Uno stop giusto: "Non era compito di una Regione..."

Il costituzionalista Bianchi: "L’esito era prevedibile. Ora la Consulta potrebbe sospendere la norma" .

Mag 11, 2025 - 05:57
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Uno stop giusto: "Non era compito di una Regione..."

"L’impugnazione da parte del Consiglio dei ministri? Era prevedibile". Leonardo Bianchi, docente di Diritto costituzionale dell’Università di Firenze, è stato fra i primi a sostenere l’illegittimità costituzionale della legge toscana.

Cosa le ha fatto credere, fin dall’inizio, che la norma sarebbe finita davanti alla Corte costituzionale?

"Il fatto che la legge non definisca una semplice prassi organizzativa, ma tocchi un diritto cardine, quello alla vita. Ci sono poi consolidate posizioni dell’avvocatura dello Stato e della stessa Corte che rendono ragionevole l’impugnazione: il limite dell’ordinamento civile che attiene alla competenza esclusiva dello Stato; il ruolo del legislatore regionale rispetto a quello nazionale, già dimostrato dalla sentenza 2016 contro la legge del Friuli sulle Dat. Sia la Corte europea dei diritti dell’uomo, sia la Corte costituzionale sono poi sempre state chiare sul fatto che la mera liceità del suicidio non equivalga all’esistenza di un vero e proprio diritto a togliersi la vita".

La sentenza 242/2019 ha però previsto che in specifici casi chi aiuta un malato nel suicidio medicalmente assistito non sia perseguibile…

"Esatto. Si prevede una discriminante rispetto alla norma incriminatrice. In parole più semplici, la Corte ha detto che chi aiuta il suicidio, in alcuni e ben definiti casi, non è punibile. Non ha detto però che le Ausl debbano organizzarsi per aiutare il suicidio".

Il Collegio di garanzia statutaria toscano si era espresso a favore della norma. Che ne pensa?

"Credo sia stata un’analisi un po’ creativa, perché il Collegio ha letto nelle sentenze della Corte la riconoscenza del diritto all’assistenza sanitaria al suicidio. Una conclusione opinabile".

Non sarebbe stata opportuna una norma nazionale?

"Non entro sul tema politico. Posso solo dire che dal 2019 in poi ci sono stati governi di diverso orientamento e che le responsabilità sono tante. Al momento, le commissioni giustizia e sanità del Senato stanno lavorando al tema. Ma il fatto che il legislatore possa (pur non essendo obbligato) varare una norma non contrasta con la scelta del governo di ribadire che questa è materia nazionale".

Cosa succederà adesso?

"Verrà formulato e presentato il ricorso. Questo potrebbe spingere la Corte a sospendere l’efficacia della norma toscana fino al giudizio di merito, in considerazione del rischio di un pregiudizio grave e irreparabile per i diritti dei cittadini".

Intanto in Emilia–Romagna il tar ha sospeso la delibera della giunta…

"La sospensiva scatta di solito per la probabile sussistenza di vizio nella delibera. In ogni caso, la questione potrebbe restare aperta più a lungo, col successivo ricorso al Consiglio di Stato".

Lisa Ciardi