Il pensionamento dei fact-checker di Meta sta per diventare realtà

Dal 18 marzo le piattaforme social di Meta - Facebook, Instagram e Threads - introdurranno le community notes, ovvero gli utenti prenderanno il posto dei fact-checker. Zuckerberg dice di voler riportare così la parzialità ma il timore è che avvenga l'esatto contrario e che aumentino disinformazione e fake news. Tutti i dettagli

Mar 14, 2025 - 15:38
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Il pensionamento dei fact-checker di Meta sta per diventare realtà

Dal 18 marzo le piattaforme social di Meta – Facebook, Instagram e Threads – introdurranno le community notes, ovvero gli utenti prenderanno il posto dei fact-checker. Zuckerberg dice di voler riportare così la parzialità ma il timore è che avvenga l’esatto contrario e che aumentino disinformazione e fake news. Tutti i dettagli

 

Se già nel 2015 – dieci anni fa – secondo il filosofo Umberto Eco i social media avevano dato “diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività”, ora si sono guadagnati anche la credibilità.

Ci aveva pensato Twitter con Birdwatch nel 2021 ed Elon Musk ha perseguito la stessa strada in nome della libertà di espressione. Mark Zuckerberg, con l’elezione di Donald Trump, altro paladino del “free speech”, gli è subito andato dietro.

Nonostante il proprietario di Meta, nel 2016, fosse stato uno dei primi a lanciare un programma di fact-checking, con professionisti specializzati nella verifica dei contenuti diffusi sui social media, lo scorso gennaio ne aveva preannunciato la sua fine e a partire dal 18 marzo – per ora solo negli Stati Uniti, ma con la promessa di metterlo in pratica a livello globale – il lavoro dei fact-checker sarà sostituito da un sistema simile a quello di X, in cui sono gli utenti stessi a giudicare i contenuti.

COME FUNZIONERANNO LE COMMUNITY NOTES DI META

“Non reinventeremo la ruota. Inizialmente utilizzeremo l’algoritmo open source di X come base del nostro sistema di valutazione. Questo ci permetterà di basarci su ciò che X ha creato e di migliorarlo nel tempo per le nostre piattaforme”, ha fatto sapere Meta in un comunicato.

La funzione in arrivo chiederà agli utenti di verificare i fatti o di chiarire le affermazioni contenute nei post più popolari ma, stando all’azienda, le note inviate dagli utenti non appariranno effettivamente sotto i post finché non riterrà che il suo sistema funzioni correttamente.

Finora circa 200.000 utenti si sono iscritti per diventare contributori e la lista d’attesa è ancora aperta per coloro che vogliono partecipare. Inizialmente la funzione sarà disponibile in inglese, spagnolo, cinese, vietnamita, francese e portoghese, prima di essere estesa ad altre lingue con il tempo.

AL VIA LE COMMUNITY NOTES SU FB, IG E THREADS

Il programma di fact-checking di terze parti di Meta è iniziato poco dopo la prima vittoria di Trump alle elezioni. All’epoca, infatti, Facebook era stato criticato per non essere riuscito a individuare sulla piattaforma la disinformazione legata alle elezioni, comprese le campagne di disinformazione condotte da governi stranieri.

“Ci aspettiamo che le community notes siano meno parziale del programma di fact checking di terze parti che sostituisce e che operino su scala maggiore quando saranno pienamente operative”, si legge nel comunicato stampa, in cui i fact-checker vengono accusati di “avere, come tutti, pregiudizi politici che influenzano il loro giudizio”.

PARZIALITÀ O MAGGIORE DISINFORMAZIONE?

Ma, se tutti hanno pregiudizi o opinioni personali, non si capisce perché le community notes scritte dagli utenti dovrebbero essere imparziali…

Meta risponde che “community notes consentono a più persone con più punti di vista di aggiungere un contesto a più tipi di contenuti e, poiché la pubblicazione di una nota richiede un accordo tra diverse persone, riteniamo che sarà meno soggetta a pregiudizi”.

Tuttavia, separatamente, Zuckerberg ha dichiarato che il cambiamento potrebbe anche significare che Meta “catturerà meno contenuti negativi”.

NIENTE PIÙ SANZIONI

Se prima i post che ricevevano un intervento di fact-checking da parte di terzi venivano mostrati meno spesso nei feed delle persone, in quanto potenzialmente portatori di informazioni false e dannose, ora le community notes non prevedono sanzioni e potranno dunque circolare in tutta libertà raggiungendo potenzialmente milioni di persone.

È quanto già successo con post dai contenuti del tutto infondati o errati da parte di Musk su presunti finanziamenti del governo a Reuters, Politico, all’Agenzia per lo sviluppo internazionale degli Stati Uniti (Usaid) e altri in passato.

LE COMMUNITY NOTES SONO EFFICACI?

Di certo si spera che oltre a chi fa – più o meno consapevolmente – disinformazione ci sarà anche chi interviene per correggere apportando un contributo realmente neutrale e basato su fonti attendibili. Ma quanto viene preso in considerazione? Su X molto poco.

Lo scorso ottobre, infatti, un report dell’organizzazione no-profit Center for Countering Digital Hate (Ccdh) ha analizzato la funzione community notes e ha scoperto che le note accurate che correggevano le affermazioni false e fuorvianti sulle elezioni americane non sono state visualizzate su 209 dei 283 post ritenuti fuorvianti, ovvero il 74%.

Tra i post fuorvianti che non mostravano le community notes anche quando erano disponibili, c’erano affermazioni false sul furto delle elezioni presidenziali del 2020 e sull’inaffidabilità dei sistemi di voto. Inoltre, nei casi in cui le note sono state visualizzate, i post fuorvianti originali hanno comunque ricevuto un numero di visualizzazioni 13 volte superiore rispetto alle note che li accompagnavano.

Tuttavia, nonostante X abbia citato ricerche accademiche esterne che hanno dimostrato l’affidabilità e l’efficacia delle community notes, l’amministratore delegato di Ccdh, Imran Ahmed ha affermato che il report del gruppo “suggerisce che le community notes di X sono poco più di un cerotto su un torrente di odio e disinformazione che mina la nostra democrazia e polarizza ulteriormente le nostre comunità”.