Tutte le manovre dell’Italia su Starlink

Il ministro Ciriani ha affermato che "l'Italia sta testando le antenne Starlink in alcune ambasciate", ribadendo che il governo italiano non ha firmato contratti né concluso accordi con la società SpaceX. Intanto il sottosegretario alla Difesa, Perego di Cremnago, ricorda che Starlink e satelliti Ue non si escludono...

Mar 14, 2025 - 15:38
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Tutte le manovre dell’Italia su Starlink

Il ministro Ciriani ha affermato che “l’Italia sta testando le antenne Starlink in alcune ambasciate”, ribadendo che il governo italiano non ha firmato contratti né concluso accordi con la società SpaceX. Intanto il sottosegretario alla Difesa, Perego di Cremnago, ricorda che Starlink e satelliti Ue non si escludono…

L’Italia ha installato antenne Starlink in quattro ambasciate in tutto il mondo per testarne la funzionalità, ma non ha firmato un contratto di sicurezza nazionale con SpaceX.

È quanto ha precisato ieri il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani (Fratelli d’Italia) in Senato rispondendo ad un’interrogazione su Starlink, il servizio di Internet satellitare della società di Elon Musk.

A inizio anno è emerso che l’Italia stava puntando a Starlink per le comunicazioni governative sicure. In conferenza stampa a gennaio la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, aveva difeso le interlocuzioni del governo con SpaceX, affermando che il sistema Starlink non ha “alcuna alternativa pubblica”.

Tuttavia, secondo Bloomberg, di recente il governo Meloni sta avendo sempre più dubbi sulla chiusura di un accordo da 1,5 miliardi di euro con Starlink di Musk, alla luce del percepito disimpegno americano nei confronti della sicurezza europea. Proprio Elon Musk, stretto alleato del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, è anche visto come un partner inaffidabile da alcuni nell’esecutivo Meloni, secondo fonti di Bloomberg.

Intanto, il 5 marzo Reuters ha rivelato che l’operatore satellitare francese Eutelsat è tra le aziende che sono in trattative con il governo italiano per fornire sistemi per comunicazioni satellitari sicure, secondo due fonti vicine alla questione.

Senza dimenticare che quella che è considerata oggi la risposta europea a Starlink, ovvero Iris2, sarà attiva solo a partire dal 2030.

“Starlink ha oltre 7mila satelliti e l’alternativa europea ne ha 400: noi dobbiamo costruire la nostra costellazione europea certamente, ma vogliamo anche un servizio efficiente subito”.

ha dichiarato ieri il sottosegretario della Difesa, Matteo Perego di Cremnago, a margine di un evento su informazione e difesa.

Intanto anche il campione nazionale dell’aerospazio e difesa, Leonardo, ha annunciato il lancio di una nuova costellazione di satelliti in orbita bassa che consiste in 18 satelliti militari finanziati principalmente dal ministero della Difesa.

Tutti i dettagli.

AVVIATE LE SPERIMENTAZIONI CON STARLINK

“Sono state avviate alcune sperimentazioni con i sistemi satellitari Starlink presso le sedi diplomatiche in Burkina Faso, in Bangladesh, in Libano e in Iran, che dunque sono state dotate di antenne Starlink anche se nessuna ad oggi è attiva”, ha spiegato ieri Ciriani rispondendo in Aula al Senato ad un’interrogazione sul sistema satellitare Starlink.

“La procedura – ha proseguito Ciriani – prevede che le antenne siano attivate unicamente per testarne il funzionamento e siano poi sospese con l’obiettivo di riattivarle solo ove si rendesse necessario. Per completa informazione si rappresenta che in questi casi, come tutti gli altri, la stipula dei contratti per i dispositivi di connessione non avviene con accordi diretti con le società che forniscono il servizio, cioè con SpaceX, ma tramite imprese terze italiane che garantiscono fornitura e assistenza, come ad esempio Telespazio, e viene perfezionata sul portale degli acquisti in rete della pubblica amministrazione o in situazioni di urgenza da parte delle ambasciate sul mercato locale.”

