“Conclave” dopo Papa Francesco: cosa sbaglia il film sul voto segreto del Papa
Il film cerca di raccontare il dietro le quinte di uno degli eventi più misteriosi della Chiesa cattolica, ma a volte sacrifica l'accuratezza per esigenze drammatiche L'articolo “Conclave” dopo Papa Francesco: cosa sbaglia il film sul voto segreto del Papa proviene da Open.

L’addio a Papa Francesco ha riacceso la curiosità sul Conclave. L’omonimo film, diretto da Edward Berger e tratto dal romanzo di Robert Harris, è salito in vetta alle classifiche per le visualizzazioni in streaming. È un evento raro, solenne, circondato da regole antiche e rituali precisi. Risulta comprensibile che, dopo la scomparsa del Papa, in molti abbiano scelto di vedere il film Conclave, uscito nel 2024, per comprenderne il funzionamento. Tuttavia, quanto è realistico? Attenzione: seguono spoiler. Sta a voi decidere se proseguire nella lettura prima o dopo la visione del film.
Il lungometraggio vanta atmosfere credibili e fattibili, ma si prende alcune libertà narrative. Una in particolare riguarda quella dell’elezione del nuovo Papa, un errore che rischia di compromettere tutta la trama.
La distruzione dell’anello del pescatore
Nel film, la distruzione dell’anello papale (noto anche come anello del pescatore) avviene subito, con martello e scalpello, nella stanza privata del Papa defunto. Ma nella realtà, le cose andrebbero diversamente.
Secondo la costituzione apostolica in vigore, l’anello non va più necessariamente distrutto fisicamente, ma solo annullato, e solo dopo la certificazione ufficiale della morte del pontefice. Questo passaggio, cruciale, nel film viene completamente saltato.
Per quanto riguarda la procedura fisica dell’annullamento, l’anello di Papa Benedetto XVI fu rigato con una croce. Lo stesso è avvenuto per Papa Francesco: il suo anello è stato annullato da una donna non identificata davanti ai cardinali.
Il segreto del nuovo Papa del film “Conclave”
Il film si chiude con una rivelazione sconvolgente. Il nuovo Papa è nato intersex. Dopo un’appendicectomia, ha scoperto di possedere utero e ovaie. Ha rifiutato l’intervento chirurgico, convinto che Dio lo avesse creato così.
Nonostante ciò, Benitez è stato sempre identificato come uomo, e nella finzione cinematografica questo lo rende eleggibile. Una provocazione narrativa che pone interrogativi teologici e identitari. Tuttavia, non pare costituire un ostacolo alla sua elezione rispetto a un’altra condizione.
Il cardinale “in pectore”: sì, ma con una condizione
Uno snodo centrale del film è proprio l’arrivo in Vaticano del cardinale Vincent Benitez, proveniente da Kabul, che verrà eletto col nome di Innocenzo XIV. La trama ci dice che fu nominato “in pectore” dal Papa precedente.
Il termine “in pectore” è reale e indica i cardinali nominati in segreto, per motivi di sicurezza od opportunità. Tuttavia, perché la nomina sia valida, l’identità del cardinale deve essere rivelata dal Papa quando è ancora in vita.
Nel film, questa condizione viene ignorata. Il Papa è già morto quando si scopre il nome di Benitez. Secondo il diritto canonico, questo rende nulla la nomina. Benitez, dunque, non avrebbe potuto nemmeno entrare in Conclave, figurarsi essere eletto Papa.
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