Vi spiego la furbata di Putin sul cessate il fuoco limitato
La proposta di Putin per un "cessate il fuoco limitato" in Ucraina è farlocca perché cela un obiettivo militare utile solo a Mosca. Il commento di Ugo Poletti

La proposta di Putin per un “cessate il fuoco limitato” in Ucraina è farlocca perché cela un obiettivo militare utile solo a Mosca. Il commento di Ugo Poletti
In questi tre anni di guerra in Ucraina abbiamo visto la propaganda russa usare delle definizioni creative per spiazzare gli analisti e creare false percezioni nell’opinione pubblica. Due esempi: le “bombe sporche” (che gli Ucraini avrebbero lanciato su se stessi per incolpare i Russi) e l’arma nucleare tattica (da usare contro gli Ucraini, con l’effetto di contaminare anche le truppe russe vicine). Entrambe le invenzioni propagandistiche si sono rivelate insistenti.
La tanto attesa telefonata di Trump-Putin ci ha nuovamente regalato una invenzione propagandistica che rappresenta una novità assoluta nella storia militare: un “cessate il fuoco limitato”. Spieghiamo cosa significa veramente l’espressione “cessate il fuoco”: tutti i combattimenti devono cessare allo scoccare di un’ora concordata ufficialmente tra i paesi combattenti. In poche parole, i soldati e le artiglierie smettono di sparare, mentre gli aerei non bombardano più. Il risultato della telefonata tra il presidente americano e quello russo è invece questo: i combattimenti sul fronte continueranno e anche i bombardamenti dell’Ucraina. La concessione di Putin è quella di non attaccare selettivamente le infrastrutture energetiche. Cioè dirà ai suoi generali che selezionano ogni giorno i bersagli da bombardare in Ucraina di escludere centrali elettriche e impianti di distribuzione dell’energia. Praticamente, possono bombardare qualsiasi altro obiettivo.
Dietro questa abile manipolazione, perché concretamente questo non è un cessate il fuoco, si nasconde un obiettivo militare. Se entrambe le parti non possono attaccare le infrastrutture energetiche, significa che anche gli i droni ucraini non possono colpire più in Russia le raffinerie di petrolio e le centrali di stoccaggio del gas, l’arma più efficace degli Ucraini per indebolire il nemico. Mentre in Ucraina, ora che l’inverno è finito, avere dei blackout è meno importante ora che si possono chiudere i riscaldamenti. Quindi, non solo Putin non concede il “cessate il fuoco”, ma estorce un vantaggio militare. Questa abile mossa si basa sulla necessità che Trump possa comunicare: “avete visto? Io parlo con Putin e ottengo concessioni”. La domanda da farsi è se Donald Trump si rende conto che il leader russo non concede niente neanche a lui e lo sta usando.
Non manca in Ucraina la speranza che l’iniziativa di Trump porti ad un vero negoziato, anche perché l’America ha mezzi reali per esercitare una grande pressione sulla Russia. Quindi gli ottimisti possono ancora dire che una conversazione tra i leader delle due superpotenze è comunque uno spiraglio positivo. Purtroppo, una telefonata non significa un accordo. L’attacco russo alla centrale elettrica di Sloviansk nel Donbas ancora controllato dagli Ucraini.
Gli analisti più attenti non possono evitare di notare che il Cremlino non ha modificato la sua posizione ideologica alla base dell’invasione russa. In poche parole: l’Ucraina è cosa nostra e non tolleriamo che gli Ucraini possano prendersi la libertà di eleggere un presidente o fare accordi internazionali che a Mosca non approviamo. E questa posizione si rivela nell’insistenza di volere un’Ucraina nuda militarmente, per poterla tenerla sotto costante minaccia di invasione e neutrale, cioè senza libertà in politica estera e nella difesa del paese.
Qui in Ucraina la linea accomodante della Casa Bianca verso il Cremlino sta facendo crescere l’inquietudine. Fino alla sgradevole sceneggiata di un presidente Zelensky bullizzato nello Studio Ovale dal presidente americano, dal suo vicepresidente Vance e perfino un giornalista maleducato, gli Ucraini si illudevano che l’America non potesse abbandonarli, come difensore ufficiale dei valori della democrazia. La recenta chiusura di Radio Liberty e Voice of America, che da decenni rappresentano la comunicazione libera dell’occidente in contrapposizione alla propaganda, è stata l’ennesima doccia fredda e rappresenta la perdita di ogno appiglio morale con l’America.
La postura di Trump con Putin sembra questa: “caro Vladimir Vladimirovic, chiudiamo questo capitolo infelice della guerra in Ucraina, che è una seccatura sia per te che per gli Americani. Parliamo di cose più importanti, come la comune gestione del mondo e la tua alleanza con una Cina troppo ambiziosa che sta diventando scomoda per la Russia”.
Putin sta sfruttando questa apertura per ottenere vantaggi concreti, senza mettere in discussione l’alleanza indispensabile con la Cina. Però, arriverà in momento in cui Trump si rende conto che il suo atteggiamento accondiscendente con la Russia non porta i risultati sperati. E forse di irriterà molto. Non dimentichiamo che esiste un rischio reale che Zelensky possa rifiutarsi di firmare una proposta di pace che rappresenta la fine dell’esistenza di una Ucraina libera e indipendente. Non per ostinazione personale, per evitare di esporsi ad un linciaggio pubblico come traditore.