URSULA VON DER LEYEN
Leone dovrà reinventare la tradizione per arginare un crescente disiniteresse. Il suo messaggio sul disarmo ha acuito spaccature presenti più che mai in Europa.

di Lorenzo Castellani
ROMA
L’elezione di Leone XIV, primo papa statunitense della storia, avviene in uno dei momenti più turbolenti per l’Europa: conflitti armati nel cuore del continente, svolte politiche conservatrici, revisione della globalizzazione e crisi migratoria e demografica affliggono la società europea. Leone XIV raccoglie l’eredità di papa Francesco soprattutto su due fronti, il proposito della pace e l’attenzione alle questioni sociali. Di conseguenza, la riduzione delle disuguaglianze, la sfida del lavoro tecnologico e la necessità di una transizione ecologica giusta potrebbero essere temi centrali del suo messaggio, che richiama la tradizione della dottrina sociale della Chiesa e la figura di Leone XIII. Ciò in un’Europa in cui l’ambientalismo è oramai percepito come un’opportunità sprecata dalla sinistra e come un errore grave dalla destra e dove la società assume forme sempre più gerarchiche sul piano economico, senza che ci sia una particolare conflittualità sociale. Vedremo, di conseguenza, se il pontefice americano insisterà su questi punti o se invece guarderà ad altri temi come famiglia, demografia e immigrazione.
Fin dal primo discorso, Leone XIV ha scelto la cifra della tenerezza, della pace e della sinodalità, invitando il mondo a "costruire una pace disarmata e disarmante". Anche qui però il messaggio di pace rischia di creare spaccature in Europa. L’opinione pubblica anti-militarista e isolazionista, forte in Paesi come Italia, Germania e Spagna, potrebbe cogliere il messaggio papale come un invito ad abbandonare del tutto i propositi di difesa dell’Europa dalle potenze anti-occidentali. Oggi il termine pace è molto più divisivo qui che oltreoceano, un Vaticano fortemente pacifista può dare maggior carburante ai fautori della pace ad ogni costo, indebolendo i tentativi dei Paesi volenterosi in Ucraina. Non è detto che questa influenza possa aiutare la stabilità politica europea.
Oltre alle questioni geopolitiche, Leone XIV eredita una Chiesa segnata da una crisi delle vocazioni e da un crescente senso di indifferenza religiosa, soprattutto nel vecchio continente. La vera sfida sarà ridare senso alla fede in una società che più che negare Dio preferisce ignorarlo. Per questo il nuovo Papa è chiamato a ripensare la presenza della Chiesa nelle piazze, nelle periferie, ma anche nelle università e nelle aziende.
In un’Europa che cerca sia le proprie radici e che nuovi orizzonti esistenziali, il suo pontificato si configura come un laboratorio di riconciliazione e innovazione rispetto alla società europea. La sua missione sarà quella di riannodare i fili di una comunità frammentata, offrendo una leadership etica e spirituale capace di orientare l’intero continente verso una nuova stagione spirituale, proponendo forse agli europei una dimensione più individuale della fede. Un aspetto che un papa nordamericano ben comprende e che sembra meglio attagliarsi ad una società frammentata e individualizzata. In un’Europa in crisi, Leone XIV rappresenta dunque la promessa – e la sfida – di una Chiesa che rinverdisce la tradizione, ma al tempo stesso la intona ad una società più debole, divisa e conservatrice rispetto a qualche decennio fa.