"YOU": di cosa parla il libro da cui è tratta la serie di successo Netflix?
Fonte foto: Netflix Nel panorama letterario contemporaneo, pochi romanzi hanno saputo catturare l'inquietudine dell'era digitale come "You" di Caroline Kepnes. Pubblicato nel 2014, il thriller psicologico ha conquistato un pubblico ancora più vasto grazie all'adattamento seriale di Netflix e all'incredibile bravura di Penn Badgley nei panni di Joe, il protagonista. Ma di cosa parla effettivamente il libro? Quanto è fedele la trasposizione prodotta dalla piattaforma streaming? E cosa aggiunge il sequel "Hidden Bodies" alla narrativa originale? Scopriamolo. Indice Di cosa parla You di Caroline Kepnes? "Hidden Bodies": com'è il sequel di You? Dal libro allo schermo: cosa cambia? Cosa ne pensiamo dei libri che hanno ispirato la serie Netflix? Di cosa parla You di Caroline Kepnes? Il romanzo d'esordio della Kepnes si distingue immediatamente per la sua scelta stilistica audace: narrato in prima persona, il testo ci catapulta senza filtri nella mente contorta di Joe Goldberg, giovane libraio newyorkese dall'apparenza affabile che nasconde una psiche profondamente disturbata. Quando Guinevere Beck, aspirante scrittrice, entra nel suo negozio, per Joe è l'inizio di un'ossessione devastante. La prosa della Kepnes è ipnotica, un flusso di coscienza claustrofobico che ci rende spettatori impotenti delle giustificazioni che Joe costruisce per legittimare il suo comportamento predatorio. Con inquietante lucidità, Joe sfrutta ogni traccia digitale lasciata da Beck – post sui social media, email, messaggi – per infiltrarsi nella sua vita e manipolarla secondo i propri desideri. Il romanzo diventa così una critica feroce alla vulnerabilità dell'identità nell'era di Internet, dove condividiamo inconsapevolmente frammenti della nostra intimità che, nelle mani sbagliate, si trasformano in armi. Ciò che rende "You" particolarmente disturbante è la capacità dell'autrice di rendere Joe, nonostante l'evidente patologia, un personaggio quasi seducente nella sua intelligenza e nel suo humour cinico. Il lettore si ritrova intrappolato in un meccanismo perverso di empatia verso un protagonista che accumula crimini efferati – dallo stalking al furto, fino all'omicidio – sempre accompagnati da una narrazione che li presenta come atti d'amore necessari. "Hidden Bodies": com'è il sequel di You? Nel sequel pubblicato nel 2016, "Hidden Bodies", Kepnes trasporta Joe dalla frenetica New York alla superficiale Los Angeles. Fuggito dalle conseguenze delle sue azioni nel primo libro, il protagonista cerca un nuovo inizio, ma presto ricade nei suoi schemi patologici quando incontra Love Quinn. Se "You" era principalmente un'esplorazione dell'ossessione, "Hidden Bodies" allarga lo spettro tematico per includere una satira caustica dell'industria dell'intrattenimento e del culto della celebrità. Joe, con il suo disprezzo per la superficialità, diventa paradossalmente uno specchio deformante che riflette le ipocrisie sociali della cultura hollywoodiana. Il sequel mantiene l'intensità narrativa dell'originale ma perde parte della sua claustrofobica intimità. La voce di Joe, pur sempre centrale, si confronta con un mondo più ampio e con personaggi che rappresentano una sfida maggiore per il suo controllo manipolatorio. Dal libro allo schermo: cosa cambia? L'adattamento Netflix, con Penn Badgley nei panni di Joe, cattura l'essenza inquietante del romanzo ma introduce modifiche significative. La serie addolcisce parzialmente il protagonista, attenuando alcuni dei suoi aspetti più oscuri e introducendo elementi di vulnerabilità che nel libro sono quasi assenti. Il Joe letterario è un predatore puro, mentre la sua controparte televisiva viene occasionalmente umanizzata attraverso flashback sulla sua infanzia traumatica. Anche il personaggio di Beck (Elizabeth Lail) subisce trasformazioni: nel romanzo è