«Portiamo la tecnologia dove ce ne è più bisogno». Nei Campi Flegrei, dove la terra trema, resiste l’innovazione
Nuove economie per il rilancio di territori in crisi, come i Campi Flegrei. Sono davvero tante le startup che hanno risposto alla chiamata, dalla farmacia digitale a chi sfrutta l'AI come sommelier virtuale. «Fare startup in un’area in depressione economica e colpita dal rischio sismico è anche un gesto politico», spiega Antonio Prigiobbo, fondatore del network di acceleratori

C’è chi i Campi Flegrei li conosce per i vulcani dormienti e i bradisismi che scuotono il terreno. Ma nell’ultima settimana di marzo, c’è stata una narrazione diversa, quella dell’innovazione, del coraggio, della rinascita e della rigenerazione.
A portarla è stato NAStartUp, acceleratore civico, che ha dato il via al suo 12esimo anno di programmazione. In 11 anni, ha sviluppato un network internazionale, con 110 appuntamenti mensili e gratuiti a Napoli e altri 80 eventi in tour. Il network di acceleratori si è incontrato presso la libreria “Il Fuori Orario” e il Lido Fortuna Beach Park, nel cuore dei Campi Flegrei:
«I Campi Flegrei sono la culla delle prime colonie della Magna Grecia e terreno fertile per quei pilastri che hanno dato origine alla civiltà occidentale. Come in ogni evoluzione civile, l’economia rappresenta un perno centrale: portare qui la cultura dell’innovazione rappresenta un’azione simbolica e significativa per noi, un contributo per generare e ricordare le opportunità di sviluppo, in un territorio che oggi guarda con incertezza al proprio futuro», spiega a Startupitalia, Antonio Prigiobbo, founder e anima del progetto.
Un messaggio chiaro: la rigenerazione deve essere ricostruzione ma anche creazione. E oggi, dove la terra si muove, le idee possono mettere radici. In questo evento speciale ha ospitato alcune startup e PMI, accomunate da una visione innovativa e da una forte connessione con il territorio.
eFarma, la farmacia digitale
A raccontarsi è stato Antonio Picone, CTO di eFarma, una delle più importanti realtà di e-commerce farmaceutico in Italia, che ha sede a Bacoli. Picone ha raccontato la sua amicizia e il supporto offerto all’idea di Francesco Zaccariello, fondatore dell’azienda, che, nato da una famiglia di farmacisti, ha avuto il coraggio di immaginare una farmacia digitale quando ancora nessuno ci credeva.
Con pochi risparmi e tanta determinazione, ha costruito un archivio fotografico di oltre 3.000 prodotti quando la normativa non permetteva ancora la vendita di farmaci online. Nel 2016, eFarma diventa la prima farmacia italiana autorizzata all’e-commerce di farmaci da banco, passando da 250.000 euro a oltre 1,5 milioni di euro di fatturato. Durante la pandemia, la piattaforma esplode e, dopo mesi difficili, entra nel gruppo europeo Atida. Oggi eFarma continua ad innovare, guardando al futuro tra AI, chatbot e marketplace sanitari.
Zeuler, un solo carrello, tanti supermercati
Alfonso Amato ha presentato Zeuler, la startup che semplifica la spesa online permettendo di ordinare da più supermercati con un’unica consegna in giornata. La piattaforma, basata su intelligenza artificiale, ottimizza ordini, tempi e costi, senza sostituirsi ai negozi fisici ma rafforzandone il ruolo.
Con solo 100 euro di spesa pubblicitaria ha già raggiunto 500 utenti in waitlist, e mira a diventare un’alternativa smart ad Amazon, partendo dai quartieri italiani. Il mercato è gigantesco (997 miliardi di euro globali) e la strategia è chiara: rendere la spesa più comoda, sostenibile e connessa.
Minerva S&R: scansiona, ricicla, vinci
Due studenti universitari, Gianluca Ianniello e Lorenzo Saccone, hanno dato vita a Minerva S&R – Scan & Recycle, l’app che premia chi ricicla i cartoni degli acquisti online. L’utente fotografa la scatola, accumula punti e riceve sconti su e-commerce partner.
Un gesto semplice con un impatto reale: solo Poste Italiane spedisce 300.000 pacchi al giorno, e riciclarne il 5% significherebbe risparmiare 580 tonnellate di CO₂ l’anno. La startup ha già vinto un finanziamento Develhope e cerca investitori per il lancio ufficiale.
AcneRevolution, cura della pelle con un clic
Tre medici napoletani, Ines Mordente, Riccardo Cassese e Francesco Puglia, hanno trasformato un poliambulatorio fisico in una clinica dermatologica digitale. Riccardo Cassese ha raccontato la nascita di Acne Revolution.it, specializzata in acne e pelle grassa, con oltre 500.000 euro di fatturato nei primi sei mesi.
La piattaforma integra telemedicina, AI, e un metodo brevettato, ed è già in espansione con un’Academy per formare nuovi medici. Il target sono i giovani, che spesso vivono l’acne come un peso anche psicologico, e preferiscono soluzioni digitali e riservate.
The Skipper Academy, lavorare con il mare
Dal mare della Campania arriva l’idea di Antonino Russo: fondare una vera e propria accademia per skipper professionisti. Con The Skipper Academy, i giovani possono intraprendere un percorso completo in cinque fasi, che unisce teoria, pratica in mare e inserimento lavorativo.
Il progetto ha già raccolto 50 collaborazioni con agenzie charter, e punta a crescere in Liguria, Toscana, Sardegna e Lazio. L’obiettivo? Trasformare una passione – quella per la vela – in un mestiere, con guadagni reali e prospettive di lavoro concrete. Entro il 2028, la startup vuole esportare il modello in Europa.
eLier, AI nel calice
eLier è un sommelier digitale basato su intelligenza artificiale. Creato da Alberto Panzera – sviluppatore e alumni dell’Apple Developer Academy – e Pierluigi Fusco, ingegnere e sommelier qualificato, il progetto unisce competenze tech e passione per il vino per aiutare gli utenti – e i ristoranti – a scegliere il calice giusto in ogni occasione.
Basta un QR code al tavolo e l’app suggerisce il miglior abbinamento, considerando gusti, piatti e disponibilità in menu. Per i ristoranti, è anche uno strumento di marketing, analisi dati e fidelizzazione. Il mercato è vastissimo: il wine tech è in forte crescita e l’AI sta rivoluzionando anche la tavola-
L’importanza di innovare dove c’è fragilità
Organizzare un evento del genere in una zona come i Campi Flegrei non è solo una sfida logistica, nel prevedere più location in parallelo per dribblare eventuali inagibilità istituzionali, ma una dichiarazione d’intenti. Qui la terra trema, ma la rete degli innovatori risponde con idee, imprese e visioni. E questo, in sé, è già rigenerazione.
«Non possiamo pensare all’innovazione solo nei luoghi forti. Dobbiamo portarla dove serve di più. Fare startup in un’area in depressione economica e colpita dal rischio sismico è anche un gesto politico: significa dire che nulla ci ferma e ci fa arrendere, che qui si può ancora creare valore»., conclude Prigiobbo.