Vola la pet economy: in Italia vale circa 3,5 miliardi. Economia a prova di recessione
È il cibo per gatti e cani a guidare il mercato. In aumento anche il business legati a pesci, conigli e piccoli roditori. La ‘dieta degli avanzi’ è un ricordo: ecco la fotografia del report Assalco-Zoomark

Roma, 13 maggio 2025 – Più forte dell’inflazione, più forte delle incertezze economiche dovute al caro energia e alle tensioni geopolitiche internazionali: nel nostro Paese la ‘pet economy’, il giro d’affari generato dal settore del cibo e dei prodotti essenziali per cani e gatti e altri animali domestici, non conosce crisi.
Anche nel 2024, infatti, il mercato di riferimento ha registrato una crescita, con un business che ha superato, per il solo comparto food, i 3,1 miliardi di euro (+3,7% l’aumento a valore). È quanto emerge dall'edizione 2025 del rapporto Assalco-Zoomark, che fotografa ogni anno la situazione del mercato del ‘pet’ nel nostro Paese.
Lo studio, realizzato con il contributo della società di analisi economiche Circana e dell'Associazione nazionale dei medici veterinari italiani, è stato diffuso nei giorni scorsi, in concomitanza con l’avvio della 21esima di Zoomark, la fiera internazionale di settore che si svolge ogni due anni a Bologna.
“Economia a prova di recessione”
La crescita riscontrata dal comparto è maggiore rispetto a quella complessiva dei prodotti del largo consumo confezionato, il cui incremento è stato pari al 2,1%. Non solo: negli anni tra il 2021 e il 2024, mentre il potere d’acquisto delle famiglie veniva falcidiato dai continui rincari delle materie prime e, successivamente, dall’impennata dell’inflazione, il mercato del pet food è schizzato da 2,4 a 3,1 miliardi di euro.
Se le famiglie sono costrette a tagliare sulle spese – come confermato dai consumi in flessione in molti altri settori, a partire dall’ortofrutta -, i tagli non toccano le necessità degli amici a quattro zampe.
I gatti fanno la parte del leone
È destinata ai gatti la maggior parte dei prodotti acquistati: il 56,3% del valore complessivo, con un fatturato di 1.758 milioni di euro e una crescita del 5% rispetto all’anno precedente. Anche i prodotti per il cane, tuttavia, segnano un +2,1%, per un totale di 1.367 milioni di euro. Nel caso del gatto, la crescita maggiore è stata nel cibo umido (+5,3%); per il cane, invece, il maggiore incremento è dato dal secco (+2,3%).
Nel complesso, il segmento degli alimenti umidi è quello che realizza la maggiore quota (il 49% del totale e una crescita a valore del 4,3%), seguito dagli alimenti secchi (40,4% ma aumento a valore del 13,4%) e infine gli snack che, nel complesso, fanno registrare un +4,2% a valore, ma con una crescita a doppia cifra per quelli destinati ai mici, che segnano un +10,2%.
Se i numeri del rapporto Assalco-Zoomark si basano sui dati forniti dalla grande distribuzione e dalle grandi catene di negozi per animali, lo studio fornisce anche una stima del valore del mercato online del cibo per cani e gatti: nel 2024 è stato pari a 451 milioni di euro, con una crescita dell’8,2% rispetto al 2023, trainata - anche in questo caso - dal gatto.
Tra i ‘pet’ anche pesci, volatili e piccoli roditori
Nelle case degli italiani ci sono anche altri animali che rientrano nella categoria ‘pet’, anche se è più difficile considerarli d’affezione, sia per la ridotta interattività, sia per il minor tempo di permanenza in vita. Tra questi spiccano i pesci (l'animale domestico più diffuso, 28,1 milioni di esemplari, ripartiti in circa 1,4 milioni di acquari domestici), volatili, conigli e piccoli roditori.
Nel loro caso, i numeri relativi alla popolazione totale – e, di conseguenza, alla pet economy da essi generata – sono in calo. Aumentano, invece, gatti e cani: i primi sono circa 12 milioni, con un incremento stimato di un milione di esemplari; i secondi sono stabili attorno agli 8 milioni.
La ‘dieta degli avanzi’? Solo un ricordo
La maggiore attenzione riservata alla qualità del cibo offerto ai propri animali domestici ha favorito l’allungamento della loro vita media: va definitivamente in soffitta, dunque, la vecchia ‘dieta degli avanzi’, riservata per decenni, se non per secoli, agli inconsapevoli cani e gatti di casa.
I resti della nostra tavola, fatti di alimenti conditi e speziati, non erano affatto salutari per la loro salute, mentre la dieta equilibrata è garantita da crocchette e pasti umidi che contengono mix di tutti gli elementi essenziali per la nutrizione di cani e gatti. In questo contesto si inserisce il potenziale futuro della pet economy, che è sempre più orientata verso servizi personalizzati, confezionati su misura per le diverse esigenze degli animali domestici.