Trump sta smontando il globalismo assistito dallo Stato | L’analisi di Alessandro Sallusti
È innegabile – osserva sul Giornale Alessandro Sallusti – che le prime mosse, brusche e provocatorie, del secondo mandato di Donald Trump destino un mix tra stupore e paura. Quando si smonta un sistema politico-economico – il globalismo assistito dallo Stato – per montarne un altro – il conservatorismo del libero mercato – è un […] L'articolo Trump sta smontando il globalismo assistito dallo Stato | L’analisi di Alessandro Sallusti proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

È innegabile – osserva sul Giornale Alessandro Sallusti – che le prime mosse, brusche e provocatorie, del secondo mandato di Donald Trump destino un mix tra stupore e paura.
Quando si smonta un sistema politico-economico – il globalismo assistito dallo Stato – per montarne un altro – il conservatorismo del libero mercato – è un po’ come stare su un aereo che viaggia in aria turbolenta: inevitabile che per un certo periodo si balli in su e in giù con conseguente sensazione di insicurezza.
Gli esperti di aviazione sanno che la turbolenza è assai meno pericolosa di quanto appaia ai profani, nessun aereo è mai caduto per questo e quanto ai passeggeri basta che tengano allacciate le cinture di sicurezza e nulla di male succede.
Questo per dire che le urla di panico che escono dai salotti radical chic americani ed europei sono comprensibili quanto infondate: in pericolo non è la democrazia, bensì il loro potere, che pensavano acquisito per sempre e che invece si è dimostrato fragile e attaccabile più facilmente di quello che si immaginava.
Certamente più in piccolo è quello che abbiamo vissuto in Italia all’indomani della vittoria alle elezioni politiche di Giorgia Meloni e della sua nuova destra.
Un pezzo d’Italia, quello perdente, era stato preso dallo sconforto e dalla rabbia, il ritorno del fascismo era dato per certo, nei salotti buoni della sinistra si parlava di imminente fine delle libertà acquisite, l’isolamento internazionale e la catastrofe economica erano ineluttabili.
Bene, sono passati quasi tre anni e non solo nulla di ciò è accaduto, ma molti parametri di equità sociale ed economici sono nel frattempo cresciuti nonostante una congiuntura europea – la crisi di Francia e Germania e l’insistenza della guerra in Ucraina – non certo favorevole.
L’impressione è che si voglia spacciare per crisi della democrazia ciò che in realtà è la crisi della sinistra globale.
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