LA PARTNERSHIP IN ESSERE CON TELESPAZIO

A questo proposito si ricorda che SpaceX vanta una partnership con Telespazio (jv tra Leonardo al 76% e la francese Thales al 33%), siglato lo scorso giugno per integrare proprio Starlink nella rete globale di connettività ibrida e potenziare l’offerta di servizi di comunicazione a clienti istituzionali e industriali dei settori energetico e marittimo. Tra questi anche la Difesa. Ma non è bastato per far propendere definitivamente Roma sul servizio di Musk.

NESSUN AFFIDAMENTO DA PARTE DEL GOVERNO IN ITALIA A STARLINK

“Tra l’altro, – ha aggiunto il ministro Ciriani – trattandosi di contratti ampiamente sotto soglia, si procede autonomamente all’affidamento diretto. I singoli contratti sono formalizzati con delibere a contrarre, che vengono pubblicati sul sito del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. A luce di quanto esposto, dunque, è evidente che non c’è stato l’affidamento da parte del Governo di infrastrutture critiche del paese a Starlink, come invece l’interrogazione assume”.

NESSUN TAVOLO A PALAZZO CHIGI

Inoltre, “Contrariamente a quanto riportato nell’interpellanza, presso la presidenza del Consiglio non è stato istituito alcun tavolo tecnico operativo per lo studio della concessione a Starlink della gestione delle infrastrutture di connessione e telecomunicazione delle sedi diplomatiche italiane o delle stazioni mobili delle navi della Marina militare italiana”, ha chiarito il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, rispondendo a un’interrogazione del Partito democratico alla premier Meloni su un possibile accordo per collegare la Rete ministeriale e diplomatica italiana al sistema satellitare Starlink.

IL COINVOLGIMENTO SU IRIS2

Allo stesso tempo, ha evidenziato Ciriani, “Il Governo è pienamente consapevole e partecipe delle iniziative in atto in ambito europeo nel settore delle comunicazioni governative sicure. Tuttavia queste iniziative non avranno una piena capacità operativa prima del 2030”.

A dicembre, Bruxelles si è impegnata in un progetto da 10,6 miliardi di euro per sviluppare una rete satellitare europea in grado di rivaleggiare con Starlink di Musk, con il 61% finanziato dall’Europa e da enti come l’Agenzia Spaziale Europea (Esa), e il resto proveniente dal consorzio industriale SpaceRise, guidato da Eutelsat, Ses e l’operatore spagnolo Hispasat. Il consorzio sarà sostenuto da un gruppo centrale di subappaltatori europei del sistema della comunicazione satellitare. I partner chiave includono Thales Alenia Space, Ohb, Airbus Defence and Space, Telespazio, Deutsche Telekom, Orange, Hisdesat e Thales Sis.

La rete includerà 270 satelliti in orbita terrestre bassa e 18 satelliti in orbita terrestre media.

Il problema è che il progetto Ue non sarà pronto per funzionare prima del 2030, data entro la quale Starlink (e forse il Progetto Kuiper finanziato da Jeff Bezos) sarà estremamente ben consolidato, considerando che SpaceX ha già dispiegato 7mila satelliti Starlink nello spazio (la metà di quelli in orbita).

ANCHE LA FRANCESE EUTELSAT PRONTA

Nel frattempo, prima che sia operativa la soluzione europea Iris2, c’è un altro operatore satellitare del Vecchio Continente che si è fatto avanti con Roma.

La società francese Eutelsat sta avendo “colloqui molto positivi” con il governo italiano per fornire sistemi per comunicazioni satellitari sicure come parte di un’operazione che potrebbe sostituire l’offerta fatta da Starlink di Elon Musk, secondo quanto riportato dai media a inizio marzo.

