Usa, la Sec rinuncia a difendere le sue stesse norme sul clima

La Sec, l’equivalente statunitense della nostra Consob, getta la spugna sulla rendicontazione dei rischi legati al clima da parte delle aziende L'articolo Usa, la Sec rinuncia a difendere le sue stesse norme sul clima proviene da Valori.

Apr 24, 2025 - 07:28
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Usa, la Sec rinuncia a difendere le sue stesse norme sul clima

La Securities and Exchange Commission (Sec), l’equivalente statunitense della nostra Consob, ci ha messo due anni a formulare le norme che le grandi società avrebbero dovuto seguire per rendicontare i rischi legati al clima. Norme che, di fatto, non sono mai servite – né serviranno – a nulla. Perché una raffica di azioni legali l’ha costretta a bloccarle. E, ora che i Repubblicani sono tornati al potere e il clima è argomento sgradito, la Sec ha addirittura rinunciato a difenderle.

In cosa consistono le norme sul clima della Sec

Il punto di partenza di questo dibattito è un dato di fatto che trova conferma in innumerevoli, e solide, analisi scientifiche. Le aziende hanno una quota di responsabilità per i cambiamenti climatici e, al tempo stesso, ne subiscono le conseguenze. Valutare i rischi climatici a cui vanno incontro è una necessità per loro stesse in primis, perché consente loro di correre ai ripari prima di vedere in bilico la propria sopravvivenza sul mercato, e poi per i loro investitori, partner e stakeholder di ogni genere.

La Sec ha lavorato due anni per mettere a punto le norme per la misurazione e la rendicontazione dei rischi climatici da parte delle imprese. Di revisione in revisione, ha raggiunto un risultato tutt’altro che ambizioso. La rendicontazione delle emissioni, in particolare, è uscita azzoppata. Perché taglia fuori lo Scope 3, cioè l’insieme delle emissioni indirette generate lungo tutta la catena del valore, che tipicamente sono l’assoluta maggioranza. E chiede soltanto a una quota ridotta di aziende di comunicare le emissioni dirette (Scope 1) e legate all’energia acquistata (Scope 2).

La Sec rinuncia a imporre trasparenza sull’impatto del clima

Appena la Sec ha pubblicato queste norme sul clima, a marzo 2024, due società che si occupano di fracking (fratturazione idraulica delle rocce) le hanno fatto causa. Sono state le prime di molte altre. I vari ricorsi sono stati poi riuniti nell’Ottavo Circuito, la corte federale che ha giurisdizione su sette Stati del Midwest (Arkansas, Iowa, Minnesota, Missouri, Nebraska, North Dakota e South Dakota). La Sec ha quindi sospeso l’attuazione delle norme fino alla fine del contenzioso, per evitare di generare ulteriore confusione. Tanto più perché c’era ancora tempo prima dell’entrata in vigore, fissata nel 2026.

Finché il presidente era ancora Gary Gensler, però, la Sec ha promesso che le avrebbe difese in tribunale. Dopodiché Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali e i Repubblicani – gli stessi che da anni si scagliano con veemenza contro qualsiasi istanza ambientale, sociale e di governance – hanno preso saldamente il potere. Gary Gensler ha lasciato l’incarico che, ora, è ricoperto ad interim da Mark Uyeda. E a fine marzo del 2025, un anno dopo lo scoppio della contesa, la Sec ha fatto sapere – attraverso un asciutto comunicato – di voler rinunciare alla difesa delle norme sul clima. Descrivendole come «costose e inutilmente intrusive».

Addio anche alle linee guida per le banche

In parallelo alla Sec, anche l’Office of the Comptroller of Currency (Occ) aveva elaborato alcune linee guida per aiutare gli istituti finanziari a identificare e gestire i rischi finanziari legati al clima. Si applicano ai soggetti con oltre 100 miliardi di dollari di asset totali e sono state pubblicate nel mese di ottobre del 2023. L’Occ è un’agenzia federale indipendente che supervisiona le banche nazionali e, per questa iniziativa, ha lavorato insieme alla Federal Reserve e alla Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic), l’agenzia federale che assicura i depositi dei correntisti fino ai 250mila dollari.

Anche in questo caso, si è ripetuto il medesimo copione. Non appena eletto Trump, l’Office of the Comptroller of Currency si è ritirato dal Network of Central Banks and Supervisors for Greening the Financial System (Ngfs), una rete internazionale di banche centrali e autorità di vigilanza finanziaria che collaborano per integrare la sostenibilità ambientale e climatica nel settore finanziario. E a fine marzo ha ritirato le proprie linee guida sulla gestione dei rischi climatici da parte delle banche. Come fa notare la testata Esg Dive, le ha anche cancellate dal proprio sito. A detta del capo ad interim dell’agenzia Rodney E. Hood, sarebbero gravose e ridondanti.

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