Tutte le mosse di Trump su dollaro digitale e criptovalute

Conversazione con Ignazio Angeloni, ex Bce e fellow dell'Insistitute for European Policymaking, esperto di stabilità finanziaria. Estratto da Appunti di Stefano Feltri.

Mar 2, 2025 - 07:48
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Tutte le mosse di Trump su dollaro digitale e criptovalute

Conversazione con Ignazio Angeloni, ex Bce e fellow dell’Insistitute for European Policymaking, esperto di stabilità finanziaria. Estratto da Appunti di Stefano Feltri

Di recente Trump ha firmato un ordine esecutivo che vieta alla Federal Reserve di fare esperimenti su un dollaro digitale ufficiale, cioè una di quelle valute digitali emesse dalle banche centrali che le autorità finanziarie ufficiali stanno valutando per creare una alternativa istituzionale alle criptovalute private.

Anche la Bce, da anni, sta studiando il progetto di un euro digitale, in pratica un sistema di pagamenti che consenta agli utenti di coinvolgere direttamente la banca centrale anche nelle transazioni tra privati.

Oltre a essere un attacco alla indipendenza della Federal Reserve, l’ordine esecutivo di Trump ha conseguenze significative.

Ignazio Angeloni ha lavorato molti anni alla Bce, è uno dei massimi esperti di stabilità finanziaria, e oggi è un fellow dell’Institute for European Policymaking della Bocconi. Trump sembra ossessionato dalle criptovalute. Quali sono state le sue decisioni più significative fin qui? E che implicazioni ha questo orgine esecutivo?

Penso che la BCE debba fare una riflessione dopo questo ordine di Trump, perché l’euro digitale, strumento di cui la BCE negli ultimi anni è stata grande sostenitrice e che sta preparando da molto tempo, non è uno strumento che può esistere in autonomia, indipendentemente da quello che succede nel resto del mondo.

Uno dei valori di queste monete, di questi circolanti digitali delle banche centrali è il collegamento internazionale, il fatto che esista una certa sostituibilità, complementarietà o come si dice in termine tecnico interoperatività fra i diversi strumenti a livello internazionale.

Se il dollaro viene a mancare è chiaro che questo collegamento non esiste, quindi credo che sia necessario riflettere da parte della BCE su quali sono i suoi piani alla luce di questa decisione americana.

Dopo la vittoria delle elezioni, Trump ha lanciato la sua criptovaluta, una cosiddetta memecoin perché non ha neppure la velleità di avere un valore o una utilità. Dopo il picco il 19 gennaio, alla vigilia dell’insediamento, oggi il $TRUMP ha già dimezzato la capitalizzazione, la memecoin della first lady Melania vale un decimo rispetto al lancio. Che prospettive hanno queste cripto completamente inutili?

Sono strumenti puramente speculativi, quindi senza valore intrinseco, e questo li distingue da tutti gli altri asset sul mercato finanziario, e che non hanno neanche valore in termini del contributo che possono dare a far crescere, a diversificare il mercato finanziario.

Quindi sono degli strumenti che in quanto speculativi dipendono molto dagli annunci sul mercato, soprattutto annunci politici.

Abbiamo visto che quando, dopo l’elezione, Trump ha indicato che voleva dare sviluppo a questo mercato, il mercato delle criptovalute, c’è stato un forte aumento dei valori.

Quindi sono estremamente variabili e anche rischiosi per gli investitori, assolutamente inadatti per investitori individuali, che rischiano di guadagnare molto in certi momenti ma perdere tutto poi successivamente.

In una puntata del podcast Capitalisn’t che sta facendo discutere, il premio Nobel per l’economia Eugene Fama ha predetto che entro un decennio il valore di Bitcoin sarà zero, oggi è a 92.371 dollari. Che rischi ci sono che le cripto destabilizzino il sistema finanziario tradizionale?

Eugene Fama, essendo un economista neoclassico e un teorico della perfezione dei mercati finanziari, pensa che il valore degli asset alla fine deve convergere al loro valore intrinseco, nel caso del bitcoin, essendo zero, che quindi alla fine il bitcoin debba valere zero.

Però abbiamo imparato negli anni che il bitcoin è più resiliente di quanto si pensasse: va su, va giù, però gli operatori continuano a detenerlo e a movimentarlo.

Secondo, si è capito che i mercati finanziari non sono sempre efficienti, ma non sono sempre neanche razionali, ci sono strumenti che in teoria non dovrebbero esistere, ma in pratica esistono e anzi godono di un certo favore da parte di alcune categorie di investitori.

Quindi non credo necessariamente che il bitcoin debba scomparire nel lungo periodo.