Maserati ha le gomme sgonfie e Stellantis scarica i dipendenti di Modena in Serbia

Non riparte il motore da corsa di Maserati, nonostante le vicine di casa Ferrari e Lamborghini infrangano continuamente record di vendita. E Stellantis propone ai lavoratori di Modena e di Cassino (dove viene prodotta anche l'Alfa Romeo, altro marchio dal futuro incerto) di andare a produrre la Grande Panda in Serbia

Mar 14, 2025 - 15:38
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Maserati ha le gomme sgonfie e Stellantis scarica i dipendenti di Modena in Serbia

Non riparte il motore da corsa di Maserati, nonostante le vicine di casa Ferrari e Lamborghini infrangano continuamente record di vendita. E Stellantis propone ai lavoratori di Modena e di Cassino (dove viene prodotta anche l’Alfa Romeo, altro marchio dal futuro incerto) di andare a produrre la Grande Panda in Serbia

In pochi chilometri quadrati, quelli della Motor Valley emiliana, non si erano mai viste situazioni industriali tanto difformi tra loro per prodotti peraltro di egual caratura. Ferrari ha consegnato nel 2024 ben 13.752 unità, con un incremento dello 0,7% sul record del 2023. L’Ebitda si è attestato a 2,555 miliardi, al di sopra dei 2,5 miliardi previsti e in crescita del 12,1%, per un’incidenza sul fatturato del 38,3% (38,2% nel 2023), mentre l’utile operativo è migliorato del 16,7% a 1,888 miliardi, contro una stima posta a 1,82 miliardi. Di conseguenza, il margine operativo è migliorato dal 27,1% al 28,3. Lamborghini, marchio italiano controllato dalla tedesca Volkswagen, ha chiuso il 2024 con 10.687 vetture consegnate, per un incremento del +6% rispetto al 2023, facendo segnare il miglior risultato annuale della sua storia. E Maserati?

IL 2024 DI MASERATI IN NUMERI

Il marchio nelle mani del Gruppo Stellantis sfugge ai censimenti di Acea, la associazione che riunisce i costruttori europei, dal momento che tiene conto solo delle vendite sopra alcune migliaia di unità. E i dati finanziari spiegano perché: il Tridente nel 2024 ha visto i ricavi netti inchiodare a 1,04 miliardi di euro, risultato più che dimezzato rispetto ai 2,33 miliardi registrati nel 2023. Le consegne sono crollate dalle 26.600 unità nel 2023 alle sole 11.300 nel 2024. Il margine operativo di Maserati ha avuto una discesa verticale passando repentinamente dal +6% del 2023 al -25% del 2024, con una perdita operativa pari a 260 milioni di euro, in netto contrasto con l’utile operativo di 140 milioni registrato l’anno precedente.

L’APPRENSIONE DI UNA INTERA COMUNITA’

E il motore non sembra essersi rimesso in moto con il 2025. Il Corriere della Sera scrive che alla Maserati di Modena già a inizio anno si lamentava una produzione di solo 260 vetture nel 2024 contro le 1.244 prodotte nell’anno precedente: -79,1% sul 2023. Con la chiusura dell’hub torinese di Grugliasco è soprattutto Modena l’epicentro del terremoto che sta scuotendo fin nel profondo il marchio del Tridente. Per Fiom “La Maserati di Modena e lo stabilimento di Cassino sul marchio Alfa Romeo” versano “in una condizione ancora più incerta e preoccupante” rispetto alla situazione, tutt’altro che rosea, che riguarda le altre fabbriche italiane di Stellantis.

A TORINO PRODOTTE 2250 MASERATI. ERANO 41MILA NEL 2017

Il Tridente ormai spuntato zavorra anche la produzione dell’impianto di Mirafiori i cui volumi produttivi consuntivati nel 2024 sono pari a 25.920 unità rispetto alle 85.940 rilevate nel 2023 con una flessione di circa il 70%. Il 91% dei volumi dello stabilimento torinese, pari a 23.670, è rappresentato da 500 Bev, il restante dalle produzioni Maserati con appena 2.250 unità. La Cisl sottolinea che fossero ben 41.000 le unità prodotte nel 2017. Nel corso del 2024 si sono fermate le produzioni delle Maserati Ghibli, Quattroporte e Levante, mentre le produzioni di Maserati GT e GC non hanno risposto alle aspettative del gruppo attestandosi a poco più di 1.100 unità.

LA PROPOSTA DI STELLANTIS AI LAVORATORI DI MODENA: ANDATE IN SERBIA

In uno scenario simile, in cui a mancare sono i nuovi modelli per ravvivare un marchio con 110 anni di storia, risulta quantomai fuori luogo la proposta di Stellantis rivolta ai lavoratori dello stabilimento di Modena di andare sei mesi in Serbia dove il Gruppo ha iniziato la produzione della Fiat Grande Panda. Lo stesso invito sarebbe stato rivolto anche ai dipendenti dell’altro principale malato dell’industria automobilistica italiana, Cassino.

La produzione di Cassino nel 2024 è di 26.850 unità, ovvero inferiore del 45% rispetto al 2023, la flessione “peggiore nella storia dello stabilimento”, denunciano i sindacati. Lo stabilimento, organizzato su un solo turno dall’inizio del 2024, produce per il 20% l’Alfa Romeo Giulia, per il 53% l’Alfa Romeo Stelvio e per il 27% la nuova Maserati Grecale, anche nella versione full electric.

La richiesta di Stellantis ha subito riacceso le polemiche a ogni livello: sindacale, comunale (data la preoccupazione della tenuta occupazionale) e politico. Non è mancato chi ha ribadito che se la Grande Panda fosse prodotta in Italia non verrebbe oggi richiesto ai lavoratori modenesi il sacrificio di cambiare Paese pur di continuare a lavorare. Un vero e proprio passo falso per l’azienda, impegnata in una faticosa ricostruzione della propria immagine – anche a livello comunicativo – dopo la prova muscolare con le istituzioni italiane voluta dall’ex top manager portoghese Carlos Tavares. Un passo falso che riporta le lancette indietro allo scorso settembre quando Stellantis inviò ai propri dipendenti, inclusi quelli in cassa integrazione, una mail con la quale li informava della possibilità di acquistare modelli Maserati a prezzi di favore.