Ucraina, Sachs a La7: “Biden un disastro, il suo veto ha condannato Kiev alla guerra”. Botta e risposta con Parsi
Botta e risposta a Piazzapulita (La7) sulla guerra in Ucraina tra il politologo Vittorio Emanuele Parsi, professore ordinario di Relazioni Internazionali all’Università Cattolica di Milano, e l’economista Jeffrey Sachs, già consigliere economico del Cremlino fra il 1990 e il 1993, direttore dello Earth Institute della Columbia University e nominato nel 2021 da Papa Francesco come […] L'articolo Ucraina, Sachs a La7: “Biden un disastro, il suo veto ha condannato Kiev alla guerra”. Botta e risposta con Parsi proviene da Il Fatto Quotidiano.

Botta e risposta a Piazzapulita (La7) sulla guerra in Ucraina tra il politologo Vittorio Emanuele Parsi, professore ordinario di Relazioni Internazionali all’Università Cattolica di Milano, e l’economista Jeffrey Sachs, già consigliere economico del Cremlino fra il 1990 e il 1993, direttore dello Earth Institute della Columbia University e nominato nel 2021 da Papa Francesco come membro ordinario della Pontificia Accademia delle scienze sociali.
L’argomento centrale del dibattito verte su un eventuale accordo di pace tra Russia e Ucraina. Secondo Sachs, “la questione della pace si risolverà affrontando il tema dell’allargamento della Nato o della neutralità dell’Ucraina” e comporterà inevitabilmente delle perdite territoriali per Zelensky: “La pace dovrà necessariamente passare attraverso un accordo in seno al Consiglio di sicurezza dell’Onu. La Crimea non tornerà più all’Ucraina, il Donbass è per lo più perso, perché l’Occidente si è rifiutato di onorare l’accordo Minsk II che avrebbe salvato la regione del Donbass per l’Ucraina“.
E punta il dito contro Biden: “Secondo lui, l’Ucraina, anziché considerare l’accordo di Minsk II, avrebbe dovuto riconquistare il Donbass. Questo è stato un errore tremendo, commesso quando gli Usa hanno convinto l’Ucraina a non tenere fede al processo di Istanbul, con quell’accordo di pace. Parlo del 15 aprile 2022: è stato in quel momento che si è perso il Donbass perché gli Usa hanno detto agli ucraini di continuare a combattere. E così l’Ucraina ha abbandonato il tavolo dei negoziati: quella è stata la fine del Donbass. Quando l’Ucraina ha cercato di riconquistare il Donbass con la sua controffensiva, è fallito tutto miseramente”.
L’economista aggiunge che l’allargamento della Nato è stata la principale causa del conflitto e ribadisce: “Gli Usa hanno rifiutato l’accordo Minsk II ed ecco il disastro in cui ci troviamo“.
Dissente Parsi, che sgancia diverse bordate all’economista statunitense: “Le opinioni sono legittime, però dovremmo trattare la politica e la storia con lo stesso rigore con cui si pretende che si tratti l’economia. Innanzitutto, non ci sono mai stati gli accordi di Istanbul. Ci sono stati dei colloqui di Istanbul, perché, se avessimo avuto un accordo, la guerra sarebbe finita”.
E menziona un articolo pubblicato il 16 aprile 2024 dalla rivista Foreign Affairs, a firma dei ricercatori Samuel Charap e di Sergey Radchenko: “Questa analisi esibisce una serie di documenti . Ci sono due draft di quegli accordi: la bozza del 12 aprile, che è quella che gli ucraini ritirano. Questa bozza prevede che ci sia un comitato di garanti che devono valutare il fatto che ci siano violazioni. Tra quelli che devono valutare le violazioni ci sono anche i russi. Questa bozza si trova su internet, non è difficile trovarla, è un anno che è sul web“.
Il politologo spiega che nella bozza del 12 aprile si chiariva che gli Stati garanti avrebbero deciso indipendentemente se venire in aiuto di Kiev nel caso di un attacco in Ucraina: “In quella bozza si dice che non serve l’unanimità dei garanti per dire che c’è una violazione. Una seconda bozza del 15 aprile, tre giorni dopo, esclude l’unanimità comportando il diritto di veto dei russi, che prima non c’era. Ed è su quella che gli ucraini si impuntano. Questi sono i documenti che si trovano su internet – ripete Parsi – basta andare sul sito di Foreign Affairs. Ci sono documenti di cui dobbiamo tenere conto, perché altrimenti tutto diventa narrazione.”.
“Quello che dice il professor Parsi sul documento del 15 aprile è assolutamente corretto – risponde Sachs – Un fatto è certo: gli ucraini hanno abbandonato ogni negoziato, punto. Ed è assurdo. Io non devo leggere proprio nulla su Foreign Affairs, perché nella primavera del 2022 sono andato ad Ankara per parlare in prima persona coi negoziatori e mediatori turchi: un bel giorno gli ucraini hanno abbandonato il tavolo e non ci sono più tornati. Ora, questo è un disastro. Perché lo hanno fatto? Perché gli Usa gli hanno detto di fare così”.
E ridimensiona il ruolo di Boris Johnson: “Certo, lui è andato in Ucraina, tuttavia non è Boris Johnson ad aver deciso, ma gli Usa. Sono loro ad aver imposto agli ucraini di non accettare la neutralità, in cambio del loro sostegno. E questo ha portato a milioni di morti. Biden è stato un disastro per l’Ucraina, punto e basta. Ha convinto gli ucraini ha convinti a non finalizzare i negoziati”.
Sachs conclude: “I punti che ha citato il professor Parsi sono corretti. Ma erano tutti punti che andavano discussi e risolti, coinvolgendo magari il segretario generale dell’Onu o altre parti in modo da trovare un accordo”.
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