I ponti di De Gennaro e Prestipino
Le prime vittime del Ponte sono il magistrato Michele Prestipino e l'ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro? I Graffi di Damato.

Le prime vittime del Ponte sono il magistrato Michele Prestipino e l’ex capo della Polizia, Gianni De Gennaro? I Graffi di Damato
In attesa del Conclave, o degli sviluppi del “Conclaviccio”, come Il Foglio definisce felicemente il chiacchiericcio -fa pure rima- che ne sta precedendo l’apertura fra indiscrezioni e previsioni, registriamo la prima vittima del Ponte. Non quello delle feste di questo fine mese fortunato per i vacanzieri, ma quello sullo stretto di Messina. Che è finito sotto l’attenzione della magistratura prima ancora di essere costruito davvero, e non solo nella fantasia di Matteo Salvini nella triplice veste di leader della Lega una volta del Nord, di ministro delle Infrastrutture – ex Lavori Pubblici, Trasporti e Marina Mercantile – e vice presidente del Consiglio.
CHE COSA SUCCEDE A PRESTIPINO E DE GENNARO
La prima vittima, pur fisicamente indenne, del Ponte è l’ancora procuratore aggiunto, cioè vice capo, della Direzione Nazionale Amtimafia e Antiterrorismo Michele Prestipino. Che, intercettato indirettamente il primo aprile scorso in un ristorante romano, è finito indagato dalla Procura di Caltanisetta per rivelazione di segreto d’ufficio aggravato dall’agevolazione mafiosa. Indagato a Caltanisetta e ridimensionato a Roma dal suo superiore Giovanni Melillo.
I RUOLI DI PRESTIPINO E DE GENNARO
Notissimo per gli incarichi di rilievo coperti a suo tempo anche alla Procura di Roma, Prestipino è caduto metaforicamente dal Ponte parlando a tavola con l’ex capo della Polizia Gianni De Gennaro, in compagnia del consulente Francesco Gratteri, senza sospettare – sorpresa nella sorpresa – che il suo interlocutore fosse intercettato per vecchie vicende di mafia. Riguardanti, in particolare, i depistaggi nelle indagini sull’assassinio di Paolo Borsellino, nel 1992.
I RICORDI SU MANCUSO E NON SOLO
Ora occupato di altro, come la costruzione del Ponte in qualità di presidente del Consorzio che dovrà provvedervi, De Gennaro aveva evidentemente conservato nella immaginazione di Prestipino la potenza dei suoi anni in carriera. Quando era capitato al mio amico Filippo Mancuso, fresco ancora di esperienza difficile, diciamo così, di ministro della Giustizia, di sentirsi interrompere da un guasto tecnico di trasmissione televisiva mentre in un teatro, ospite di un convegno, cominciò a parlare criticamente appunto di De Gennaro.
Ricordo ancora bene lo sgomento di Mancuso quando mi raccontò personalmente l’accaduto, collegandolo peraltro alla volta in cui da ministro aveva ricevuto nel suo ufficio lo stesso De Gennaro. Egli aveva dovuto lasciarlo solo ad un certo punto per rispondere ad una telefonata nella stanza attigua della segretaria. Al ritorno aveva trovato l’ospite accovacciato sotto la scrivania ministeriale alla ricerca di una penna che gli era caduta, come lo stesso De Gennaro gli aveva subito spiegato, vedendolo sorpreso.