più complessa e ambigua, meno vittima inconsapevole e più partecipe, con le sue contraddizioni, di una relazione disfunzionale. La serie tende invece a polarizzare maggiormente i ruoli di carnefice e preda. Un'altra differenza sostanziale riguarda i personaggi secondari, in particolare Paco, il bambino che vive nell'appartamento accanto a Joe, completamente assente nel romanzo ma centrale nella caratterizzazione televisiva del protagonista. Questa aggiunta serve a mostrare un lato protettivo di Joe, creando un contrasto stridente con le sue azioni criminali. La trasposizione visiva sacrifica inevitabilmente l'immersione totale nei pensieri del protagonista, elemento cardine dell'esperienza letteraria. Tuttavia, compensa questa perdita con l'efficace utilizzo della voce fuori campo e con la performance magnetica di Badgley, capace di trasmettere il dualismo di Joe attraverso sottili variazioni nella mimica e nello sguardo. Nella seconda stagione della serie, che adatta il sequel di Kepnes, gli showrunner hanno mantenuto l'ambientazione di Los Angeles e la storia con Love Quinn, ma hanno implementato numerosi cambiamenti


Nel panorama letterario contemporaneo, pochi romanzi hanno saputo catturare l'inquietudine dell'era digitale come "You" di Caroline Kepnes. Pubblicato nel 2014, il thriller psicologico ha conquistato un pubblico ancora più vasto grazie all'adattamento seriale di Netflix e all'incredibile bravura di Penn Badgley nei panni di Joe, il protagonista.
Ma di cosa parla effettivamente il libro? Quanto è fedele la trasposizione prodotta dalla piattaforma streaming? E cosa aggiunge il sequel "Hidden Bodies" alla narrativa originale? Scopriamolo.
Indice
Di cosa parla You di Caroline Kepnes?
Il romanzo d'esordio della Kepnes si distingue immediatamente per la sua scelta stilistica audace: narrato in prima persona, il testo ci catapulta senza filtri nella mente contorta di Joe Goldberg, giovane libraio newyorkese dall'apparenza affabile che nasconde una psiche profondamente disturbata.
Quando Guinevere Beck, aspirante scrittrice, entra nel suo negozio, per Joe è l'inizio di un'ossessione devastante. La prosa della Kepnes è ipnotica, un flusso di coscienza claustrofobico che ci rende spettatori impotenti delle giustificazioni che Joe costruisce per legittimare il suo comportamento predatorio.
Con inquietante lucidità, Joe sfrutta ogni traccia digitale lasciata da Beck – post sui social media, email, messaggi – per infiltrarsi nella sua vita e manipolarla secondo i propri desideri.
Il romanzo diventa così una critica feroce alla vulnerabilità dell'identità nell'era di Internet, dove condividiamo inconsapevolmente frammenti della nostra intimità che, nelle mani sbagliate, si trasformano in armi.
Ciò che rende "You" particolarmente disturbante è la capacità dell'autrice di rendere Joe, nonostante l'evidente patologia, un personaggio quasi seducente nella sua intelligenza e nel suo humour cinico.
Il lettore si ritrova intrappolato in un meccanismo perverso di empatia verso un protagonista che accumula crimini efferati – dallo stalking al furto, fino all'omicidio – sempre accompagnati da una narrazione che li presenta come atti d'amore necessari.
"Hidden Bodies": com'è il sequel di You?
Nel sequel pubblicato nel 2016, "Hidden Bodies", Kepnes trasporta Joe dalla frenetica New York alla superficiale Los Angeles. Fuggito dalle conseguenze delle sue azioni nel primo libro, il protagonista cerca un nuovo inizio, ma presto ricade nei suoi schemi patologici quando incontra Love Quinn.
Se "You" era principalmente un'esplorazione dell'ossessione, "Hidden Bodies" allarga lo spettro tematico per includere una satira caustica dell'industria dell'intrattenimento e del culto della celebrità.
Joe, con il suo disprezzo per la superficialità, diventa paradossalmente uno specchio deformante che riflette le ipocrisie sociali della cultura hollywoodiana.
