Ue, faro sul golden power e il governo congela l’incontro con Unicredit

Bruxelles a Palazzo Chigi: restrizioni proporzionate e per legittimo interesse pubblico. Oggi il cda di Bpm che boccerà di nuovo l’offerta Il governo non dà udienza a Unicredit, che martedì aveva chiesto un incontro urgente per ridiscutere i pesanti vincoli del golden power sull’acquisizione di Banco Bpm. Fino a ieri sera l’esecutivo non si è […] L'articolo Ue, faro sul golden power e il governo congela l’incontro con Unicredit proviene da Iusletter.

Apr 24, 2025 - 16:06
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Ue, faro sul golden power e il governo congela l’incontro con Unicredit

Bruxelles a Palazzo Chigi: restrizioni proporzionate e per legittimo interesse pubblico. Oggi il cda di Bpm che boccerà di nuovo l’offerta

Il governo non dà udienza a Unicredit, che martedì aveva chiesto un incontro urgente per ridiscutere i pesanti vincoli del golden power sull’acquisizione di Banco Bpm. Fino a ieri sera l’esecutivo non si è espresso sull’istanza della banca guidata da Andrea Orcel. Non ufficialmente, almeno. Ma a taccuini chiusi, i ragionamenti informali si erano affinati rispetto a quelli maturati non appena l’istituto aveva reso nota la richiesta di un incontro a via XX settembre.Il rinvio “obbliga” il faccia a faccia ad avvenire dopo l’assemblea di Trieste, dove oggi si gioca la partita Generali e in cui Unicredit può avere un ruolo chiave, in quanto detiene il 5,2% del capitale il cui schieramento sul voto per le nomine non è ancora stato svelato. Solo in seguito l’esecutivo deciderà quindi se e come riaprire la porta a Unicredit. Fonti di governo sottolineano la necessità di capire, prima, la mossa di Orcel al tavolo di Generali. Ecco perché da Palazzo Chigi non è partita una convocazione last minute per dar modo a Unicredit di interpretare (e possibilmente mitigare) le limitazioni ricevute. Se un faccia a faccia al Tesoro era impossibile dato che il titolare Giancarlo Giorgetti è a Washington per gli Spring Meetings di Fmi e Banca mondiale, un incontro nella sede della presidenza del Consiglio era pur fattibile. Il dossier Unicredit- Banco Bpm, infatti, è seguito personalmente da Gaetano Caputi, capo di gabinetto della premier Giorgia Meloni. Ma l’idea non è stata messa in conto. Non solo quella di convocare i vertici della banca, ma nemmeno quella di pianificare una data futura. Ha prevalso la linea dell’attesa, integrata dalla considerazione, ribadita, che l’esecutivo non è obbligato a rispondere a Unicredit.

La banca, nelle stesse ore, ha riunito un cda, in cui Orcel avrebbe condiviso con i consiglieri “la linea” da tenere sulle nomine in Generali, e le possibili iniziative di tutela legale contro un dispositivo (il golden power, appunto) che ieri ilFinancial Times ha definito «un’ingerenza di Meloni, purtroppo in linea coi tempi», vaticinando «ripercussioni contenute» sul dossier, anche se «l’aumento dell’incertezza dovrebbe accrescere il costo del capitale per le imprese italiane».L’attivazione dei poteri speciali su Unicredit fa mugugnare anche Bruxelles. Dove un portavoce della Commissione Ue ha ribadito il concetto che il golden power dev’essere «proporzionato». «Gli Stati membri mantengono la responsabilità di attuare restrizioni alle libertà di mercato attraverso le loro leggi nazionali, ma è molto importante che questi limiti alle diverse libertà mentali siano consentite solo seproporzionate e basate su un legittimo interesse pubblico», ha detto il portavoce Thomas Regnier alla stampa, pur senza entrare nello specifico. Già a fine marzo la direzione generale mercati e finanza (Fisma) dell’Ue aveva scritto una lettera sul dossier al governo italiano, chiedendo informazioni sull’eventuale uso massiccio di prescrizioni, e dopo avere avviato l’iter Eu-pilot, che dà titolo alla Commissione di indagare, in via preliminare, eventuali violazioni del diritto Ue. «Stiamo interagendo con le autorità italiane in modo strutturato per ricevere informazioni aggiuntive», ha aggiunto il portavoce.Nella delicata giornata odiernadella finanza nostrana è in agenda anche il cda di Banco Bpm chiamato ad approvare il “comunicato dell’emittente” (ossia l’Ops di Unicredit). Una formalità, dato che già cinque mesi fa, a poche ore dall’annuncio, il cda della banca guidata da Giuseppe Castagna bollò come «non concordata» l’offerta rivale, criticandone le «inusuali condizioni di prezzo», cioè l’assenza di un premio per gli azionisti. In Borsa, in una seduta positiva, ieri Unicredit ha corso più di Banco Bpm: +2,81% l’una, +2,13% l’altra. Il concambio di mercato lima così al 7,5% rispetto a quello implicito nell’offerta di scambio.

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