanda secca: che fa Putin domani? Va o non va a Istanbul?
“Per lui è molto difficile. Non andare significherebbe fare la figura del codardo gli occhi del suo popolo e non incontrare il presidente Trump, cosa a cui tiene tantissimo. Per non andare deve trovare un escamotage sufficientemente credibile”.
Zelensky in compenso sembra non avere dubbi…
“Zelensky, anche grazie agli alleati europei, si è mosso molto più abilmente lasciando di fatto il presidente russo costretto a decidere”.
Ammettiamo che domani siano entrambi a Istanbul, quante probabilità ci sono di arrivare a una tregua?
“Secondo me nessuno. Nessuna delle due parti è intenzionata a mollare. La Russia vuole continuare la sua politica espansionista, e l’Ucraina è determinata a resistere. Entrambe le parti, poi hanno ancora gli strumenti per continuare a combattere. In guerra, al cessate il fuoco si arriva quando una delle due parti non ce la fa più”.
Si va avanti a oltranza…
“Una guerra non è mai un fenomeno statico, ma finché l’equilibrio non cambierà non ci saranno negoziati”.
Cosa potrebbe portare all’inizio delle trattative?
“Per esempio, se nuove sanzioni colpissero la Russia questa potrebbe non essere più in grado di finanziare la guerra, dove sono già state dirottate tante risorse, in un periodo nel quale l’economia russa è già debole”.
Perché Putin non è ancora intenzionato a smettere?
“Perché su questa guerra ha scommesso tutto. Dal suo esito dipende anche la sua sopravvivenza politica. Per l’Ucraina, la situazione è molto diversa. Kiev non ha deciso nulla, questa guerra le è stata imposta”. Come va l’avanzata russa sul terreno?
“Credo sia stata molto enfatizzata dai giornali, nelle ultime settimane i guadagni territoriali russi sono stati scarsi e fonti, anche ufficiali, parlano di carenza di mezzi, soprattutto di blindati”.