Vi racconto la capriola schizofrenica della Commissione con il pacchetto Omnibus

La Commissione europea esulta per la semplificazione delle sue stesse pastoie burocratiche e per i costi evitati alle imprese. Sembra assurdo, ma è così. La lettera di Francis Walsingham.

Feb 28, 2025 - 13:52
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Vi racconto la capriola schizofrenica della Commissione con il pacchetto Omnibus

La Commissione europea esulta per la semplificazione delle sue stesse pastoie burocratiche e per i costi evitati alle imprese. Sembra assurdo, ma è così. La lettera di Francis Walsingham

Caro direttore,

sono… basito.

Le autorità europee ci regalano spesso grandi gioie, ma ieri si è davvero oltrepassato il limite.

Mercoledì la Commissione ha presentato un piano per la decarbonizzazione dell’industria e la manifattura di tecnologie pulite, chiamato Clean Industrial Deal, abbinato a un insieme di proposte di semplificazione burocratica in materia di sostenibilità, il pacchetto Omnibus. Mi concentrerò su quest’ultimo, perché è veramente qualcosa di fenomenale.

Leggo infatti sul sito che, secondo le stime “conservative” di Bruxelles, le misure contenute nel pacchetto Omnibus permetteranno alle aziende europee di risparmiare 6,3 miliardi di euro in costi amministrativi annui. “Le aziende nell’Unione europea beneficeranno di norme semplificate in materia di rendicontazione finanziaria sostenibile, dovuta diligenza di sostenibilità e tassonomia. Questo renderà la vita più facile alle nostre imprese”, ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

Ottimo!, verrebbe da pensare. Non fosse che…

Non fosse che l’attuale Commissione von der Leyen sta semplificando l’apparato regolatorio introdotto dalla precedente Commissione, guidata sempre da von der Leyen!

La Commissione, in altre parole, sta cercando di prendersi il merito di aver riparato a un danno che essa stessa ha voluto e inferto. Quei 6,3 miliardi di costi amministrativi annui non sono un risparmio, ma una spesa che le aziende avrebbero potuto evitare del tutto: bastava non sottoporle dall’inizio a quelle regole. Per prepararsi a rispettarle, le aziende hanno intanto già speso un mucchio soldi che non verranno certo restituiti loro.

L’80 per cento delle imprese è stato escluso dalla Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd), ovvero la direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità, che si applicherà alle società con oltre mille dipendenti. È una percentuale di esclusione altissima, che testimonia l’errore madornale compiuto negli anni scorsi e del quale, però, la Commissione non si assumerà la responsabilità.

Il 90 per cento delle imprese, vale a dire oltre 180.000 – andiamo sempre meglio -, è stato sollevato dagli obblighi del Carbon Border Adjustment Mechanism (Cbam), il dazio sulle merci ad alto contenuto di CO2 provenienti dall’esterno dell’Unione europea.

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive (Csddd), cioè la direttiva che introduce degli obblighi di verifica della sostenibilità ambientale e sociale delle grandi aziende, è stata semplificata per tenere conto della complessità delle filiere e del monitoraggio pressoché impossibile di tutti i fornitori indiretti.

Dopo un dietrofont così sfacciato, mi chiedo quale credibilità abbia ancora la Commissione europea.

Cordialmente (e amaramente),

Francis Walsingham