Il sequel mantiene l'intensità narrativa dell'originale ma perde parte della sua claustrofobica intimità. La voce di Joe, pur sempre centrale, si confronta con un mondo più ampio e con personaggi che rappresentano una sfida maggiore per il suo controllo manipolatorio.
Dal libro allo schermo: cosa cambia?
L'adattamento Netflix, con Penn Badgley nei panni di Joe, cattura l'essenza inquietante del romanzo ma introduce modifiche significative. La serie addolcisce parzialmente il protagonista, attenuando alcuni dei suoi aspetti più oscuri e introducendo elementi di vulnerabilità che nel libro sono quasi assenti.
Il Joe letterario è un predatore puro, mentre la sua controparte televisiva viene occasionalmente umanizzata attraverso flashback sulla sua infanzia traumatica.
Anche il personaggio di Beck (Elizabeth Lail) subisce trasformazioni: nel romanzo è più complessa e ambigua, meno vittima inconsapevole e più partecipe, con le sue contraddizioni, di una relazione disfunzionale. La serie tende invece a polarizzare maggiormente i ruoli di carnefice e preda.
Un'altra differenza sostanziale riguarda i personaggi secondari, in particolare Paco, il bambino che vive nell'appartamento accanto a Joe, completamente assente nel romanzo ma centrale nella caratterizzazione televisiva del protagonista. Questa aggiunta serve a mostrare un lato protettivo di Joe, creando un contrasto stridente con le sue azioni criminali.
La trasposizione visiva sacrifica inevitabilmente l'immersione totale nei pensieri del protagonista, elemento cardine dell'esperienza letteraria. Tuttavia, compensa questa perdita con l'efficace utilizzo della voce fuori campo e con la performance magnetica di Badgley, capace di trasmettere il dualismo di Joe attraverso sottili variazioni nella mimica e nello sguardo.
Nella seconda stagione della serie, che adatta il sequel di Kepnes, gli showrunner hanno mantenuto l'ambientazione di Los Angeles e la storia con Love Quinn, ma hanno implementato numerosi cambiamenti significativi.
Nella serie, il personaggio di Love Quinn è molto più sviluppato e complesso rispetto al libro. La svolta più drastica riguarda la sua caratterizzazione: mentre nel romanzo Love è fondamentalmente una vittima inconsapevole dell'ossessione di Joe, nella serie viene trasformata in un personaggio con tendenze simili a quelle di Joe, creando una dinamica di "doppio" inquietante che non esiste nel libro originale.
Anche il tono generale è diverso: "Hidden Bodies" come libro mantiene la causticità e il cinismo del protagonista, ma la serie enfatizza maggiormente gli elementi di satira sociale sulla cultura hollywoodiana e introduce sottotrame familiari per il personaggio di Love che espandono notevolmente il mondo narrativo.
La trasposizione televisiva offre una conclusione più moralistica, mentre il romanzo si muove in territori più ambigui e disturbanti riguardo alle conseguenze delle azioni di Joe.
Cosa ne pensiamo dei libri che hanno ispirato la serie Netflix?
Il merito principale di Caroline Kepnes è aver creato, con "You" e il suo seguito, un'opera che sfugge alle etichette rigide di genere. È certamente un thriller psicologico, ma anche un'analisi spietata delle dinamiche di potere nelle relazioni romantiche e una riflessione sulla solitudine contemporanea.
La serie Netflix ha il merito di aver portato questa narrazione complessa a un pubblico più ampio, pur sacrificando alcune delle sfumature più disturbanti del testo originale. Entrambe le versioni, tuttavia, condividono la stessa inquietante domanda di fondo: quanto conosciamo davvero le persone che amiamo? E, forse più spaventoso, quanto conosciamo realmente noi stessi?
Nel panorama della narrativa contemporanea, "You" resta un'opera godibile, sfaccettata e complessa, fondamentale per comprendere le nuove forme che la patologia può assumere nell'era digitale, ricordandoci che i mostri più temibili non sono quelli nascosti nell'ombra, ma quelli che ci sorridono alla luce del giorno, magari consigliandoci il prossimo libro da leggere.