Trump vuole bloccare tutti gli aiuti militari all’Ucraina. Può farlo davvero? Cosa dice la legge
L’atto con cui un presidente può revocare o ritardare fondi già autorizzati dal Congresso è chiamato "Impoundment": come funziona e i precedenti L'articolo Trump vuole bloccare tutti gli aiuti militari all’Ucraina. Può farlo davvero? Cosa dice la legge proviene da Open.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump incontrerà oggi – lunedì, 3 marzo – alcuni alti funzionari tra cui il segretario di Stato Marco Rubio e il segretario alla Difesa Pete Hegseth, per valutare ed eventualmente adottare misure sull’Ucraina. Tra queste, scrive il New York Times che cita funzionari anonimi, rientrerebbero «la sospensione o l’annullamento degli aiuti militari americani all’Ucraina», comprese le ultime spedizioni di munizioni e attrezzature autorizzate e pagate durante la presidenza di Joe Biden. La rivelazione del quotidiano Usa arriva a un giorno dal vertice a 16 di Londra dove i leader europei hanno provato a dare una risposta (per ora interlocutoria) allo tsunami geopolitico dopo il duro scontro tra The Donald e Volodymyr Zelensky alla Casa Bianca. Ma un presidente americano può rifiutarsi di spendere fondi, in questo caso destinati all’Ucraina, e approvati dal Congresso?
Impoundment
L’atto con cui un presidente può revocare o ritardare fondi già autorizzati dal Congresso è chiamato Impoundment, una sorta di “sequestro”. Risale ai tempi di Thomas Jefferson. Si tratta di una pratica controversa, che ha a che fare con la divisione dei poteri esecutivo e legislativo, e che è stata limitata a seguito degli abusi del presidente Richard Nixon nel 1974. Ora la legge, nota come “Impoundment Control Act”, dà al presidente il potere di ritardare o annullare determinati fondi, ma tale revoca deve essere approvata dal Congresso (a oggi controllato dai repubblicani). Più nello specifico, nel primo caso (deferral, rinvio) un Capo di Stato può rimandare lo stanziamento di finanziamenti deciso in precedenza ma solo a determinate condizioni: nel caso sussistano «ostacoli pratici» o «per impiegare i fondi in modo più efficiente». I rinvii della spesa non devono estendersi oltre l’anno fiscale e il Congresso può annullarli utilizzando un processo accelerato. I motivi di tale richiesta, in sintesi, dovrebbero essere «programmatici» piuttosto che «politici».
I precedenti di Trump: Messico e Ucraina
Nel secondo caso, invece, (rescission, rescissione) il presidente può proporre l’annullamento, ma Camera e Senato devono esprimersi sulla questione entro 45 giorni. La legge dà quindi al Congresso il potere di prendere le decisioni sulla spesa federale. Tuttavia, scrivono i media Usa, il quadro normativo presenta una certa discrezionalità soprattutto per quanto riguarda il potere esecutivo. Ad esempio, Trump ha utilizzato tale pratica per spendere maggiori somme di denaro per la costruzione del muro al confine con il Messico rispetto a quanto il Congresso avesse previsto inizialmente (sebbene i tribunali abbiano ritenuto alcune spese «illegali»). Non solo: Trump aveva già congelato i fondi destinati all’Ucraina e stanziati dal Congresso. La mossa – legata al seconda procedura d’impeachment nei suoi confronti – risale al suo primo mandato (2017-2021). In quell’occasione, i legislatori democratici hanno accusato il tycoon di aver abusato del suo potere trattenendo centinaia di milioni di dollari di aiuti militari per fare pressione sull’Ucraina, e in particolare su Zelensky, affinché indagasse sui suoi rivali politici, Joe Biden e suo figlio Hunter.
Le armi Usa a Kiev
Sono trascorsi 50 giorni dall’ultimo annuncio del Pentagono relativo a un nuovo pacchetto di aiuti militari per l’Ucraina. Sotto l’amministrazione Biden, dopo l’invasione russa del 2022, tali dichiarazioni avvenivano con cadenza bisettimanale. E il Pentagono – precisa il Nyt – ha stimato che nei magazzini americani resterebbero armi per 3,85 miliardi. Che, ora, potrebbero non arrivare a Kiev. Certo è che senza le armi americane, l’Ucraina ha possibilità di sopravvivenza molto basse. Lo ha detto in diverse occasioni pubbliche Zelensky, e lo ha ribadito anche durante l’incontro alla Casa Bianca con Trump. Dall’inizio del conflitto, il Pentagono – stando ai conti dei media americani – ha inviato 71 spedizioni di aiuti militari, presi dalle scorte esistenti per un valore di 33,8 miliardi di dollari, tra cui oltre 3 milioni di munizioni di artiglieria, decine di migliaia di razzi, migliaia di missili antiaerei e veicoli corazzati. Gli Stati Uniti hanno inoltre fornito 33,2 miliardi di dollari attraverso il programma “Ukraine Security Assistance Initiative (USAI)”, che mette a disposizione fondi che l’Ucraina può utilizzare esclusivamente per acquistare nuovo equipaggiamento militare direttamente dalle aziende di difesa statunitensi.
I numeri (veri) degli aiuti americani e europei all’Ucraina
Dalla sua elezione, Trump ha, però, enormemente esagerato l’importo degli aiuti che gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina. Secondo i dati del Kiel Institute, l’Europa ha stanziato 70 miliardi di euro in aiuti finanziari e umanitari, nonché 62 miliardi di euro in aiuti militari. Contro i 64 miliardi di euro in armi americane, nonché i 50 miliardi in stanziamenti finanziari e umanitari. Ma dopo lo scontro nello Studio Ovale, il tycoon potrebbe decidere di interrompere anche il supporto indiretto fornito dagli Stati Uniti, come la condivisione di informazioni di intelligence e addestramento per le truppe di Kiev. Davanti all’avanzata della Russia, il dossier delle forniture belliche alza enormemente la pressione sull’Europa per tenere a bada l’aggressione di Putin.
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