Trump vuole dazi del 100% anche sui film prodotti all’estero per frenare la crisi di Hollywood
Donald Trump lancia i suoi dazi anche contro l’industria cinematografica straniera a difesa di quella made in Usa. “Autorizzo il Dipartimento del Commercio e il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti ad avviare immediatamente il processo per l’istituzione di una tariffa del 100% su tutti i film che arrivano nel nostro Paese e che […] L'articolo Trump vuole dazi del 100% anche sui film prodotti all’estero per frenare la crisi di Hollywood proviene da Il Fatto Quotidiano.

Donald Trump lancia i suoi dazi anche contro l’industria cinematografica straniera a difesa di quella made in Usa. “Autorizzo il Dipartimento del Commercio e il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti ad avviare immediatamente il processo per l’istituzione di una tariffa del 100% su tutti i film che arrivano nel nostro Paese e che sono prodotti in paesi stranieri. Vogliamo film realizzati in America, di nuovo!”, ha scritto Trump sulla sua piattaforma Truth.
Il presidente statunitense afferma di aver preso questa decisione poiché l’industria cinematografica statunitense sta morendo di una “morte molto rapida” a causa degli incentivi che altri paesi stavano offrendo per attrarre registi americani. “Questo è uno sforzo concertato da parte di altre nazioni e, quindi, una minaccia alla sicurezza nazionale”, ha dichiarato Trump. “È, oltre a tutto il resto, un messaggio e una propaganda!”
Il segretario al Commercio Howard Lutnick ha scritto su X: “Ci stiamo lavorando”. Né Lutnick né Trump hanno fornito dettagli sull’attuazione. Non è chiaro se la misura interesserà anche case di produzione statunitensi che producono film all’estero. Colossi Usa come Disney o Netflix hanno numerose produzioni realizzate all’estero. La Motion Picture Association, che rappresenta i principali studi cinematografici, non ha per ora rilasciato dichiarazioni.
La produzione cinematografica e televisiva a Los Angeles è diminuita di quasi il 40% nell’ultimo decennio e numerosi paesi hanno offerto crediti d’imposta e rimborsi in denaro più generosi per attrarre le produzioni e accaparrarsi una quota maggiore dei 248 miliardi di dollari che, secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, saranno spesi a livello globale nel 2025 per la produzione di contenuti.
Secondo la società di ricerca ProdPro, nel 2023 circa la metà della spesa dei produttori statunitensi per progetti cinematografici e televisivi con budget superiori a 40 milioni di dollari è stata destinata all’estero. I governi di Australia e Nuova Zelanda hanno già risposto all’iniziativa statunitense annunciando sostegni per le loro industrie cinematografiche. Alcuni film di supereroi Marvel sono stati girati in Australia, mentre la Nuova Zelanda ha fatto da sfondo ai film de “Il Signore degli Anelli”.
L’industria cinematografica statunitense ha già risentito degli effetti dei dazi, poiché ad aprile la Cina ridotto la quota di film americani ammessi nel paese. La Cina è il secondo mercato cinematografico più grande al mondo dopo gli Stati Uniti, anche se negli ultimi anni l’offerta nazionale ha messo in ombra le importazioni di Hollywood. William Reinsch, ex alto funzionario del dipartimento del Commercio e ricercatore senior presso il Center for Strategic and International Studies, ha affermato che le ritorsioni contro i dazi sui film stranieri imposti da Trump sarebbero devastanti. “Abbiamo molto più da perdere che da guadagnare”, ha detto.
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