L’amministratore delegato di Eutelsat, Eva Berneke, ha dichiarato a Bloomberg Television in un’intervista che la società sta avendo negoziati molto positivi con l’Italia. Berneke ha aggiunto di aver intrattenuto sempre buoni rapporti con Roma, esprimendo la speranza che continueranno in futuro, alla domanda se un accordo sia vicino.

Eutelsat gestisce 35 satelliti geostazionari, che orbitano a 35.000 km sopra la Terra, e circa 630 satelliti in orbita terrestre bassa della costellazione OneWeb, acquisita nel 2023, che orbitano a circa 1200 km sopra la Terra. Eutelsat afferma che per gli utenti in Europa offre le stesse capacità di Starlink in termini di copertura e latenza, riporta Reuters.

I satelliti in orbita terrestre bassa di OneWeb sono gli stessi di Starlink di SpaceX, la cui costellazione di circa 7.000 satelliti fornisce accesso a Internet in 125 paesi.

Ad oggi OneWeb è la seconda costellazione Leo più grande al mondo dopo Starlink di SpaceX, nonostante sia meno di un decimo delle sue dimensioni, ma in termini di latenza e scalabilità Starlink è in vantaggio.

LE PAROLE DEL SOTTOSEGRETARIO ALLA DIFESA

Da parte sua la Difesa sembra avere le idee chiare.

“La scelta di puntare sulla infrastruttura satellitare europea per la connettività in via di costruzione o di definire accordi con Starlink non si escludono e servirà del tempo “per individuare una soluzione in grado di soddisfare i requisiti di informazione delle nostre forze armate piuttosto che di servizi di connettività per i cittadini” ha dichiarato ieri il Sottosegretario Perego.

“C’è una piattaforma, che è quella di Starlink, che ha circa 7mila satelliti e ci sono alternative europee che hanno una consistenza molto inferiore: la domanda da farci è se vogliamo avere un servizio immediato, quindi se e’ necessario un accordo con Starlink piu’ strutturato, o se possiamo permetterci di avere piattaforme con capacita’ inferiori sviluppando nel frattempo le nostre autonomie e le nostre capacita'”.

Le due strade – ha concluso Perego di Cremnago – “non sono disallineate e una scelta non compromette l’altra: si può investire per rafforzare la propria infrastruttura satellitare e allo stesso tempo, come gap filler, dotarsi di un servizio offerto da un’altra piattaforma come Starlink”.

RIBADITA LA POSIZIONE DEL MINSITRO CROSETTO

Parlando alla Camera lo scorso 8 gennaio, il ministro della Difesa Crosetto aveva sottolineato che “sussiste l’esigenza di studiare e valutare ogni soluzione tecnicamente atta a fornire le capacità quantomeno nelle more del completamento dei programmi proprietari o di collaborazione relativamente a SpaceX che conta oltre 6700 satelliti in orbita bassa e ha una previsione di 42.000”.

Per Crosetto, oggi la società aerospaziale di Elon Musk è “un operatore che riunisce i requisiti e possiede capacità necessarie per servire servizi in parola ma questo non esclude che un paese sovrano e tecnologicamente avanzato come il nostro possa gestire l’instradamento la cifratura dei suoi dati gentili utilizzati apparati e tecnologie proprietarie a ulteriore tutela degli interessi nazionali”.

PREVISTA UN’ANALISI DI IMPATTO

Dunque secondo il l vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani “Valuteremo la proposta di Starlink a prescindere da approcci legati all’amicizia o all’inimicizia, ma guardando all’interesse nazionale”.

“Ci sarà un’analisi di impatto e proprio su quelle valutazioni prenderemo una decisione che sia, ripeto, nell’interesse del Paese e senza preconcetti” ha annunciato il ministro Tajani intervenendo all’inaugurazione di LetExpo l’11 marzo.

