UniCredit, analisti alzano i tp dopo i conti. Possibile incontro col Mef su Banco Bpm

La banca milanese potrebbe chiedere al Governo di ridurre le condizioni imposte sull’operazione ma dall’esecutivo arrivano segnali di chiusura.

Mag 13, 2025 - 13:46
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UniCredit, analisti alzano i tp dopo i conti. Possibile incontro col Mef su Banco Bpm

Day After la trimestrale per UniCredit, la migliore della sua storia, accolta positivamente dal mercato, visto la chiusura a +4,18% della seduta di ieri, mentre oggi le azioni della banca scambiano intorno la parità, a 56 euro.

Accoglienza positiva anche da parte dei broker, tra cui EQUITA, che ha alzato del 3% il prezzo obiettivo sulle azioni UniCredit, portandolo a 60 euro, e confermando la raccomandazione buy.

La call di presentazione dei conti trimestrali "ha fornito a nostro avviso indicazioni complessivamente positive sulla capacità di UniCredit di mantenere solidi risultati sia nel 2025 sia nei prossimi anni, dando ulteriore visibilità alle guidance", spiegano gli analisti della sim, che hanno aumentato dell'1% la loro stima di utile per l'anno in corso.

Anche Barclays ha alzato il target price sulla banca, da 56,3 a 62,5 euro, e confermando la raccomandazione overweight. Gli analisti hanno aumentato del 5% la previsione di utile netto 2025, mentre le stime sul 2026-2027 vengono incrementate dell'1%.

Stessa decisione per Morgan Stanley: fair value da 55,5 a 58 euro e raccomandazione equal-weight ribadita, mentre le stime del broker di utile netto 2025-2027 sono state alzate del 2%.

Infine, WebSim Intermonte conferma il suo prezzo obiettivo a 50 euro (neutral), ma rivede al rialzo le sue proiezioni “perché i risultati si sono rivelati nettamente superiori alle attese: stimiamo ora commissioni più elevate grazie a maggiori afflussi nell’asset management e alla vivace domanda di servizi ‘client-driven’ come le coperture, oltre a ricavi da trading più alti che, sebbene non ricorrenti, innalzano il dato annuo”.

Dalla sim si attendono “costi operativi più contenuti grazie all’efficiente controllo delle spese e un costo del rischio più basso, in linea con la guidance e con gli overlay già stanziati per 1,7 miliardi di euro”.

Complessivamente, “l’utile netto rettificato (al netto dei DTA) aumenta del 3,4%/3,1%/4% nel triennio, mentre l’EPS rettificato seguirà un andamento differente per via delle ipotesi di buy-back”, mentre “la gestione ottimizzata degli RWA dovrebbe tradursi in un CET1 ratio più elevato”, concludono da WebSim.

Dopo la trimestrale, l’attenzione di UniCredit torna all’Ops su Banco Bpm e, secondo il quotidiano La Repubblica, giovedì 15 maggio potrebbe esserci un incontro tecnico al Ministero delle Finanze (Mef).

Fonti del periodico indicano che Piazza Gae Aulenti proverà a ridurre alcune delle imposizioni decise dal decreto dell’esecutivo sull’operazione, in particolare la vendita di tutte le attività in Russia entro il 18 gennaio 2026, cercando di ottenere un’uscita più graduale. Altri temi su cui il management della banca cercherà di smussare sarà il rapporto prestiti/depositi del polo unito e il mantenimento a livelli attuali dei titoli italiani in Anima Holding.

“Se non riceveremo chiarimenti dovremo fare la nostra valutazione autonoma. Quando avremo tutto prenderemo una decisione: per ora non abbiamo pressioni, siamo pazienti”, avvisava l’ad Andrea Orcel parlando nel corso della call con gli analisti.

I tempi tecnici per attenuare i vincoli ci sarebbero secondo La Repubblica: l’Ops su Banco Bpm, partita il 28 aprile, termina il 23 giugno ed entro allora si potrebbe trovare un’intesa, mentre un ricorso legale ha tempistiche poco compatibili.

Ieri, però, fonti dell’agenzia Reuters affermavano che il Governo è pronto a confermare le condizioni imposte a UniCredit, mentre l’incontro con la banca farebbe parte di un procedimento definito per consentire all’esecutivo di monitorare l’attuazione tempestiva delle condizioni imposte.