ALLA CARICA ANCHE LEONARDO

Intanto, Leonardo punta a proporre una soluzione nazionale per il dicastero di Crosetto.

Nel corso della presentazione dell’aggiornamento del piano industriale dell’azienda, l’ad di Leonardo Cingolani ha annunciato che “Vogliamo lanciare una nuova costellazione di satelliti in orbita bassa che consiste in 18 satelliti militari finanziati principalmente dal ministero della Difesa”.

Mentre in Italia si discute  di un potenziale accordo con Starlink, il servizio di Internet satellitare di Elon Musk, per le comunicazioni governative sicure o con l’operatore satellitare francese Eutelsat, Leonardo lavorerà a una soluzione nazionale.

Nello specifico, i satelliti saranno 12 di tipo standard e 6 a infrarossi. Il lancio è previsto tra il 2027 e il 2028. Il budget necessario è “nel range di 900 milioni, di cui 500 già allocati dal ministero della Difesa” ha spiegato Cingolani. A questi, ha detto il manager, si aggiungeranno anche 20 “satelliti civili in orbita bassa per applicazioni civili principalmente nell’osservazione della terra, nella geolocalizzazione e nei servizi legati al monitoraggio”.

RIGUARDO LA COPERTURA DELLE AREE REMOTE

Ma il dossier Starlink non riguarda solo il lato istituzionale e militare. C’è in ballo anche la connettività dei cittadini riguardo l’utilizzo della Rete Starlink per la copertura delle aree non raggiunte dalla banda larga.

Per le “aree più remote, il Governo sta valutando, con Starlink e altri operatori, l’ipotesi di integrazione della tecnologia satellitare come complemento alle infrastrutture esistenti” ha dichiarato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, rispondendo ad una interrogazione del Pd, nell’aula del Senato.

“Nel caso specifico di Starlink, sono in corso delle interlocuzioni con alcune Regioni italiane del Nord, del Centro e del Sud, per sperimentare la fornitura di un servizio space-based rivolto a dare reti remote o prive di infrastrutture terrestri. In ogni caso, come già riportato nella nota di Palazzo Chigi pubblicata lo scorso 6 gennaio, si ribadisce che non sono stati firmati contratti né sono stati conclusi accordi tra il Governo italiano e la società SpaceX per l’uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink per coprire le aree più remote del territorio” ha concluso Ciriani.

LA SPERIMENTAZIONE AVVIATA IN LOMBARDIA

Quanto al “ventilato ricorso a SpaceX per la connessione delle aree più remote del paese al fine di raggiungere alcuni obiettivi Pnrr sulle reti ultraveloci – ha detto ancora Ciriani – alla luce dei ritardi ereditati, il Governo sta esplorando opzioni che possono contribuire a garantire connettività nell’immediato, in particolare nelle aree remote”.

“In questa direzione, il Dipartimento per la trasformazione digitale di recente ha avviato una sperimentazione con la Regione Lombardia volta a testare sul campo le potenzialità delle reti satellitari per la fornitura di backhauling a punti di accesso alle reti localizzate in aree difficili da raggiungere. All’esito della gara, in corso di svolgimento, si testeranno soluzioni di connettività ibrida rivolte verso sedi del demanio regionale attraverso la simulazione di flussi di traffico per testare la solidità delle soluzioni architetturali proposte. I risultati della sperimentazione offriranno una base conoscitiva fondamentale per i successivi ed eventuali sviluppi della soluzione proposta.”

TECNOLOGIA SATELLITARE COMPLEMENTARE

Pertanto, “La tecnologia satellitare potrebbe, in definitiva, proporsi in termini di complementarietà rispetto alle altre soluzioni tecnologiche disponibili nel rispetto del principio di neutralità tecnologica. Si attendono quindi gli esiti della procedura pubblica e aperta avviata dal soggetto attuatore designato dalla Regione Lombardia” ha concluso il ministro Ciriani.